2 Sa 11,14–27
Patetiche giustificazioni
Dopo avere consumato adulterio e “fatto il
patatrac” gli stratagemmi di Davide per nascondere il fattaccio
falliscono miseramente. Il nostro proverbio dice: “Il diavolo fa le
pentole ma non i coperchi”. La “valanga” rotola a valle inarrestabile e
sempre più grossa. Davide si illudeva che fosse solo una piccola “palla
di neve”, ma… Il legittimo marito della donna deve essere tolto di
mezzo… Davide così si macchia pure di omicidio, che rimane tale anche se
cerca pateticamente di mascherarlo giustificandolo. Impartisce da
lontano degli ordini alle truppe, facendole mettere in una situazione
troppo rischiosa. Difatti gli ufficiali sul campo ne sono consapevoli e
pure imbarazzati, perché non vogliono accusare proprio il re di
sventatezza. Sarà, difatti, una mezza disfatta, molti moriranno, ma
l’obiettivo che si proponeva Davide è raggiunto, poco importa a che
prezzo. E poi …si trova sempre una giustificazione: “…la spada divora
ora uno ora l’altro… tanto si deve morire…”!
Non facciamo spesso così anche noi per cose piccole
o grandi che siano? Siamo davvero abili nell’arte del giustificarci! La
“giustificazione” di cui parla la Bibbia, però, è ben altra cosa: è il
Signore Gesù che prende su di Sé, Lui, innocente, le conseguenze del
nostro malfare, affinché, ravvedendocene, ne siamo liberati! Siamo ben
lungi dal meritarlo, eppure, guardate che amore! La vergogna per i
nostri peccati e l’inusitata e costosa generosità di Dio, infatti, è
l’unica cosa che possa far camminare il credente sulla giusta strada.
Un’ultima osservazione. Fra le giustificazioni che
noi “moderni” potremmo tirar fuori per mettere in questione il messaggio
del testo, potrebbe essere quella di “scandalizzarci” non tanto per
l’adulterio di Davide, ma per la guerra che egli sta portando avanti, e
potremmo dire: “La guerra è cosa molto più grave di un adulterio. Non ci
si dovrebbe rammaricare per quel peccato?”. Quelle guerre avevano
però un senso ed una giustificazione legale in quel contesto ed in quel
tempo. La guerra non è mai auspicabile (come non lo è la pena di morte),
ma vi sono momenti in cui potrebbe essere necessaria ed inevitabile
anche di fronte alla giustizia di Dio. Nella Bibbia si fa una
distinzione fra situazioni legali e pubbliche (sancite dalle autorità
legittime e da Dio!), e cose che avvengono per l’arbitrio dei privati,
quand’anche fosse un re. Queste ultime non sono legittime. Il
comandamento del “Non uccidere”, quindi, non ha valenza assoluta, ma
riguarda esclusivamente l’arbitrio privato.
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