2 Sa 11,1–13

Imparare a resistere conviene!

Può essere per molti una delusione vedere “un uomo secondo il cuore di Dio” (1 Sa. 13:14), che tanto ha contribuito alla storia del popolo di Dio ed alla stessa letteratura biblica, cadere così in basso. Quello che commette è certamente ingiustificabile e di cattivissima testimonianza. Questo, però, oltre a confermare il realismo e l’onestà della Bibbia, mostra come anche i credenti non sono né saranno mai perfetti su questa terra. Essi devono lottare contro la corruzione del proprio cuore e le tentazioni e vigilare attentamente su sé stessi. A volte inciampano e cadono, ma il credente autentico comprenderà, come Davide, l’errore, se ne rammaricherà e se ne ravvedrà, ritornando sulla retta via. Sarà perdonato, anche se non potrà pretendere di essere esonerato dalle conseguenze temporali di ciò che ha commesso, il cui strascico potrà perdurare lungo tempo. In ogni caso, pure quanto avviene a Davide è scritto per ammonirci ed istruirci (Ro. 15:4).

Esistono condizioni che favoriscono il peccato, che il credente cercherà di evitare il più possibile. Che cosa conduce Davide a commettere questo grave peccato? (1) La negligenza dei suoi doveri. Un tempo guidava lui l’esercito in battaglia. Ora crede di poter stare beatamente a casa delegandoli ad altri. Non ha la scusa d’avere altri impegni, infatti lo troviamo ad oziare (si alza dal letto …la sera!). (2) Permette alla sua fantasia di vagheggiare ciò che è illecito e ai suoi occhi di indugiare. Giobbe aveva “stretto un patto con i suoi occhi” per non guardare altre donne con desiderio (Gb. 31:1). Ci illudiamo, inoltre, se pensiamo di potere indugiare in fantasie illecite (che già sono peccato, Mt. 5:28) e che queste non si trasformino, prima o poi, in fatti, escogitando, magari, qualche vano stratagemma per non farci sorprendere e pensando di rimanerne impuniti, oppure qualche patetica giustificazione come “il suo diritto” di re, difatti: “la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte” (Gm. 1:15).

Il peccato di Davide, era poi aggravato dal fatto che (1) era già avanti negli anni e non più un giovanotto focoso… (2) aveva già diverse mogli e concubine (che voleva di più?); (3) Uria era uomo onorato, onesto e virtuoso (e si dimostrerà, infatti, molto migliore di lui); (4) Bat-Sceba era una donna di buona reputazione; (5) Davide aveva pure la responsabilità di re e di giudice che amministra, difende e promuove la giustizia.

Certo è che non troviamo traccia d’alcuna resistenza da parte della donna. Il marito lontano per lungo tempo… le sue esigenze... il suo spogliarsi in pubblico… Si, imparare a resistere ed accettare “qualche” sacrificio nella vita conviene sempre! Siamone persuasi!

 

Sezione biblica - Brevi commenti all'Antico Testamento - _