Geremia 36:1-19

…uomo avvisato mezzo salvato!

Iddio non cessa di reiterare l’appello affinché il re Ioiachim ed il popolo si ravvedano dalle loro iniquità e peccato. Iddio è sempre disposto al perdono e a non mandare più ad effetto le minacce di castigo loro rivolte. Quello di Dio non è mai, però, un perdono a buon mercato, Dio non “passa sopra” come se nulla fosse alle trasgressioni del patto che Egli ha stipulato con il Suo popolo. Fin dall’inizio i patti erano chiari: fedeltà – benedizione, infedeltà – conseguenze negative (e pure molto dolorose). Nessuno, perciò si deve fare illusioni, o prendere la cosa “sotto gamba”. Non è “eccessivo rigore” quello di Dio: è questione di serietà e di giustizia. Siamo noi che prendiamo spesso le cose un po’ troppo “allegramente”: con Dio non si scherza! Così, affinché le profezie rivolte al popolo per bocca di Geremia non rimangano “parole al vento”, Dio esige che vengano poste per iscritto, nella loro interezza, affinché nessuno possa giustificarsi dicendo di non avere udito, di non avere inteso, o dire magari “se c’ero, dormivo”. Troppo facile liberarsi di Geremia rifiutandosi d’ascoltarlo: tapparsi le orecchie non giova. Ecco così che Geremia detta le parole di tutte le sue profezie al suo segretario Baruch e questi va e le legge agli ufficiali del popolo. Sono parole scomode e scottanti che il re non vuole udire. La sua corte cerca di “filtrare” la cosa, ma invano. Il re ed il popolo dovrà udire, che gli piaccia o non gli piaccia. Troppo comodo udire solo cose piacevoli e gradite. Geremia per loro è solo “uno scocciatore”, un menagramo, o peggio, un traditore, non credono a quanto annuncia, ma quando le cose che aveva preannunciato avverranno (ed avverranno senza ritardo), non potranno dire di non essere stati avvertiti.

Anche oggi predicatori compiacenti dicono alla gente solo quello che la gente ama udire. Non vogliono rischiare di essere impopolari, di essere respinti, o di “perdere il posto”. Non è di moda parlare di giudizio di Dio e di inferno. Meglio tacere queste cose? Meglio dire che “tanto” Dio è buono e che perdonerà tutti …senza personale ravvedimento ed obbedienza? A qualcuno oggi “conviene” dimenticare che l’Evangelo non è solo rivelazione dell’amore di Dio, ma anche della (giusta) ira di Dio (Romani 1:18). Dire la verità (per quanto scomoda) non può essere “un’opzione”. Geremia lo sa. E noi?

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _