Giudici 16:18-31

Nessuno si faccia illusioni!

In questo testo notiamo quanto siano significativi alcuni suoi aspetti (ce ne sarebbero molti di più).

1. Le fatali conseguenze della sua malriposta fiducia. Sansone apre il suo cuore a Dalila e si addormenta come un bambino sulle sue ginocchia. Quanto amore? Quanta sconsideratezza! Satana rovina anche oggi tanti cullandoli e facendoli beatamente addormentare inconsapevoli del pericolo che corrono. Egli li lusinga facendoli ritenere al sicuro, che "quel peccato" è poca cosa, che non hanno nulla di cui temere: li deruba così della loro forza ed onore rendendoli poi schiavi.

2. Sansone non solo si fida di chi non bisognerebbe fidarsi, ma presume un po’ troppo anche delle proprie capacità. "Egli si svegliò dal sonno e disse: ‘Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò’. Ma non sapeva che l'Eterno si era ritirato da lui" (20). Sansone non era consapevole di aver perduto il favore di Dio, o lo prendeva troppo per scontato!

3. Se l’ultima fase della vita di Sansone è ingloriosa, non così sarebbe stata la sua morte. Senza dubbio si era ravveduto dei suoi peccati perché il favore di Dio gli ritorna. Notate come acquisti forza dal pentimento e dalla preghiera: che cosa ci suggerisce? Di tutto questo ne è segno la ricrescita della sua forza con quella del segno del suo nazireato (20), l’uso che Dio fa di lui per la distruzione dei nemici del suo popolo, e nella rivalsa del Suo onore, offeso dall’insolenza dei Filistei.

4. Quando gli arroganti Filistei vengono distrutti? Quando orano felici, sicuri di aver vinto e baldanzosi; quando tanto lodavano Dagon, il loro dio; quando si prendevano gioco di uno che era consacrato a Dio e lo perseguitavano. Sansone potrà anche essere infedele e colpito da Dio, gli altri però non si facciano illusioni....

II.

L’onore di Dio non può finire nella polvere

I Filistei non possono fare altro che “cavare gli occhi” e rendere schiavo il figliolo di Dio disavveduto: non si possono fare compromessi con loro.

L’infedeltà e gli errori di Sansone, però, non può frustrare i propositi di Dio ed infangare il Suo onore. Sansone potrà anche ridursi a “fare il buffone” per i Filistei (una vergogna in ogni caso), ma non ci si può impunemente prendersi gioco del Dio vero e vivente e permettere che sia data gloria al muto, falso e patetico Dagon. Ecco così che “la capigliatura di Sansone comincia a ricrescergli”. Si noti bene: qui non è questione di capigliatura e la forza di Sansone non sta nei capelli… La forza di Sansone sta in Dio al quale è consacrato, e l’onore e la gloria di Dio non può che prevalere. Sansone attraverso la sofferenza e la preghiera si ravvede. Per la gloria di Dio, per la quale ha un santo zelo, Sansone, che ha imparato duramente la lezione, è così pronto a sacrificarsi, a morire insieme ai Filistei.

Gli effetti della morte di Sansone prefigurano la morte di Cristo, che, volontariamente, depone la Sua vita fra i trasgressori, e così fa crollare “la casa” del regno di Satana provvedendo la liberazione del Suo popolo.

Il peccato di Sansone era stato grande, e giustamente si era meritato il giudizio che cade su di lui. Alla fine, però, egli trova la misericordia del Signore. Tutti coloro che si ravvedono dai loro peccati per trovare rifugio dal castigo che meritano, nel Salvatore, il cui sangue purifica da ogni peccato, otterranno misericordia.

È chiaro, però, che qui non troviamo nulla che possa incoraggiare una qualsiasi persona ad indulgere nel peccato, nella speranza che alla fine si possa ravvedersene ed essere salvato.


Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _