2 Sa. 12:1-14
I nodi tornano al pettine
L’antica legge del Signore, che pure Davide
conosceva, dice: “Ma se non fate così, voi avrete peccato contro il
SIGNORE; e sappiate che il vostro peccato vi ritroverà” (Nu. 32:23).
Poteva illudersi, ma, come pure dice il Signore Gesù: “…non c'è nulla
di nascosto che non debba manifestarsi, né di segreto che non debba
essere conosciuto e venire alla luce” (Lu. 8:17). Ecco, così, che
Davide “si scontra” con la Parola di Dio, annunciatagli dal profeta che
Dio gli manda. Sembra, all’inizio, una parabola “innocua”, ma colpisce
nel segno, a vergogna di Davide.
La sentenza sul suo peccato è pure terribile, segno
questo che Dio prende molto seriamente il peccato, e “non ci passa
sopra” come se nulla fosse. Davide non si illuda che il suo malfare non
abbia conseguenze sulla sua vita, e persino sulla vita dei suoi figli e
regno. Certo, avrà il perdono di Dio, perché il suo pentimento è
sincero, ma ormai “la frittata è fatta”. Con quello che ha fatto ha
disonorato soprattutto Dio, perché così dà ai nemici del Signore
“occasione di bestemmiare”.
La sventatezza e cecità di noi peccatori è talvolta
davvero grande. Ci illudiamo, ci giustifichiamo, minimizziamo,
relativizziamo il peccato. Quanto siamo miopi!
Non c’è “perdono facile” per il peccato, perché la
natura del peccato è estremamente maligna, per quanto “insignificante”
possa essere ai nostri occhi. Esso “contamina” l’uomo (Mt. 15:20) e
l’ambiente in cui vive, sporca l’immagine di Dio in lui e, soprattutto,
disonora il Dio tre volte santo, sommamente degno di essere ubbidito, e
sbugiarda la Sua legge e giustizia. Esso è davvero un affronto
inqualificabile a Dio, cosa che noi “moderni” non riusciamo proprio a
cogliere.
Il peccato è e rimane cosa grave: non comprendere
questo significa non comprendere il senso ultimo della venuta del
Salvatore Gesù Cristo, la Sua morte in croce. Perché, infatti, Gesù
indicava come “necessaria” la sua morte in croce? “…Poi cominciò a
insegnare loro che era necessario che il Figlio dell'uomo soffrisse
molte cose, fosse respinto dagli anziani, dai capi dei sacerdoti, dagli
scribi, e fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse” (Mr. 8:31).
Era necessaria perché Egli così avrebbe pagato il necessario debito alla
giustizia di Dio per il nostro peccato. Se solo molti comprendessero
quant’è grave il peccato agli occhi di Dio, non certo “prenderebbero
sotto gamba”, come fanno, la Persona e l’opera di Cristo, ma lo
invocherebbero affinché i benefici del Suo sacrificio fossero applicati
anche a loro.
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