Colossesi 2:16-23

Legittimo pluralismo di pratiche religiose?

Regole dietetiche, bevande proibite, feste da rispettare e giorni sacri stabiliti rigidamente, influssi astrali, “umile sottomissione” a personaggi glorificati vivi o morti, credenze sugli angeli, cose dalle quali astenersi, cose da nemmeno assaggiare e toccare, trattamento duro del corpo, danze sacre, varie forme di “training”, candele aromatiche, canto di litanie ecc. ecc. queste sono alcune fra le tante cose di cui “vanno forte” le religioni, le superstizioni, e le mode di questo mondo (stile “New Age”, tanto per intenderci). Secondo la Parola di Dio, però, tutte queste cose sono “cose che periscono”, comandamenti e dottrine “degli uomini” che solo hanno l’apparenza di sapienza e di religiosità. Molti, attraverso queste e simili cose pensano di “mortificare la carne” e di elevarsi spiritualmente: l’inganno che perpetrano a sé stessi è che però tutte queste cose ancora e sempre sono cose inconfessabilmente tese a “soddisfare la carne”, e fondamentalmente “non hanno alcun valore”. Sono “religiosità volontariamente scelta”. Questo non vuole dire  (come si potrebbe intendere dal testo) che queste pratiche siano un “optional”, una scelta personale volontaria, in qualche modo “meritevole” se uno “proprio vuole osservare queste cose”: non sono cose indifferenti, da “uno fa in un modo e uno fa in un altro” …piena libertà, pluralismo nelle espressioni religiose! No, questo significa decidere noi come riteniamo essere salvati ed onorare Dio e non ascoltare né prendere sul serio come Dio intende essere onorato. Dio, infatti, ha sovranamente stabilito nella Sua Parola non solo quale debba essere la via della salvezza, ma anche il modo in cui Lui vuole essere onorato (il culto che Gli è gradito). E’ come se dicessimo a Dio: “Tu, o Signore, hai detto così e così, ma io ritengo fare meglio altrimenti!”. Tutti questi comandamenti di uomini e tradizioni (per quanto onorate nel mondo) hanno per solo loro risultato quello di “derubarci del premio”, altro che “optional”! Questo significa non attenerci al Capo (Cristo) e quanto da Lui stabilito, significa travisare il significato delle cerimonie dell’Antico Testamento che solo dovevano (allora) essere prefigurazione di Cristo. Una volta venuto Cristo, però, tutte queste figure hanno perduto la loro validità e non devono più essere perpetuate. Facciamo solo quello che Cristo ha stabilito (attraverso l’ispirata dottrina ed esempio apostolico).

 

Sezione biblica - Brevi commenti al Nuovo Testamento  - _