Genesi 4:1-15 Due tipi di persona e di culto Possiamo credere che dopo la caduta Dio avesse comandato ad Adamo di versare il sangue di animali innocenti e di bruciarli col fuoco. In questo Egli voleva prefigurare il castigo che i peccatori meritano, la morte stessa del corpo, e l’ira di Dio, di cui il fuoco è noto simbolo, come pure le sofferenze vicarie di Cristo: che magnifica prefigurazione primordiale della grazia di Dio! Il culto, poi, non può essere invenzione umana né può essere regolato dall’umano arbitrio. Dio lo stabilisce e lo regola e fissa pure le giuste disposizioni del cuore di chi lo celebra. Caino però non rende culto a Dio secondo quanto Egli ha comandato e nemmeno la disposizione del suo animo è giusta. Il suo cuore è orgoglioso ed incredulo. Un’offerta di frutti della terra costa di meno... Abele viene a Dio riconoscendosi peccatore secondo ciò che Dio ha stabilito e lo fa con umiltà, sincerità e fiduciosa ubbidienza. Il sacrificio di Abele viene accolto, non quello di Caino. In ogni tempo vi sono stati sempre dei Caino e degli Abele. Da una parte gente orgogliosa e dal cuore indurito che disprezza il metodo evangelico di culto e di salvezza che Dio ha stabilito, gente che pretende di compiacere a Dio a proprio modo; come pure umili credenti che si avvicinano a Lui nel modo che Egli ha stabilito. Un cuore "autonomo" e ribelle, che non si premura di purificarsi nei modi che Dio ha stabilito, diventa il vespaio di ogni sorta di malvagi ed irrefrenati pensieri e conseguenti azioni. Chi compie il proprio dovere è invidiato ed odiato, è un vivente atto di accusa che deve essere fatto sparire da davanti ai nostri occhi... Il destino di chi non si sottomette alla legittima sovranità di Dio è ben triste: è quello di errare senza meta lontano dalla fonte della vita. Questi sarebbe ben presto distrutto se Dio non ne avesse comunque una qualche pietà, come verso Caino. Caino non si ravvederà, ma darà origine a una generazione "a sua somiglianza", non priva di pregi, ma sostanzialmente sprecata. |