Il rischio delle tendenze settarie nelle chiese evangeliche
Leggi pure una guida alla lettura di quest'articolo a cura di T. Mele qui sotto in calce.
Introduzione
Noi tutti bene conosciamo le sétte più appariscenti come i testimoni di Geova ed i Mormoni. Vi sono però altri gruppi o chiese che non potrebbero essere incluse nella categoria delle sétte perché esteriormente, nella loro confessione di fede, appaiono come del tutto ortodossi, biblici ed evangelici. Caratteristiche settarie, esse le presentano, però, nella loro metodologia e filosofia di ministero, tanto che si può parlare di loro come chiese che operano dei veri e propri abusi, il cui risultato è non meno pericoloso di quello delle sétte.
Per abuso si intende l’uso eccessivo, il cattivo uso, di qualcosa di buono. In inglese vanno sotto il nome di “abusive churches”. Nel suo libro “Churches that abuse”, il dott. Ronald Enroth esamina attentamente diverse di queste chiese. Egli rivela i metodi decisamente settari usati da queste chiese e rileva quali possono essere i tratti distintivi di queste chiese.
Elencheremo ora questi tratti distintivi delle chiese dalle caratteristiche settarie, aggiungendone alcuni altri, dopodiché li discuteremo sommariamente.
- I conduttori di queste chiese si arrogano un’autorità eccessiva.
- I conduttori di queste chiese usano tecniche di manipolazione per acquisire completa sottomissione da parte dei loro membri.
- Esse impongono uno stile di vita rigido e legalistico che comprende per la vita di ogni giorno requisiti rigorosi e minuti dettagli.
- Queste chiese tendono spesso a cambiare nome, specialmente dopo essere state esposte alla critica dei media.
- Esse spesso denunciano con forza le altre chiese perché vedono sé stesse come superiori ad ogni altra chiesa.
- Esse coltivano un complesso di persecuzione e vedono sé stesse come perseguitate dal mondo, dai media, e dalle altre chiese cristiane.
- Obiettivo prioritario di queste chiese sono i giovani adulti fra i 18 e i 25 anni.
- I loro membri riescono ad abbandonarle solo con grande difficoltà e tramite un processo fortemente doloroso a livello sociale, psicologico ed emotivo.
E’ necessario vigilare affinché queste tendenze non compaiano nei nostri gruppi, e chi vive nell’ambito di una chiesa che le presenta farebbe bene a valutare attentamente la situazione e lasciare questa chiesa quando lo si ritiene appropriato. Continuare a starvi potrebbe aumentare il rischio di danneggiare i propri rapporti famigliari e moltiplicherebbe la eventualità di perdere una sana prospettiva sulle cose. I membri di queste chiese spesso sviluppano una visione distorta della realtà, non hanno più fiducia di nessuno, e soffrono di stress, paura e depressione. Alcune fra le persone che hanno lasciato queste chiese continuano a fare esperienza di queste cose anche dopo anni. Vi sono casi documentati di credenti che, in situazioni così hanno sviluppato gravi turbe psicologiche e sono giunti persino al suicidio. E’ importante che i cristiani oggi conoscano bene la Bibbia e imparino a riconoscere tali chiese e fenomeni per non cadervi in trappola.
1. Una dittatura spirituale
Caratteristica centrale di una chiesa con tendenze settarie è una conduzione pastorale che tende ad avere controllo totale dei suoi membri. Il conduttore in una chiesa di questo tipo è dogmatico, eccessivamente sicuro di sé, arrogante, ed il punto focale della vita dei suoi seguaci. Il leader pretende di essere meglio sintonizzato con Dio di chiunque altro. Afferma di avere un’intelligenza delle Scritture che nessun altro possiede, o può affermare di ricevere speciali rivelazioni da parte di Dio. A causa di queste sue asserzioni, la sua autorità e credenze non possono essere messe in questione: ciò che afferma ha valore finale.
Per i membri di questo tipo di chiese, mettere in questione il leader equivale a mettere in questione Dio stesso. Il leader del movimento spesso prende decisioni personali per i suoi membri. Viene proibito pensare da sé, i seguaci diventano completamente dipendenti dal leader. Nella gerarchia di una tale chiesa, il conduttore non deve rendere conto di sé stesso a nessuno. Anche se vi è nella chiesa un corpo di anziani, esso è di solito composto da persone che gli sono particolarmente devote e che mai dissentiranno da lui. questo stile di conduzione non trova alcun appoggio nella Bibbia.
Secondo la Scrittura ogni credente ha uguale accesso a Dio ed è uguale di fronte a Lui perché siamo stati fatti a Sua immagine e noi tutti siamo sottoposti all’autorità della Parola di Dio. In 1 Tess. 5:21 veniamo esortati a misurare ogni insegnamento alla luce della Parola di Dio. Atti 17:11 afferma che persino l’apostolo Paolo era sottoposto all’autorità della Bibbia. Lo stesso avveniva per Pietro. I conduttori ed i loro membri di chiesa devono vivere secondo le Scritture.
2. Manipolazione dei membri
Le chiese con tendenze settarie sono caratterizzate dalla manipolazione dei suoi membri. Per manipolazione si intende l’uso di forze esterne per far si che qualcuno faccia ciò che si vuole che faccia. Qui si usa la manipolazione per costringere la gente a sottomettersi ai conduttori della chiesa.
Le tattiche di manipolazione includono l’uso del senso di colpa, la pressione del gruppo, l’intimidazione, le minacce del castigo di Dio se si disubbidisce. Spesso si esercita una dura disciplina tesa a umiliare e mettere in ridicolo la persona che non si sottomette.
Un’altra tattica è la filosofia del “padre spirituale”. Come viene praticata in molte chiese con tendenze settarie, questa filosofia esige che ogni membro debba obbligatoriamente rendere conto di sé stesso ad un’altra persona di maggiore esperienza che per lui agisce da “padre / madre spirituale”. A questa persona si deve rivelare ogni pensiero e sentimento, come pure discutere con essa le sue future decisioni. Queste informazioni personali non vengono usate per aiutare il membro, ma per controllarlo.
Un’altra forma di controllo è l’isolamento. Le chiese con tendenze settarie possono far si che i loro membri interrompano i rapporti con la loro famiglia, amici, e quanti altri non appartengono al gruppo. Quanto diverso era lo stile pastorale di Gesù, il Buon Pastore, che conduceva il Suo gregge con amore, gentilezza, umiltà e con grande spirito di sacrificio.
3. Uno stile di vita rigido e legalistico
La terza caratteristica di una chiesa con tendenze settarie è lo stile di vita rigido e legalistico dei suoi membri. questa rigidità è risultato naturale dello stile di conduzione. Le chiese con tendenze settarie esigono assoluta devozione alla chiesa ed ai suoi membri. La lealtà alla chiesa ha priorità sulla lealtà a Dio, la famiglia, o su qualsiasi altra cosa.
Spesso si esige o si fa pressione che i membri partecipino a studi biblici cinque, sei o sette giorni alla settimana. Si esige che facciano attività evangelistica: devono dimostrare di avere avuto un determinato numero di contatti periodici, ed alcune chiese hanno persino uno schedario su cui si annota quanto tempo i membri dedicano all’evangelizzazione, ecc. Ad ogni persona si prepara un piano di lavoro quotidiano tanto da compiere incessantemente il ministero della chiesa.
Alcune chiese pretendono che i loro membri usino ogni loro week-end per l’evangelizzazione, o ogni giorno dalle 17 alle 24. I membri di queste chiese frequentemente abbandonano la scuola, il lavoro, o trascurano la loro famiglia per fare i compiti che la chiesa assegna loro. Posseggono anche linee di condotta per come devono vestirsi, vedere persone dell’altro sesso, amministrare le proprie finanze, e così via. questi dettagli vengono considerati della massima importanza in queste chiese. In chiese così, la gente comincia a perdere della propria identità personale e ad agire come robot programmati. Spesso ciò che la chiesa esige loro, insieme ai loro impegni professionali, fa si che abbiano collassi nervosi o cadano in forte depressione.
Gesù parlava di coloro che “Legano infatti pesi pesanti e difficili da portare, e li mettono sulle spalle degli uomini; ma essi non li vogliono smuovere neppure con un dito” (Mt. 23:4). Che contrasto con lo stile di conduzione di Gesù che diceva: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero” (Mt. 11:28-30).
4. Frequente cambiamento di nome
Quarta caratteristica delle chiese con tendenze settarie è quella di cambiare frequentemente il nome della chiesa, del gruppo o dello specifico ministero che portano avanti. Spesso cambiare il nome è una risposta ad una pubblicità sfavorevole da parte dei media.
5. Denunciare altre chiese
Una quinta caratteristica di chiese con tendenza settaria è quella di attaccare costantemente altre chiese cristiane. Esse vedono sé stesse come un élite spirituale. Ritengono di possedere esse sole la verità e che tutte le altre chiese siano corrotte. Quindi esse non si associano mai con altre chiese cristiane. Esse si danno talvolta nomi speciali come: “I berretti verdi di Dio”, oppure: “Il resto fedele”.
C’è un senso di orgoglio nei loro membri perché ritengono di avere uno speciale rapporto con Dio e di essere il Suo movimento nel mondo. La bibbia, però, rende chiaro che non esistono élite spirituali di gruppi o di chiese. Efesini 4:3 afferma;: “studiandovi di conservare l'unità dello Spirito nel vincolo della pace. Vi è un unico corpo e un unico Spirito, come pure siete stati chiamati nell'unica speranza della vostra vocazione. Vi è un unico Signore, un'unica fede, un unico battesimo, un Dio unico e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in voi tutti” (Ef. 4:3-6).
La chiesa cristiana universale è unita dallo stesso Dio, dallo stesso Spirito Santo, e dalle verità fondamentali della Bibbia, le quali includono: la Trinità, l’autorità ultima della Bibbia, la morte e la risurrezione di Cristo, la divinità di Cristo, la giustificazione per grazia mediante la sola fede, ecc. Noi rimaniamo uniti in queste verità. Una chiesa che creda di essere un’élite e non si associa con alcuna altra chiesa, non è motivata dallo Spirito di Dio, ma da orgoglio divisorio.
6. Complesso di persecuzione
La sesta caratteristica segue naturalmente dalla precedente. Proprio perché le chiese dalla tendenze settarie si considerano un’élite, esse si aspettano persecuzione dal mondo e in qualche modo persino la promuovono. La critica nei loro confronti e la denuncia da parte dei media viene considerata prova che esse sono la vera chiesa perseguitata da Satana. Però la persecuzione ricevuta dalle chiese dalle tendenze settarie è diversa da quella ricevuta da Cristo o dagli apostoli. Gesù e gli apostoli erano perseguitati perché predicavano la verità.
Le chiese dalle tendenze settarie ricevono gran parte delle reazioni negative nei loro confronti per il loro stesso comportamento. Ciononostante, qualsiasi critica esse ricevano, non importa per che cosa e non importa da chi, viene considerata un attacco di Satana, anche se le critiche sono basate sulla Bibbia. questo rende difficile testimoniare la fede verso chi appartiene a queste chiese perché questi considererà il vostro tentativo di condividere l’Evangelo come un attacco di Satana perché lo vedrà come una persecuzione. In casi come questi, quando si viene accusati di operare persecuzione, si può rispondere: “Io sono qui a parlarti con la Parola di Dio che tu pure dici di credere. Come può questo essere persecuzione?”.
Questo approccio spesso aiuta a continuare il dialogo con il membro di una chiesa con tendenze settarie che ha subito il lavaggio del cervello di essere portato a vedere qualsiasi critica come persecuzione.
7. Focalizzarsi sui giovani adulti
La settima caratteristica delle chiese con tendenze settarie è quella di cercare soprattutto giovani adulti di 18-25 anni, di classe media, discretamente istruiti, idealisti e spesso cristiani immaturi. I giovani adulti sono l’età perfetta su cui focalizzarsi perché spesso sono alla ricerca di una causa a cui offrire la propria vita, hanno bisogno di amore, affermazione ed accettazione. Spesso queste chiese lo forniscono loro, ed i loro leader spesso assumono il ruolo di surrogato dei genitori.
8. Un abbandono doloroso
L’ottava caratteristica è un processo doloroso di abbandono di queste chiese. I membri di molte chiese hanno paura ad abbandonarle a causa dell’intimidazione, della pressione e delle minacce di giudizio divino. Talora i fuoriusciti sono infastiditi costantemente e interpellati dai loro ex-conduttori. La maggior parte delle volte gli ex-membri vengono pubblicamente umiliati e messi in ridicolo davanti alla chiesa, e si esorta a non aver più con loro alcun tipo di rapporto e persino togliere loro il saluto. Molti che hanno lasciato chiese di tendenza settaria a causa di intimidazione e lavaggio del cervello, sentono in cuor loro di aver abbandonato Dio stesso e di essersi così pregiudicati la salvezza. Non riescono a liberarsi da sensi di colpa.
Nessuno dei loro vecchi compagni non vuole più aver a che fare con loro, e così si sentono isolati, feriti, ed hanno paura del mondo.
Conclusione
Come si può avvicinare ed aiutare persone che appartengono ad una chiesa con tendenze settarie?
(1) Iniziare con la preghiera. Testimoniare l’Evangelo a coloro che sono stati sottoposti ad un lavaggio del cervello in una chiesa con tendenze settarie è spesso intimidente e difficile. Spesso i conduttori non permettono che un loro membro sia avvicinato da un estraneo se questi non è accompagnato da una persona più anziana e d’esperienza, addestrata nel dibattito e nell’intimidazione. Dobbiamo quindi pregare per ottenere un’occasione di parlargli e che lui possa essere aperto a ciò che intendiamo comunicargli.
(2) Mettere questa persona a confronto amorevolmente con alcune tematiche bibliche. Spesso le chiese con tendenze settarie hanno dottrine bizzarre o errate che possono e devono essere rilevate. Per esempio, il conduttore di una chiesa aveva strane dottrine basate sulla sua pretesa di aver ricevuto speciali rivelazioni da Dio. Queste includevano: leggi dietetiche, comportamento sessuale, come decorare la propria casa, ed altre. Il leader di un altro gruppo chiamava i medici “divinità mediche”. Egli inoltre affermava che le medicine avessero nomi diabolici e che, se fossero prese, potessero aprire una persona ad influenze sataniche. Rilevare errori, incoerenze e bizzarrie può aprire la mente di una persona e spingerlo a farsi delle domande.
(3) Condividere articoli di giornale o di riviste su quella particolare chiesa. La chiave è portare la persona a porsi delle domande e a farsi da solo le dovute ricerche. E’ necessario dirle di esaminare ogni cosa con la Scrittura e a non aver paura di porre delle questioni. Se il conduttore ha paura o esita a rispondere alle domande oneste di quel membro di chiesa, la maturità di quella conduzione può essere sospetta. Infine è necessario vigilare diligentemente per non cadere noi stessi in queste o altre tendenze settarie, conservando l’equilibrio necessario nella nostra fede e nella nostra condotta, equilibrio che una lettura corretta della Scrittura non potrà che promuovere.
[Paolo Castellina, mercoledì 2 aprile 1997. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991, da uno studio di Pat Zucker presso la Probe Ministries].
TENDENZE SETTARIE NELLE CHIESE EVANGELICHE?
GUIDA ALLA LETTURA DI UN ARTICOLO[1]
di Tonino Mele
1. PREMESSA
Qualche giorno fa è stato sottoposto alla mia attenzione l'articolo Il rischio delle tendenze settarie di Paolo Castellina, pubblicato nel 1997 nella sezione apologetica del suo sito www.riforma.net. Leggendolo mi son reso conto che più che una valutazione, quest'articolo necessita di una “guida alla lettura”. Mi spiego.
Questo è un articolo di denuncia contro un fenomeno più o meno diffuso che interessa anche le chiese evangeliche e “bibliche”. Tuttavia, è un genere di articolo che rischia di essere uno strumento improprio nelle mani di chi è scontento, a vario titolo, a torto o a ragione, della propria chiesa locale e dei propri conduttori. L'articolo ha il valore di attirare l'attenzione su un fenomeno che esiste e che non va preso sottogamba, ma non va neppure strumentalizzato, facendo facili accostamenti e gratuite identificazioni o buttando all'aria precisi insegnamenti della Scrittura, ad es. quello sulla conduzione ecclesiale. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio e non si deve buttare all'aria “il bambino con l'acqua sporca”.
Insomma, questo articolo non va letto sull'onda dell'emotività che può nascere da una prima lettura, sopratutto se siamo o siamo stati interessati da una situazione ecclesiale difficile, ma va piuttosto riletto e ponderato con attenzione. Di seguito non porremo in discussione tanto la chiarezza e l'attendibilità dell'articolo, anche se qualche rilievo faremo sul metodo seguito, quanto il modo in cui potrebbe essere recepito ed usato. Ed è per questo che riteniamo opportuno fare un analisi che funga da guida di lettura per chi ne fosse interessato.
2. DI COSA TRATTA L'ARTICOLO?
Sin dall'inizio viene fatto un parallelo, che costituisce la tesi di fondo dell'articolo, tra sette vere e proprie e il rischio di tendenze settarie presenti nelle chiese evangeliche. Attraverso un doppio rimaneggiamento (Pat Zucker prima e Paolo Castellina poi) si applicano gli studi di Ronald Enroth, uno specialista nel campo delle sette, alla realtà evangelica “biblica e ortodossa”, denunciando il rischio di una tale deriva anche in mezzo a noi. Anche se questo pone una questione di metodo di cui parleremo più avanti, crediamo che questo rischio sia potenziale e reale allo stesso tempo e vada affrontato.
L'articolo elenca e descrive le seguenti tendenze, definite settarie: autoritarismo e manipolazione da parte del conduttore, legalismo e discontinuità ecclesiale, ipercriticismo interecclesiale e complesso persecutorio, proselitismo giovanile e distacco traumatico dei membri. Forse questi elementi non si riscontrano tutti insieme nella stessa chiesa, però non si può negare che pericoli di questo tipo esistono.
Tuttavia, va notato in pari tempo, che l'articolo definisce questo errore un abuso, ossia un errore in eccesso. Questa precisazione è importante e va tenuta conto da chi legge, altrimenti si rischia di errare per difetto, laddove altri hanno errato per eccesso. In questi casi esiste un aspetto normale della questione, che va riscoperto attraverso uno studio serio ed attento della Scrittura. Ad esempio, laddove c'è un “abuso” di ruolo da parte di chi conduce la chiesa, c'è a monte una “distorsione” dell'insegnamento biblico su importanti materie, quali la conduzione ecclesiale, il discepolato, la disciplina, ecc. Tutte queste materie sono chiaramente insegnate nel Nuovo Testamento ed hanno una precisa collocazione nell'ambito della chiesa locale. Quindi un loro abuso o “uso eccessivo” o “manipolazione”, non deve, per reazione portare ad un errore di segno opposto.
Insomma, avvalersi di questo articolo, per poi predicare l'anarchia, il relativismo dottrinale ed etico, l'individualismo, il nomadismo ecclesiale, ecc. non credo che sia il pensiero dell'autore e il modo migliore per affrontare il problema, laddove esso dovesse presentarsi. Un errore non risolve un altro errore e cadere da una parte per non cadere dall'altra, non è la soluzione. Bisogna anche in questi casi andare alle Scritture e perseguire l'equilibrio che ci presenta l’insegnamento biblico.
3. DI QUALE GENERE DI CHIESA PARLA L'ARTICOLO?
L’articolo descrive questo genere di chiese come legalistiche e ipercritiche verso le altre chiese. Ci sono però alcuni altri dettagli che aiutano a precisare meglio che tipo di chiese ha in mente l'autore.
Si tratta di chiese con una conduzione monocratica: “nella gerarchia di una tale chiesa, il conduttore non deve rendere conto di sé stesso a nessuno. Anche se vi è nella chiesa un corpo di anziani, esso è di solito composto da persone che gli sono particolarmente devote e che mai dissentiranno da lui”. Si tratta di chiese aperte alle rivelazioni extra bibliche: “Il leader pretende di essere meglio sintonizzato con Dio di chiunque altro…può affermare di ricevere speciali rivelazioni da parte di Dio”. Si tratta di chiese aperte a dottrine nuove: “il conduttore di una chiesa aveva strane dottrine basate sulla sua pretesa di aver ricevuto speciali rivelazioni da Dio”. Si tratta di chiese caratterizzate da discontinuità: “caratteristica delle chiese con tendenze settarie è quella di cambiare frequentemente il nome della chiesa, del gruppo o dello specifico ministero che portano avanti. Spesso cambiare il nome è una risposta ad una pubblicità sfavorevole da parte dei media”.
Già presi singolarmente questi elementi rappresentano un pericolo per la chiesa locale, figuriamoci poi quando li si ritrova insieme: essi diventano una miscela esplosiva. Descriviamoli un attimino. La conduzione monocratica non è solo una questione di numero, ma di qualità della conduzione, ossia la tendenza a considerarsi così superiori rispetto agli altri, anche se anziani, da non dover rendere conto a nessuno se non a Dio, col quale si presume di avere un rapporto privilegiato. A questo può essere poi legata l’idea di ricevere rivelazioni personalizzate, che rafforzano la presunta posizione di privilegio da parte di tale conduttore. Egli si pone tra terra e cielo come dispensatore di rivelazioni speciali, che a suo dire non annullano la rivelazione biblica, anzi, in qualche modo, la attualizzano e la completano. È evidente che in questo modo la via alle nuove dottrine è spianata. E, come fa riferimento l’articolo, tutto questo culmina prima o poi in una rottura dell’equilibrio forzato così creato, dividendo la chiesa e costringendola a cambiar pelle: da qui la sua discontinuità.
Anche se la conduzione monocratica, la si può ravvisare in chiese conservatrici nella dottrina e nella prassi ecclesiale e non per niente aperte a rivelazioni extra bibliche, né a nuove dottrine, si deve comunque riconoscere che la tendenza a questo tipo di settarismo è accentuata laddove ci sono persone che si ritengono dispensatori di particolari rivelazioni e di particolari doni. Proprio per il particolare privilegio che pensano di rappresentare, in quanto “unti” e profeti o in quanto guaritori ed esorcisti, finiscono spesso per perdere il contatto con la chiesa e con la realtà, sviluppando un ministero poco incline al confronto e alla verifica fraterna. Eppure, nel Nuovo Testamento, quando un profeta parlava, cioè dispensava delle rivelazioni divine, doveva aspettare con umiltà il suo turno e poi doveva sottostare al giudizio di tutta la chiesa (1Cor.14:29-33).
4. QUAL'È IL CONTESTO GEOGRAFICO DELL'ARTICOLO?Bisogna rilevare che l’autore riprende lo studio di un altro autore americano, Pat Zucker, il quale si rifà ad un altro studioso americano, Ronald Enroth. Quindi, possiamo pure dire che la realtà inquadrata è anzitutto quella americana, anche se, nelle intenzioni dell’autore finale, è evidente che avesse in vista la realtà italiana. Lo sfondo però è quello americano e lo conferma il particolare indicato nell’articolo, che i media si interessano a questo tipo di chiese, talché queste chiese son costrette a cambiare nome abbastanza rapidamente. Non mi pare che in Italia si possa ravvisare questo interesse dei media per le minoranze evangeliche.
Questo dato, perlomeno, ci deve dissuadere dal fare identificazioni affrettate e immediate, ma piuttosto più ponderate ed obiettive. Applicare tout court questo articolo alla realtà italiana rischia di creare più problemi di quanti ne risolva. Mentre negli Stati Uniti, cambiare città e chiesa è una cosa molto più diffusa che da noi, vista anche la maggior offerta di opportunità che li si può trovare, non dimentichiamo che in Italia, la realtà evangelica rappresenta una minoranza, ed ancora più esigua può essere la rappresentanza della propria confessione di fede. Verosimilmente dunque, per un italiano, cambiare chiesa rappresenta già uno sforzo psicologico maggiore e spesso, vista la mancanza di alternative, può significare un tale cambiamento di campo, da creare ancora più disagio e senso di frustrazione.
Come dire, anche in situazioni obiettivamente difficili, prima di arrivare ad un vero divorzio dalla propria chiesa locale, facciamo gli opportuni distinguo e prima di giungere a soluzioni drastiche, percorriamo le possibili soluzioni intermedie. Credo che sia giusto in questi casi fare una distinzione tra tendenze settarie che fanno capo ad una conduzione monocratica e tendenze settarie che nascono da un’apertura alle rivelazioni extra bibliche. In questo secondo caso è difficilissimo parlare con chi crede di dover “ascoltare solo Dio” e nessun altro e ci vede come esseri inferiori che non riusciamo a percepire l’opera dello Spirito in atto in lui. Laddove invece, c’è un abuso del proprio ruolo di conduttore, però c’è un sincero desiderio di ubbidire alla Scrittura e solo ad essa, ci si dovrebbe chiedere se “l’abuso di conduzione” non sia meramente una questione caratteriale del conduttore o dipenda da quello che chiamo “il complesso di Elia”, o anche “del veterano”, cioè quell’idea che volenti o nolenti ci si è fatti di sé, come unici ed indispensabili e si fa fatica a vedere che c’è qualcun altro pronto a prendere il nostro “posto” e con lui altri “settemila…il cui ginocchio non si è piegato davanti a Baal” (1Re 19:16,18).
In questi casi la soluzione non è la rottura ma l’avvio di una dialettica ecclesiale tale da equilibrare e ridimensionare la preponderanza del ruolo di questo conduttore monocratico. Per “dialettica ecclesiale” intendo persone mature nella Parola e nel servizio che possono, con rispetto e fermezza, bilanciare ogni tendenza “settaria” o eversiva che tale conduttore dovesse manifestare. Ripeto “con rispetto e fermezza” perché è questo che in questi casi evita il muro contro muro tra il vecchio che non vuol passare ed il nuovo che incombe. Certamente questa non sarà una soluzione facile ed indolore, né priva di momenti di tensione, ma in fondo è anche questa una scuola da cui tutti possiamo imparare per essere una chiesa migliore e più rappresentativa dell’umiltà del Signore Gesù Cristo.
5. QUAL'È LA NATURA DELL’ARTICOLO?
Questo è un articolo che non ha pretese di scientificità. Infatti, anche se questo tema è materia che può benissimo figurare nelle ricerche della sociologia religiosa, non si cita nessuno studio che inquadri le presunte tendenze settarie nella realtà evangelica italiana. Eppure sarebbe molto utile fare delle ricerche rigorose in merito che cerchino di ricostruire in modo obiettivo il fenomeno, delimitando il campo e sfrondandolo da conclusioni soggettive, approssimative ed improprie. Come già detto, il problema affrontato in questo articolo esiste sicuramente, però esiste anche una percezione del problema che, intanto si presenta in modo alquanto variegato e poi rischia di essere essa stessa una distorsione della realtà, ossia, una manipolazione della stessa.
