Esodo 25:1-40

Il regista, gli attori e lo scenario

La tenda dell’incontro (o tabernacolo) doveva essere segno della costante comunione che Dio voleva avere con il Suo popolo in cammino verso la terra promessa. Dio è presente prima, durante e dopo l’esperienza cristiana, è il suo “regista”. E’ per la Sua costante sovrintendenza e direzione che “il film può riuscire un capolavoro” e gli “attori” devono e possono fiduciosamente ubbidirgli.

I materiali di cui è composto il tabernacolo devono risultare da un’offerta – da parte del popolo – fatta di tutto cuore (v. 2): solo così risulterà accettabile. A che serve un’offerta fatta di malavoglia o un gesto religioso forzato fatto magari solo “per tradizione”? Dio lo rifiuta.

L’arca del patto era prezioso simbolo della presenza di Dio: “là io mi incontrerò con te” (v. 22). Doveva contenere, per esservi conservate con cura, le due tavole di pietra della Legge di Dio come permanente testimonianza del patto che legava il popolo a Dio. La fiduciosa ubbidienza del credente sta al cuore stesso della sua comunione con Dio. Era certo un “bagaglio pesante” da portarsi dietro, ma indispensabile all’identità stessa del popolo. Prezioso, sull’arca, doveva essere il propiziatorio: il trono che proclama la grazia di Dio disponibile ad ogni penitente. “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Eb. 4:16). Nella Legge e nell’Evangelo si manifesta la gloria di Dio.

Nel tabernacolo doveva essere posta pure una tavola con del pane (uno per ogni tribù di Israele), segno di riconoscenza verso la bontà di Dio e della loro comunione con Lui, prefigurazione delle provvigioni spirituali che riceviamo attraverso l’Evangelo di Cristo.

Nell’oscurità della tenda doveva brillare solo il candelabro d’oro a sette braccia, segno della multiforme opera dello Spirito di Dio attraverso la Sua Parola proclamata. Il credente ubbidiente diventa in questo mondo di tenebre, portatore della luce di Dio: “affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita, affinché nel giorno di Cristo abbia di che gloriarmi, per non aver corso invano né invano faticato” (Fl. 2:15,16).

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _