Giudici 18:1-13

La necessaria funzione dell’autorità

Come l’idolatria si fosse insinuata nella famiglia di Mica lo abbiamo letto nel capitolo precedente, ora, in questo capitolo troviamo come di lì venne diffusa fra la tribù di Dan. La tribù di Dan aveva visto assegnarsi la loro porzione di terra per ultima, e le era stata assegnata pure una città considerevole nell’estremo nord di Canaan. Ora qui ci vien detto come avessero mandato delle spie per esplorare altro territorio di cui impossessarsi approfittando che non vi era nessuno in autorità, e come avessero conosciuto il sacerdote di Mica (1-6), quali incoraggianti resoconti le spie avevano loro dato (7-10), e quali forze furono inviate per conquistare Lais (11-13). Notiamo in questo racconto:

1. Il loro desiderio è pur quello di consultare il Signore Iddio in questa loro impresa. Essi però avrebbero potuto passare da Shilo e consultare il sommo sacerdote, ma preferiscono il levita di Mica con gli idoli di casa sua, e questi fa loro credere di avere per loro un oracolo del Signore. Forse in questo modo si sarebbero garantiti oracoli più compiacenti e si sarebbero messi "la coscienza a posto" dicendo di aver pure "consultato Dio".

2. Notiamo poi il concetto biblico di come l’autorità politica sia stabilita da Dio come freno della malvagità umana, "un ministro di Dio per il tuo bene... egli non porta la spada invano... è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male" (Ro. 13:4). E’ vero che è solo la grazia di Dio che può rinnovare il depravato cuore umano e volgere il loro cuore al bene, ma il potere dell’autorità è quello di porre un freno alle pratiche cattive e legare le mani che altrimenti potrebbero arrecare gravi danni alla convivenza civile. Sarebbe bello avere il meno possibile di Stato, poche leggi e tutte le libertà, come pure credere al senso di responsabilità dei cittadini. Purtroppo la realtà è ben diversa. E’ necessario difendere i diritti dei cittadini contro ogni prevaricazione e regolare la vita della società prevenendo gli eventuali problemi.

II.

Finalmente un posto in cui essere liberi!?

La tribù israelita dei Daniti non aveva ancora a quel tempo ricevuto un loro territorio da abitare nella terra promessa e quindi fa cercare da alcuni esploratori un posto adatto a loro. Lo trovano nella regione montuosa di Efraim. Sembra un posto buono: è pacifico, fertile, ma soprattutto: “…non c'era nessuno nel paese che imponesse alcuna restrizione e che li potesse riprovare” (7, ND). Questa traduzione è migliore di: “non c'era nessuno in autorità che potesse fare loro il minimo torto” (NR). Per loro, infatti, non si trattava tanto di trovare una regione in cui non vi fossero autorità dispotiche, ma un posto dove autorità proprio non ci fossero, cioè un luogo dove potessero fare senza restrizione tutto ciò che avrebbero desiderato! Di fatto il termine originale ebraico qui per “autorità” letteralmente significa “erede di restrizioni”, cioè che potesse imporre loro dei limiti! Volevano infatti vivere “senza preoccupazioni”, o “senza vergogna” come gli abitanti di Sidone! I Daniti trovano poi nel levita “in servizio” presso la casa di Mica la “sanzione religiosa” della loro scelta e, come vedremo nella prossima sezione, anche adeguati “idoli protettori”!

Ecco dunque un territorio molto conveniente in cui avrebbero potuto essere “liberi”. E’ la libertà alla quale molti oggi aspirano: quella di poter fare senza scrupolo tutto quello che si vuole, senza Dio (o con una religione di comodo) e senza nessuno che faccia applicare le leggi! L’autorità, “il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male” (Ro. 13:4). Sebbene la spada della giustizia non possa tagliare la radice d’amarezza del cuore umano, essa potrà tagliarne i rami ed impedirne la crescita e la diffusione. I peccatori devono essere “svergognati” se non dalla propria coscienza, almeno dalla società. Disonestà, prevaricazione, vizio, inganno, menzogna ecc. devono essere denunziati come peccati. “Gli empi si aggirano impunemente dappertutto, quando tra i figli degli uomini viene esaltato il male” (Sl. 12:8).


Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _