1 Gv 5:13-21

Certezze incrollabili`

C’è oggi chi, con falsa umiltà, afferma di non potere mai essere del tutto sicuro d’essere salvato. Evidentemente non ha ancora del tutto compreso l’Evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo. L’Evangelo dà tutta la gloria dell’umana salvezza all’opera compiuta oggettivamente da Gesù Cristo, e nulla attribuisce ai propri impossibili meriti o virtù.

Io che di tutto cuore ho rinunciato ad ogni pretesa di giustizia e merito e che ho affidato tutto me stesso al Signore e Salvatore Gesù Cristo, anzi, io che il Signore Gesù, per grazia Sua, ha strappato dal potere e dalle conseguenze del peccato per farmi Suo, ho la certezza di essere salvato. Posso dirlo non per nulla che in me si trovi o possa far valere (se non la Sua grazia), ma per l’oggettività della Sua opera, che l’Evangelo pure oggettivamente mi annuncia, efficace al massimo grado per la mia salvezza. Avendo Egli cominciato in me quest’opera di salvezza, la porterà immancabilmente a termine. Dire qualsiasi altra cosa al mio e Suo riguardo, equivarrebbe ad insultare Lui e la Sua opera. Ecco perché Giovanni scrive: “Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio” (13). 

Nel testo di oggi, inoltre, abbiamo pure altre solide certezze. (1) L’esaudimento della nostra preghiera: “…che se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce” (v. 14); (2) La protezione dal peccato e dalle sue conseguenze: “Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca” (v. 18). (3) L’intelligenza sulle cose come veramente stanno: “Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero” (v. 20). 

Molto probabilmente il mondo considererà le certezze del cristiano come un’intollerabile arroganza, ma poco importa. Per noi questa è una questione di fiducia: “Noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna” (v. 20 b). Una qualsiasi altra possibilità significherebbe per noi disonorarlo.

Nostra responsabilità, semmai, sarà quella di condurre a Cristo chi non abbia commesso ancora il peccato irreparabile di respingerlo con malizia (v. 16), pregando, altresì, per la sua conversione, a che Dio lo tocchi con la Sua grazia sovrana e lo salvi.


Sezione biblica - Brevi commenti al Nuovo Testamento  - _