2 Sa. 12.15-31

Evidenze di sincero ravvedimento

Portato, da parte di Dio, il Suo terribile messaggio, Natan si ritira, probabilmente per pregare per Davide. E’ allora che, probabilmente, Davide scrive il Salmo 51 (che vi prego di leggere ora) in cui egli si rammarica profondamente per il suo peccato invocando Dio che lo ristabilisca, se possibile, nel Suo favore. Coloro che davvero si ravvedono del loro peccato, continuano a vergognarsene, anche dopo il loro perdono: “…affinché tu ricordi, tu arrossisca e tu non possa più aprir la bocca dalla vergogna, quando ti avrò perdonato tutto quello che hai fatto, dice DIO, il Signore” (Ez. 16:63). Davide è profondamente umiliato di fronte al Signore, come altrettanto dev’essere stata Bat-Sceba (avrà bisogno di consolazione). Davide digiuna e supplica Dio, ma la sentenza deve aver effetto (nessuno osi mettere in questione la giustizia di Dio al riguardo, perché se è così, deve essere così, e noi non possiamo fare altro che tacere e rammaricarci del nostro peccato). Implorando la sopravvivenza del bambino Davide mostra di essere disposto a portare la vergogna del suo peccato, perché il bambino sarebbe stato sempre una continua memoria d’esso. Certamente il sentimento è pure di grande compassione per quell’innocente, frutto del peccato.

Istruttiva è pure la reazione di Davide dopo la morte del figlioletto. Egli, infatti, si ricompone e cessa ogni espressione di afflizione. Mentre il figlioletto era vivo, infatti, egli riteneva suo dovere importunare il divino favore verso di lui. La preghiera della fede è sempre utile. Finché c’è vita, infatti, c’è speranza, e finché c’è speranza, vi è spazio per la preghiera. Ora però che il bambino è morto, egli ritiene sia dovere accettare ciò che Dio aveva disposto e “mettersi il cuore in pace”. Afflizione e preghiera non avrebbero più potuto fare nulla per quel bambino, non sarebbe ritornato, ma lui un giorno lo avrebbe raggiunto dopo la morte. Non ha alcun senso “pregare per i morti” e di questo non troviamo né comandamento né evidenza alcuna nella Bibbia.

Ora bisognava guardare al presente ed al futuro. Ora c’era Bat-Sceba da consolare e della quale prendersi cura, perché le aveva fatto un grave torto. La “riparazione” del malfare poteva ora solo trasformarsi in amore costante verso quella donna. Essa sarà ripagata diventando “la favorita” persino agli occhi di Dio stesso, perché sarà proprio un suo figlio, Salomone, a succedere al trono di Davide.

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _