Genesi 14:1-16

Il dovere della solidarietà

In questo episodio Abramo manifesta fede ubbidiente rischiando in guerra per liberare suo nipote. È l'unica azione militare che mai Abramo intraprenda. Essa però non è promossa da avidità ed ambizione, ma solo per solidarietà, non per arricchire sé stesso, ma per aiutare un amico. La sua vittoria è sorprendente, dato che l'aggressiva confederazione di cinque re aveva appena conquistato molte città cananee ed una confederazione di cinque re del Mar Morto.

Notate come Abramo consideri Lot "suo fratello". Rammentarsi del rapporto esistente fra di loro, sia per natura che per grazia, gli fa dimenticare le dispute che avevano fra di loro. Questo mette in evidenza come noi pure si debba essere pronti, ogni qual volta ci è possibile, a soccorrere e sollevare coloro che si trovano in distretta. Inoltre, sebbene altri possano avere mancato nei nostri confronti, questo non giustifica che noi si debba fare altrettanto verso di loro. Qualcuno ha detto che è più facile perdonare ai nostri nemici che ai nostri amici. Noi però siamo obbligato a perdonare entrambi. Notate infine come Abramo liberi, oltre a Lot, pure il resto dei prigionieri, sebbene gli siano estranei e non avesse verso di loro alcun obbligo. Quando ne abbiamo l'opportunità è nostro cristiano dovere far del bene a tutti indistintamente.

Abramo l'Ebreo. Si tratta forse di una identificazione etnica che designa Abramo come discendente di Eber. Alcuni però credono che il termine derivi da Habiru, un termine dispregiativo usato per designare una classe sociale ampiamente dispersa di semi-nomadi dell'antico Vicino Oriente nel secondo millennio a. C.

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _