Genesi 26:17-35

Le benedizioni di Dio diventano

facilmente terreno di contesa fra gli uomini: vv.17-22

La prosperità che accompagnò Isacco era vista non solo come un qualcosa di invidiabile, ma da parte dei pastori di Gherar anche come qualcosa di rubato a loro. Per essi, che non conoscevano la grandezza di Dio, la terra e l'acqua erano dei diritti da salvaguardare a tutti costi. Ma Dio è il Creatore ed Egli darà ciò che vuole a chi vuole. Le recriminazioni dei pastori non poterono soffocare la generosità di Dio!

Le benedizioni di Dio, però, appartengono sempre a Lui: vv.23-25

In modo molto dolce, in mezzo a tutta la confusione della contesa umana, Dio conferma il Suo disegno ad Isacco. Proprio quando dà l'abbondanza dell'acqua, gli fa capire di essere intenzionato di continuare a benedirlo, e ad accompagnarlo nella sua vita.

Le benedizioni di Dio portano gloria al Suo nome: vv.26-33

Comunque la presenza di Isacco a Gherar fosse giudicata, la mano di Dio restava sempre su di lui. Le parole di uomini che a tutti gli effetti non riconoscono Dio sono troppo sincere: "abbiamo chiaramente visto che l'Eterno è con te". La grandezza di Dio non può essere minacciata o soffocata da contese umane. Dio si onorerà.

Le benedizioni di Dio, mal usate, portano a profonda tristezza: v.34

La nota triste di questo brano è proprio riservata a quest'ultimo versetto: colui che aveva ricevuto e disprezzato la primogenitura, ora disprezza la promessa di Dio riguardo ai Suoi e si mette in dei legami di matrimonio che Dio non può benedire.


Genesi 26:17-35

Persistenza

"Vediamo chi ha la testa più dura", sembra dire Isacco e la sua gente per contrastare l’opera dei Filistei che, turando i preziosi loro pozzi, vorrebbero costringerli ad andarsene. "Questa. è la terra che Dio, nella Sua misericordia, ci ha assegnato. Noi la rivendichiamo e persistiamo nel volervi tenere aperti i pozzi che Abramo ci aveva provveduto. Anzi, noi scaveremo nuovi pozzi, per noi e per le future nostre generazioni. Dio è fedele ed onorerà la nostra fede e persistenza. Dio così rinnova loro le Sue promesse e ad alcuni loro vicini non rimane altro che fare un trattato con loro: "Tanto questi non ce li toglieremo più di mezzo…". La persistenza è stata vincente.

Questo testo è stato interpretato spiritualmente da alcuni che vi hanno visto un parallelo fra i pozzi e le risorse spirituali fornite da Dio al Suo popolo. I Filistei di turno vorrebbero turare questi pozzi per poter meglio dominare il popolo di Dio. E’ necessario però perseverare e regolarmente riaprire i "pozzi" delle risorse spirituali dei padri della nostra fede. Non solo questo, ma anche scavare nuovi pozzi per questa generazione (non si può vivere solo del retaggio del passato), e provvedere a nostra volta, nuovi "pozzi" per le future nostre generazioni spirituali. Cercano sempre di impedirci di attingere all’acqua viva che si trova nella Bibbia come Parola di Dio. Vorrebbero farci perdere in essa la fede, relativizzandola o negandone il valore. Essa però ha nutrito generazioni di credenti di ogni tempo e paese, ed essa continuerà a nutrire noi e le generazioni future, dando vigore alla fede ed all’azione del popolo di Dio. Non ci lasceremo intimidire dai nostri avversari, da coloro che ci vorrebbero dominare, non ci lasceremo intimidire dalle loro pretese ed arroganza. Li sfideremo con la nostra "testarda" insistenza, e vedremo alla fine chi vincerà!

 

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _