Salmo 115

A chi diamo gloria?


Molte antiche traduzioni uniscono questo salmo a quello che lo segue, in particolar modo la Septuaginta, e la latina, ma in ebraico si tratta di un Salmo a sé stante. In esso ci viene insegnato (1) che la gloria di ogni cosa deve sempre andare a Dio, e non a noi stessi; (2-8) a Dio e non agli idoli (di qualunque natura siano, anche „moderni"). Dobbiamo dare gloria a Dio: (9-15) confidando in Lui, nelle Sue promesse e benedizioni; benedicendolo (16-18).

L‘essere umano non ha motivo alcuno per inorgoglirsi e per „credersi chissà chi". Un‘alta opinione dei nostri presunti meriti non deve aver spazio nelle nostre preghiere e lodi: al centro vi deve sempre essere la gloria di Dio. Tutti i nostri „canti" devono echeggiare questo umile motivo: „Non a noi, non a noi…". Solo al Tuo nome vada ogni onore e gloria. Deve essere questo il nostro fine ultimo e più alto delle nostre preghiere, e per questo va al primo posto dello stesso Padre Nostro, il motivo che guida tutto il resto della preghiera: „Sia santificato il Tuo nome", solo più avanti viene „Dacci oggi il nostro pane quotidiano!".

L‘autoglorificazione dell‘uomo è comune anche nel campo cristiano. Alcuni ritengono infatti che per la salvezza „un po‘ di gloria" debba andare all‘uomo a causa delle sue opere meritorie… oppure a causa della sua meritoria fede, per aver fatto a Dio l‘onore di credere al Suo Evangelo… Tutto però è grazia di Dio: se fosse per opere anche all‘1% non sarebbe più grazia. Avrebbe potuto Lazzaro dare un po‘ di merito anche a sé stesso per aver voluto uscire fuori dalla tomba dopo esserne stato chiamato fuori da Gesù? Avrebbe potuto vantare altro merito se non quello dell‘amore che Gesù aveva per lui? Lazzaro era morto, come spiritualmente morto ed incapace di una qualsiasi risposta a Dio è ogni peccatore che Dio chiama a salvezza dandogli la capacità di rispondergli. A Dio solo tutta la gloria!

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _