Salmo 66

Una vibrante testimonianza

L’invito a venire a vedere è rivolto a tutta la terra, fra appelli a lodare Dio e riconoscerne la potenza, anche solo con riluttanza. Ciò che le nazioni devono vedere e riconoscere è l’attività di Dio in favore del Suo popolo, dall’esodo alla conquista di Canaan, attraverso la disciplina di susseguenti generazioni e l’esilio in Babilonia.

In effetti, quando le nazioni circostanti pensavano di avere finalmente distrutto Israele, Dio ne aveva preservata la vita. Questo credente è tanto commosso persino dal considerare la versione condensata di una tale meravigliosa storia, che egli promette elaborati rendimenti di grazie, il pieno ristabilimento del tempio e del suo sistema sacrificale.

L’invito a venire ad udire è rivolto ad Israele, a venire ad udire ciò che Dio ha fatto per lui, sebbene egli sia molto parco nel fornirne i dettagli. Egli ha fatto esperienza di difficoltà (v. 14); vi è stata la tentazione di peccati interiori segreti che minacciavano la sua alienazione da Dio, ma ora questo felicemente è storia passata.

I versetti 16-20 potrebbero rappresentare la testimonianza di Israele, se non fosse presente il pronome personale. Probabilmente lo scrittore intende dire che come nell’esperienza storica di Israele, lo stesso è avvenuto nella sua vita personale. Dio non ha respinto la sua preghiera né ha trattenuto le benedizioni promesse nel Suo patto. Tutte le generazioni dovrebbero cantarlo!

Dio è fedele: che il Signore ti dia di poter testimoniare davanti a tutti, in modo altrettanto vibrante, ciò che Dio ha fatto per te. Non pensare, però, che tu debba poter raccontare di strabilianti miracoli: l’opera redentrice di Cristo, applicata alla tua anima dallo Spirito Santo, che ti giustifica davanti a Dio e ti impartisce ogni sorta di benedizioni spirituali, e questo proprio a te, che agli occhi di Dio non sei altro che un miserabile peccatore, non sarebbe già questa oggetto di entusiasmante personale testimonianza?