Genesi 24:1-28 Abrahamo sceglie di rimanere
fedele a Dio: vv.1-9 La nota dominante della conversazione tra Abrahamo ed il capo dei suoi servi è che davanti ad un problema concreto, si sceglie di non tornare sui propri passi. Dio aveva condotto Abrahamo fuori dal suo paese natio verso una nuova patria. Benché Abrahamo non l'avesse ricevuto materialmente, la promessa di questa terra sarebbe passata da lui ad Isacco. Se questi, il figlio della promessa avuto da Sara, fosse tornato al paese di origine, la promessa sarebbe stata resa vana.Però il problema era reale: come si sarebbe potuto trovare una moglie se c'erano solo donne "forestiere" nelle immediate vicinanze? La scelta di Abrahamo, comunicata con vigore al suo servo fu di cercar moglie al figlio nel suo paese di origine, senza però portarvelo. Di fronte alla tanto naturale quanto pressante domanda:"Il servo riuscirà?", Abrahamo consacra il suo servo a Dio. Il servo di Abrahamo sceglie di
essere guidato da Dio: v.10-28 Questo servo, che per tutto il racconto rimane anonimo, avviandosi a quest'impresa il cui successo non sembrava assicurato, chiede ripetutamente la guida di Dio. All'inizio il suo rivolgersi a Dio è naturale (v.12), ma anche quando l'impresa arriva ad un punto cruciale egli non si dimentica di Dio (v.21). E quando l'opera sembra avviarsi ad una conclusione felice, la sua prima azione non è di congratularsi con se stesso ma di inchinarsi ed adorare Dio. (v.26-27) Nei problemi banali della vita, io scelgo di rimanere fedele alla Sua chiamata? |