La Bibbia è stata forse cambiata ed adulterata?
di Gaetano Rizzo
La parola di Dio è stata sempre attaccata in passato come nel
presente. L'avversario delle nostre anime ha sempre tentato, sia
servendosi della persecuzione, sia con false teorie come la
cosiddetta "critica biblica", di distruggere la sacra
Bibbia. Persino durante l'antico Israele, inducendo parte del
popolo di Dio all'apostasia, cercava con ogni sforzo di
distruggere il testo sacro. Ancora oggi, la sua tattica non è
cambiata, egli tenta di instillare nella mente degli incauti che
le Sacre Scritture sono adulterate e amputate al punto che interi
libri canonici le sarebbero stati tolti lungo l'arco dei secoli.
Sappiamo però, grazie a documenti storici attendibili, senza
contare poi di come Iddio stesso ha sicuramente protetto la sua
Parola (e di questo siamo sicuri), che la verità è un'altra. Innanzitutto
incominceremo ad elencare varie testimonianze, scritti autorevoli,
i quali senza paura di smentite, confermano di come sia giusto
avere piena fiducia sull'integrità della Bibbia.
Innegabile è costatare che il Vecchio Testamento oggi in
nostro possesso, definito anche testo massoretico perché frutto
del lavoro di rabbini chiamati appunto massoreti, sia già di per
se un'opera straordinaria. Questi copisti israeliti vissuti tra
il quinto e il decimo secolo selezionarono con dovizia di
particolari i manoscritti più fedeli ed attendibili, e con
puntigliosa precisione iniziarono il lavoro di copiatura
prestando attenzione al minimo errore, al punto da conteggiare
ogni piccola sillaba e addirittura tutte le lettere degli stessi
manoscritti in loro possesso. Non c'è ombra di dubbio che questi
rabbini fecero di tutto affinché il vecchio testamento in
ebraico fosse veramente integro e conservasse pura, intatta e
senza la pur minima corruzione, la Parola di Dio. Come se ciò
non bastasse, altri documenti delle scritture ebraiche, molto più
antiche dello stesso testo massoretico, la cui completa stesura
risale al decimo secolo circa, non fanno che confermare la fedeltà
di quest'ultimo.
Ora n'elencherò alcuni.
MANOSCRITTI DEL MAR MORTO. Poco dopo la fine della seconda
guerra mondiale e precisamente nel 1947, furono scoperti vicino
alla città di Gerico, dei rotoli d'inestimabile valore. Questi
manoscritti ebraici contenevano molti testi, diversi dei quali
erano inclusi nel canone dei 39 libri ispirati del Vecchio
Testamento, altri invece erano apocrifi. Paragonando questi
documenti, a cominciare dal libro d'Isaia, in perfetto stato di
conservazione, con le scritture ebraiche oggi in nostro possesso
(testo massoretico), non hanno fatto che confermare la fedeltà
di quest'ultimo e il risultato straordinario del lavoro di
copiatura rabbinica.
IL PENTATEUCO SAMARITANO. Innanzi tutto questo rotolo porta
tale nome perché appunto contiene solamente i primi cinque libri
che formano la legge di Mosé. Questa versione è molto antica,
infatti, risale a circa quattro secoli prima della nascita di
Cristo. Paragonando tale versione con il rotolo massoretico,
abbiamo un'ulteriore conferma della sua purezza.
LA BIBBIA DEI SETTANTA. Questo documento non è altro che la
traduzione in greco di tutte le scritture ebraiche risalente
addirittura al secondo secolo avanti Cristo. Essendo solo una
traduzione, vista in ogni modo la sua antichità, è stata molto
utile usarla come pietra di paragone, o meglio di confronto, con
il rotolo massoretico (Vecchio Testamento), il quale anche questa
volta ha superato ampiamente l'esame confermandosi incorrotto e
attendibile.
Tenendo conto dei fatti mostrati, possiamo dire senza paura di
smentite che il Vecchio Testamento (o testo massoretico) oggi in
nostro possesso, a parte qualche discrepanza marginale dovuta a
trascurabili errori di copisti, è lo stesso delle origini.
Ora passerò a descrivere com'ed in che modo sono stati
trasmessi a noi i 27 libri delle scritture cristiane. Per quanto
riguarda il Nuovo Testamento, ci sono decine di migliaia di
manoscritti in greco e latino per non parlare delle citazioni in
greco fatte dai padri della chiesa che possono confermare la
piena integrità dei ventisette libri che compongono le scritture
cristiane. Addirittura alcuni di questi testi risalgono
all'inizio del secondo secolo.
Elencherò ora alcuni dei più importanti, mediante i quali si
è potuto verificare di come i vangeli, gli atti e le lettere
degli apostoli e l'apocalisse di Giovanni sono arrivati a noi
incorrotti.
Il codice Alessandrino. Questo testo risale
al quinto secolo dopo Cristo. In esso è incluso quasi tutto il
nuovo testamento, oltre all'antico.
Il Codice Sinattico. Esso contiene tutto il
nuovo testamento e risale al quarto secolo dopo Cristo.
Il Codice Vaticano. Tale testo è del quarto
secolo.
Di fronte a questi fatti, a tali testimonianze, le quali non
fanno che DIMOSTRARE la piena attendibilità della Bibbia oggi in
nostro possesso, non possiamo far altro che ringraziare il
Signore per aver protetto la sua Parola durante l'arco di
millenni, nonostante gli innumerevoli tentativi di distruggerla
da parte di tanti uomini scellerati e apostati presenti siano tra
il popolo ebreo che quel cristiano. Altra idea da confutare
riguarda la corruzione del canone. Secondo tale tesi, non pochi
libri canonici sarebbero andati interamente distrutti e perduti.
Vedremo che non è così. Articolerò le mie domande e risposte
nei seguenti punti.
DOMANDE.
1) Qual è il significato della parola canone?
2) Come si determina il canone?
3) Gli ebrei potevano stabilire senza pericolo d'errori il
canone del Vecchio Testamento?
4) Apocrifi delle scritture ebraiche.
5) Dio ha guidato la Chiesa nel redigere il canone del Nuovo
Testamento?
6) Apocrifi delle scritture cristiane.
RISPOSTE.
1) Il termine "CANONE" ha origine dal greco, e il
suo significato è: "Riga che serve per misurare". Tale
parola è utilizzata anche nel nuovo testamento ed in particolar
modo per indicare i limiti dell'apostolato di San Paolo 2
Cor.10,13.15-16; ed anche per indicare il limite della dottrina
cristiana la quale non può essere oltrepassato, insegnando
eresie.
2) Per sapere con sicurezza se un libro biblico è canonico,
in altre parole Parola di Dio, esso deve essere
ispirato. Difatti lo sono tutti i 39 libri che formano la Bibbia
ebraica. Il Signore stesso rende i suoi servi capaci di
discernere se un libro viene da lui o meno, o se contiene
realmente il suo messaggio. A questo riguardo sono molto
interessanti le parole di Gesù in Giovanni 10,3-4: "A
lui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli
chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori. Quando ha
messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore
lo seguono, perché conoscono la sua voce". Si. Coloro
che appartengono a Dio, riconoscono, capiscono se è lui a
parlare, sia dal suono della sua voce, sia dal contenuto delle
sue parole.
3) Il Signore ha reso gli ebrei fedeli in grado di distinguere
i libri ispirati o canonici, da quelli che non lo erano. In
Romani capitolo 3, verso 2 è scritto: "Grande in ogni
maniera; prima di tutto perché gli oracoli di Dio furono
affidati a loro" (Nuova Diodati). E' vero che durante
la storia d'Israele ci sono stati molti periodi d'apostasia, ma
anche nelle situazioni peggiori, Jahveh ha avuto sempre un
rimanente che gli è rimasto ubbidiente. Si legga nelle scritture
ciò che successe durante il regno d'Acab e in particolare
soffermiamoci su 1 Re 19,18. Al vero Israele Iddio ha dato le sue
rivelazioni veterotestamentarie come afferma anche Romani 9,4: "Essi
sono Israeliti, Dio li ha scelti come figli e a essi ha
manifestato la sua gloriosa presenza. Con loro, Dio ha concluso i
suoi patti e a loro ha dato la *legge, il culto e le
promesse." Parola del Signore". E' ovvio che
l'Onnipotente diede loro pure l'illuminazione e la forza
necessaria per discernere e proteggere gli scritti sacri senza
aggiungere ad essi nulla di non ispirato, selezionando con
dovizia i libri ispirati da quelli apocrifi fino a metterne
insieme 39 i quali poi costituiscono il testo massoretico. In
caso contrario l'Eterno non avrebbe mai affidato loro i suoi
"oracoli", sapendo che poi li avrebbero danneggiati,
adulterati e amputati gravemente. Un'ulteriore prova della piena
attendibilità del Vecchio testamento ha due importanti discorsi
d'autorevoli ebrei del I secolo, quella dello storico ebreo
Giuseppe del primo secolo dopo Cristo nella sua opera: Contro
Apione 1,8; e la testimonianza di Filone vissuto al tempo degli
apostoli, scritta in Eusebio, Preparazione Evangelica 6,6.
4) La maggior parte dei libri apocrifi del Vecchio Testamento,
sono inseriti nella traduzione greca del Vecchio Testamento dei
"SETTANTA". Ora li elenchiamo:
1 e due Maccabei, Tobia, Giuditta, Baruc, Ecclesiastico o
Siracide e Sapienza, più delle aggiunte apocrife a libri
ispirati, come: aggiunte ad Ester, Lettera di Geremia, aggiunte a
Daniele (preghiera d'Azaria, il cantico dei tre giovani, Susanna
e i due giudici e Bel ed il drago). La Chiesa romana erroneamente
considera tali scritture ispirate classificandole fra i
deuterocanonici ed inserendoli nel "suo canone",
contraddicendo non solo gli ebrei, ma anche il pensiero di molti
"Padri della Chiesa" (cristiani autorevoli vissuti
agl'inizi del cristianesimo). Ora n'elencheremo diversi. Gregorio
Nazianzeno, Atanasio, Ilario di Poitiers, Cirillo di Gerusalemme,
Gregorio Magno, il quale secondo la chiesa di Roma è stato papa,
ecc. Tutti questi "padri" considerano i
"deuterocanonici" non ispirati: In modo particolare, ha
grande importanza l'opinione di Girolamo. Questi nel Prologus a
Graziano afferma che bisogna accettare come scrittura ispirata
solo i libri che formano il canone palestinese, ossia i 39 delle
scritture ebraiche, senza i deuterocanonici per non parlare anche
di tutti gli altri apocrifi presenti nella Bibbia dei settanta e
no. L'elenco potrebbe continuare.
La "SETTANTA" include anche altri libri apocrifi.
III e IV Esdra, III e IV Maccabei, le odi e i salmi di Salomone e
la preghiera di Manasse. Altre scritture classificate dagli
"amministratori degli oracoli di Dio" (leggi risposta n°3)
come non ispirate, a parte pochi versetti di alcune d'esse
inseriti nella Bibbia e che non si trovano nella Settanta ma
menzionati dalla stessa Parola di Dio sono: Il Libro delle Guerre
dell'Eterno (Num.21: 14), le Memorie del profeta Iddio (2
Cr.13:22), il Libro di Hozai (2 Cr. 33,19), il Libro del Giusto
(Gios.10,13; 2 Sam. 1:18), da Laodicea (Col. 4:16), il Libro di
Nathan il profeta (2 Cr. 9,29), gli Atti di Salomone (1 Re
11:41), il Libro di Samuele il veggente (1 Cr.29:29), il Libro di
Nathan il profeta (2 Cr. 9:29), agli Efesini (Ef. 3:3); il Libro
del patto (Es.24:7) le Storie del profeta Shemaiah (2 Cr.12,15),
, la Storia di Jehu (2 Cr. 20,34), il Libro d'Enoc (Giuda 1,14),
epistole ai Corinzi (1 Cor. 5:9), e di Giuda (Giuda 3). Veramente
dobbiamo ringraziare Jahveh, il quale non ha permesso che questi
ed altri rotoli apocrifi fossero aggiunti a quelli canonici.
Gaetano Rizzo
(Salva diversa indicazione, le citazioni bibliche sono tratte
dalla "Versione Nuova Riveduta").
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