Il Signore vuole
che TUTTI giungano al ravvedimento?
Che cosa si intende con quel “tutti” in 1 Pietro
3:9 e 1 Ti. 2:4?
1. “Il Signore non ritarda l'adempimento della
sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non
volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento”
(1 Pi. 3:9).
Per comprendere correttamente
questo testo bisogna rammentarsi a chi è stata rivolta questa
epistola, cioè non al mondo, a tutti indistintamente, ma
“a coloro che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella
giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo” (2 Pi. 1:1).
Notate già qui che si parla di coloro che “hanno ottenuto una fede”:
la fede (e il ravvedimento), non è un prodotto “spontaneo”, e “naturale”
dell’uomo, frutto della “libera decisione” dell’uomo, ma è un dono della
grazia di Dio, che Egli concede a chi sovranamente Egli decide di
accordarla. Qui il testo dice: “Dio è paziente verso di voi”, in
altre parole, voi che appartenete al mio popolo, nella generazione di
Pietro e quelli che entreranno a farne parte nel futuro, il cui numero
complessivo è certo e definito.
Il testo significa: Cristo
tornerà a tempo debito, quando il Signore ha stabilito. A voi sembra che
quel momento ritardi. Il Suo ritorno e conseguente giudizio sui vivi e
sui morti, avverrà, però, quando l’intero numero degli eletti sarà
giunto al ravvedimento ed alla fede, quando sarà raccolto nella
chiesa l’intero numero di coloro (tutti coloro) che sono stati
predestinati a vita eterna, non prima (persone la cui identità noi non
possiamo stabilire con certezza). Ora sembra che Cristo “tardi”, ma
verrà a tempo debito, quando nel “granaio” sarà stato raccolto tutto
il buon “frumento”.
Se Cristo tornasse “prima del
tempo” molti eletti ne rimarrebbero esclusi perché il tempo della
salvezza allora sarebbe terminato: Cristo tornerà quando saranno entrati
tutti quelli che a cui l’accesso è permesso, cioè tutti gli eletti,
coloro per i quali Cristo è morto ed il cui sangue ha lavato i loro
peccati. Gli eletti d’ogni luogo, generazione e tempo, entreranno nella
chiesa quando sarà venuto per loro il tempo.
E’ impossibile che il testo
significhi: “Il ritorno di Cristo avverrà quando tutti indistintamente
nel mondo saranno giunti al ravvedimento”, perché sappiamo che molti non
si ravvedranno mai e saranno perduti. Non significa nemmeno che Dio
dilazioni il tempo del ritorno di Cristo aspettando che il più possibile
degli uomini si converta, perché la data del ritorno di Cristo non è
“flessibile”, ma ben definita nei piani di Dio. Dio non è un uomo che
possa “stare in ansia” e “tenere la porta aperta il più a lungo
possibile” per farvene entrare il maggior numero “prima che sia troppo
tardi”, perché Egli è Signore sul tempo, il tempo del ritorno di Cristo
è totalmente sotto il Suo controllo. La “porta” non si chiude “malgrado”
la volontà di Dio di “salvare tutti”, come se Dio cercasse di farne
entrare il più possibile impedendone con tutte le sue forze, la
chiusura, “fintanto che non ce la faccia più” a tenerla aperta. La porta
si chiuderà quando Egli ha stabilito che si debba chiudere, come la
porta dell’arca che Noè chiude definitivamente quando Dio gli comanda di
farlo, allorché tutti quelli che dovevano entrare sono dentro. Noè non
dice: “Aspetta a chiudere e a mandare il diluvio: vedo se posso fare
entrare nell’arca qualcun altro…”. Quando il tempo viene la porta
dell’arca è chiusa e viene il diluvio. Dio salverà né uno di più né uno
di meno, e lo farà esattamente quando Egli ha stabilito. Questa è già
una straordinaria grazia e misericordia di Dio. Nessuno immagini che sia
una gran bontà e misericordia da parte Sua “attendere” il più possibile.
Di per se stesso nessuno avrebbe diritto di entrare. “Io avrò
misericordia di chi avrò misericordia e avrò compassione di chi avrò
compassione” (Ro. 9:15).
Il testo si potrebbe anche
interpretare in un altro modo. Quando si parla di predestinazione
bisogna sempre tenere conto di una cosa: la prospettiva dalla quale si
guarda la questione (quella eterna di Dio, della quale non possiamo
pretendere di comprendere tutto, e la prospettiva umana). Questo testo,
così, non andrebbe letto nella prospettiva eterna di Dio, come se si
riferisse alla Sua volontà segreta ed efficace, ma dalla prospettiva
della Sua volontà rivelata, per la quale Egli chiama tutti (in modo
promiscuo, generale) ad udire l’Evangelo predicato, per cui un comando
ravvedersi e credere, un dovere: questa (il ravvedimento e la fede nella
Persona e nell’opera di Cristo) è la via di salvezza che Egli ha
prescritto: Iddio è pronto a ricevere ed a salvare chiunque la percorra.
Nessuno potrà giustificarsi dicendo di non avere udito mai l’Evangelo
della salvezza attraverso il ravvedimento e la fede in Cristo.
2. “…il quale vuole che tutti gli uomini siano
salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Ti. 2:4).
Qui l’Apostolo fornisce una
ragione chiara e convincente che è sommamente gradito a Dio che noi
preghiamo in favore di persone d’ogni tipo nel fervente nostro desiderio
che esse si convertano all’Evangelo, unica via di salvezza. Per questo
il Signore Gesù comanda ai Suoi discepoli di estendere a tutti l’appello
dell’Evangelo: “Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli”
(Mt. 28:19), “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni
creatura” (Mr. 16:15). Egli non n’esclude alcun popolo e persona.
Gli apostoli eseguirono questo compito con la massima diligenza e
dedizione (Cl. 1:24).
Sorge però una domanda: in che
modo, però, si può affermare che Dio voglia che tutti gli uomini siano
salvati, quando è chiaro che moltissimi periranno? Forse che la volontà
di Dio è e sarà frustrata, che Dio dovrà “allargare le braccia”
sconsolato, rispetto al fatto ineluttabile che “per forza maggiore”
questa Sua volontà e desiderio non possa essere realizzato? Dio è forse
impotente di fronte a qualcosa di …più grande di Lui, ad un fatto
rispetto al quale Egli nulla può fare?
Per risolvere questa difficoltà
dobbiamo osservare che, nello stile della Scrittura, per “volontà di
Dio”, talvolta s’intende il Suo eterno consiglio e decreto, che la Sua
volontà verrà attuata per Suo intervento diretto o mediato; oppure i
Suoi comandi ed inviti fatti agli uomini di fare ciò che Gli è gradito.
La volontà di Dio, nel primo senso, sempre ed infallibilmente ottiene i
suoi effetti. “Il nostro Dio è nei cieli; egli fa tutto ciò che gli
piace” (Sl. 115:3). Per questo Egli dichiara: “Io annunzio la
fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora
avvenute; io dico: Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la
mia volontà” (Is. 46:10). Se non fosse così, vi sarebbero
cambiamenti nella volontà e consiglio di Dio o un difetto di capacità,
il che però sarebbe blasfemo solo ad affermarlo.
Quelle cose che però Egli
comanda e nelle quali Egli si compiace, spesso non sono eseguite a causa
del peccato e dell’empia ostinazione umana, cosa che Egli decreta di non
impedire e che verrà comunque un giorno severamente castigata senza
attenuanti, perché la giustizia di Dio è altrettanto assoluta come il
Suo amore. Egli dice, ad esempio: “Io non mi compiaccio della morte
dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva” (Ez.
33:11). Egli non ha piacere alcuno nel castigare l’empio, ma lo deve e
vuole fare perché è giusto. Egli permette che avvenga ciò che qui
descrive: “io ho chiamato, e voi non avete risposto; ho parlato, e
voi non avete dato ascolto; ma avete fatto ciò che è male ai miei occhi
e avete preferito ciò che mi dispiace” (Is. 65:12).
Dunque, Egli vuole che tutti gli
uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità: si tratta
però di un comando spesso disatteso e che sarà giudicato di conseguenza.
Questa distinzione nella volontà
divina è chiaramente presente nella Scrittura: quando il testo dice: Io
voglio “che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza
della verità” dobbiamo comprenderlo non come una volontà espressione
di un decreto, ma come espressione di ciò che Gli sarebbe gradito, cioè
che un peccatore giunga al ravvedimento ed alla fede. Quest’amore di Dio
verso gli uomini è stato manifestato quando Egli ha aperto loro una via
di salvezza attraverso un Mediatore, e da tutte le istruzioni, inviti,
comandi e promesse dell’Evangelo e che assicurano che chiunque venga a
Cristo nei termini dell’Evangelo, non sarà in alcun modo respinto.
Nessun credente ravveduto sarà escluso dalla Sua misericordia salvifica.
|