Ezechiele 16:1-22 La
parabola di un figlio degenere "Non ti ho mai fatto mancare nulla e
poi tu mi ricompensi così?". Le parole del testo di oggi risuonano
familiari. Quante volte le abbiamo udite o dette noi stessi trovandoci di
fronte a dei figli degeneri che, nonostante tutto quello che i genitori hanno
fatto per loro, li ripagano con la più totale irriconoscenza, sprecando quello
che hanno ricevuto e andando sulle strade del vizio e della delinquenza!
Attenzione però: spesso i genitori terreni ritengono che "aver dato"
ai loro figli tutto quello che desideravano, intendendo beni materiali, sia
garanzia del loro sano e felice sviluppo. Si sono ritrovati però solo con figli
viziati, irresponsabili e irriconoscenti. Ammesso che "dare tutto" ai
propri figli sia sano (anzi, proprio non lo è), non si tratta solo di beni
materiali di cui i figli hanno bisogno, ma soprattutto di valori morali e
spirituali esemplificati coerentemente dai genitori. E’ vero che anche questo
non è garanzia totale che i nostri figli "vengano su bene", ma è
indispensabile da parte dei genitori. Questioni interessanti, ma il punto del
nostro testo è ancora un altro. Questa è una parabola della condizione
spirituale del popolo di Dio, ieri, ma anche oggi. Dio è il padre che tutto di
sé ha donato. Ecco l’uomo, la donna, che Dio ha redento dalla schiavitù del
peccato tramite il sacrificio di Cristo a lui applicato. Ecco il credente che
lo Spirito Santo ha "ripulito" e santificato dotandolo di doni
inestimabili. Ecco il credente che Dio "ha sposato" unendosi a lui
con un patto indissolubile (Cfr. Ef. 5:24-32). E poi, che succede?
"Dimentica" chi era e che cosa di lui Dio ha fatto, si lascia
attrarre dai "beni" futili di questo mondo,
"prostituendosi" con esso, infangando la sua confessione di fede e
disattendendo le responsabilità che come tale possiede! Che dovrebbe fare (e
fa) Dio in una situazione così? Un severo e giusto castigo è il meno che ci si
possa attendere da Dio! La bontà di Dio si dimostra anche nei Suoi giusti
giudizi. |