Qual è il ruolo della donna nei progetti creativi di Dio secondo Genesi 2?

Nel secondo capitolo della Genesi troviamo l’uomo che cammina nel Giardino in comunione con Dio. L’uomo è uno spirito vivente in un corpo fisico e manifesta la personalità caratteristica dell’anima. A questo punto Dio gli dà un progetto di ricerca: deve investigare il mondo animale in cerca di una possibile controparte per sé. Dio sapeva che non vi avrebbe trovato ciò che cercava, ma mentre lo fa, egli trova almeno tre meravigliose verità:

(1) In primo luogo, apprende che la donna non avrebbe dovuto essere una bestia da soma come gli animali, perché questo non adempirebbe in nessun modo il suo bisogno di aiuto e di compagnia.

(2) In secondo luogo, diventa evidente che la donna non avrebbe dovuto essere semplicemente un laboratorio biologico per la produzione di figli. Questo è ciò per cui gli animali usano il sesso, ma non sarebbe stato sufficiente per i bisogni di Adamo. La sessualità umana, quindi, è diversa da quella degli animali.

(3) In terzo luogo, Adamo apprende che la donna non avrebbe dovuto essere qualcosa di esterno a sé stesso – qualcosa da usarsi a capriccio dell’uomo e poi gettata via. Le donne devono essere “aiutanti”, adatte a lui, e corrispondenti a lui.

Così, in questo notevole testo, ci viene detto che Adamo cadde in un sonno profondo e prese una sua costola e con quella fede una donna e gliela portò. Questo temporaneo “sonno” d’Adamo suggerisce con forza ciò che pure la psicologia moderna conferma, cioè che il rapporti nel matrimonio sono molto più profondi che un affetto superficiale. Essi non toccano solo la vita consapevole, ma anche il subconscio come pure l’inconscio.

Il capitolo 2 termina con l’affermazione meravigliosa dei principi che Dio intende per il matrimonio. Il primo e più fondamentale è che il matrimonio implica una completa identità fra i partner. I due diventano uno. Non si tratta di un atto magico immediato che accade durante o immediatamente dopo un matrimonio, ma avviene quando una coppia vive assieme, fondendo la loro psiche, facendo convergere le loro vite e creando un’unica storia.

Il secondo principio è quello del ruolo di conduttore che segna il ruolo dell’uomo il quale è chiamato a determinare la direzione in cui una famiglia deve dirigersi e le responsabilità della donna di appoggiare e sostenere il ruolo di conduzione dell’uomo.

Il terzo fattore che qui si evidenzia è quello della permanenza. Uomini e donne devono unirsi uno all’altra – lui deve stare con lei e lei con lui, perché il matrimonio è un legame permanente.

Il quarto fattore è rivelato nel versetto che parla della nudità senza vergogna di Adamo ed Eva. Questo indica chiaramente l’apertura e la libera comunicazione che ci deve essere fra i due.

(Da Highlights of the Bible di Ray C. Stedman).

 

Tempo di Riforma - a cura del past. Paolo Castellina - Scrivici cliccando qui