Colossesi 4:10-18

Ultime, ma non meno importanti…

I saluti finali della lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Colosse menzionano persone a noi sconosciute, ma ben conosciute ai destinatari originali di questo scritto. Ciononostante le virtù di questi credenti sono state riportate e tramandate anche per nostro ammaestramento.

Qui troviamo il dovere dell’accoglienza da darsi ai fedeli ministri di Dio, soprattutto quelli che sono in situazione di particolare bisogno e difficoltà. Dobbiamo “essere di conforto” agli “operai nell’opera del regno di Dio” non solo provvedendo ai loro bisogni, ma non rendendo vani i loro sforzi con la nostra negligenza, mancanza di fiducia e disubbidienza. Fra parentesi, ricordiamoci in preghiera di quei cristiani che provengono dall’ebraismo e che con difficoltà svolgono il loro ministero fra gli israeliti.

Troviamo poi qui un cristiano che “combatte sempre nelle preghiere” (siamo noi “combattenti nella preghiera”? Lo dovremmo essere). Questo credente prega affinché i propri fratelli e sorelle in fede stiano fermi, siano perfetti e compiuti nella volontà di Dio (prendiamo noi sul serio il ministero dell’intercessione nella preghiera?). Questi, poi, dice il testo, ha un grande zelo per la comunità cristiana, non solo nella preghiera, ma anche nell’azione (contribuiamo noi al bene della comunità cristiana con impegno e zelo?). Troviamo poi una casa che funge da chiesa per un gruppo di credenti. Qualcuno ha detto che il futuro della chiesa oggi sta nella diffusione dei piccoli gruppi (cellule) di cristiani, che si radunano nelle case. E’ un ottimo metodo, questo, per promuovere la fede cristiana, non solo per condividere sempre meglio la fede e farla crescere, ma anche come mezzo molto efficace per raggiungere i perduti, un mezzo migliore delle grandi assemblee. (Apriamo noi la nostra casa ad altri facendola diventare una chiesa? Lo dovremmo). Infine c’è l’esortazione di leggere le lettere apostoliche (ora per noi il Nuovo Testamento), di conoscerle bene ed approfondirle, a livello personale e comunitario. Per l’Ora che Passa è uno stimolo a questo riguardo, ma non basta (anche se è meglio che niente in certe circostanze…). Badiamo di adempiere, dunque, il ministero che il Signore ha affidato a ciascuno di noi. E’ la nostra precisa responsabilità.

 

Sezione biblica - Brevi commenti al Nuovo Testamento  - _