Ezechiele 16:35-63 Ammonimenti
da non prendere alla leggera La degradazione morale e spirituale del
popolo di Dio è qui rappresentata come al colmo. La cosa non può essere più
tollerata da Dio, il quale è "tre volte santo" e ha diritto di
attendersi da Suo popolo "un minimo" di coerenza. Il popolo di Dio però è qui anche ipocrita
perché, con grande faccia tosta, si permette di giudicare dall’alto in basso
"le sue sorelle" non rendendosi conto di fare peggio di loro... Il nostro testo sembra illustrare ciò che
pure dirà l’apostolo Paolo in Romani 2: "Perciò, o uomo, chiunque tu
sia che, giudichi, sei inescusabile perché in quel che giudichi l'altro,
condanni te stesso, Poiché tu che giudichi fai le medesime cose. Or noi
sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità su coloro che fanno tali cose.
E pensi forse, o uomo che giudichi coloro che fanno tali cose e tu pure le fai,
di scampare al giudizio di Dio? Ovvero disprezzi le ricchezze della sua
benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio
ti spinge al ravvedimento? Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente,
ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del
giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita
eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle
opere di bene a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma
ubbidiscono all'ingiustizia, spetta indignazione ed ira" (Ro. 2:1-7). Nell’epoca del liberalismo e del
relativismo come la nostra, che ha influenzato corrompendole, anche molte
chiese, tornare a rivalutare la serietà e l’oggettività degli standard morali
di Dio anche sulla vita di coloro che professano d’essere Suo popolo, è quanto
mai urgente. In ogni caso non prestandovi attenzione, prima o poi "la si
pagherà", che ci piaccia o meno. |