È vero che a monte di tutto ci sono gli studi del sociologo americano Ronald Enroth, ricercatore e professore di sociologia al Westmont College di Santa Barbara in California, il quale, secondo Wikipedia, è un “prominente cristiano evangelico autore di libri concernenti ciò che lui definisce come “culti” e “nuovi movimenti religiosi”. Sarebbe però interessante conoscere la metodologia da lui seguita, il campionario di ricerca da lui esaminato ed altri elementi che rischierebbero tuttavia di diventare troppo tecnici per chi legge. È interessante comunque sapere che, qualche rilievo è stato mosso alla sua metodologia da James Richardson, primo presidente dell' Association for the Sociology of Religion[2]. Sono tre le cose che in particolare gli addebita: 1. Enroth deresponsabilizza l'individuo, considerandolo sempre vittima degli altri o del suo passato; 2. Enroth fa troppe generalizzazioni che non delimita in modo esplicito; 3. Enroth promuove il nomadismo ecclesiale verso gruppi meno esigenti e meno vincolanti per l'individuo. Non ci interessa entrare nel merito di queste critiche che, tra addetti ai lavori sono anche normali e stimolanti per l'attività di ricerca. Però è utile tenerle presenti laddove si voglia dare valore assoluto a certe conclusioni sociologiche.
Anche ammesso che Enroth abbia onorato la sua professione, non dobbiamo poi dimenticare che egli ha operato e opera in una realtà, quella americana che è molto più variegata della realtà evangelica nostrana, ed inoltre egli è più propriamente uno specialista nello studio delle sette, verso le quali ha anche un interesse apologetico, in quanto, come dice Massimo Introvigne[3], egli fa parte del movimento “contro le sette” americano. Si tenga poi presente che ci sono due passaggi a monte di quest’articolo, che dovrebbero essere meglio ponderati, qualora si volesse dargli valore di scientificità. Il primo passaggio è quello di aver applicato alla realtà evangelica americana studi che sono stati scientificamente documentati soprattutto sul fenomeno specifico delle sette e dei “nuovi culti”. Il secondo passaggio è quello di aver applicato tutto questo, pure alla realtà evangelica italiana.
Insomma, per comprendere bene la natura dell'articolo in questione dobbiamo dire quanto segue: muovendo da conclusioni sociologiche intorno al fenomeno delle sette americano si è voluto fare un parallelo con la realtà evangelica “biblica ed ortodossa” sia americana che italiana, denunciando la presenza di tendenze settarie di quel tipo e l'acuirsi di un tale rischio anche nelle chiese evangeliche. Non neghiamo che questo parallelo possa esistere, proprio perché ormai, col termine “evangelico” si intende una realtà molto variegata, però andrebbe, non solo denunciato, ma studiato e documentato, sia nella fattispecie della realtà americana, ma soprattutto in quella italiana a cui l’articolo in oggetto si riferisce.
6. CONCLUSIONE
Quanto delineato fin qui, lo ripetiamo, non ha lo scopo di togliere il mordente ad un articolo che ha il valore di denunciare una realtà possibile e forse già presente anche vicino a noi. Tuttavia, ritenevamo pure necessario ponderare ulteriormente le cose dette, per fugare eventuali generalizzazioni, che riteniamo essere distanti anche dalle convinzioni dell’autore dell’articolo.
Basta dare uno sguardo al suo sito per rendersene conto. Nelle sue varie sezioni, ma in particolare nella sezione apologetica sono presenti interessanti contributi che riaffermano importanti verità contro la confusione sia dottrinale che etica presente oggi anche in campo evangelico. Una generalizzazione indebita di questo articolo porterebbe a giudicare questi articoli come espressione di una tendenza settaria dell’autore stesso, giudicandolo di predicare bene, ma razzolare male.
Sarebbe però, come detto, una “generalizzazione indebita”, perché sappiamo bene che l’apologetica fa parte importante della nostra fede, ed una chiesa che vuol mantenere la propria integrità dottrinale ed etica non può non denunciare “le opere infruttuose delle tenebre”, e per questo essere una setta.
Del resto, questo stesso articolo è un articolo di denuncia che discrimina fra chiese e chiese e compare nella sezione apologetica del sito dell’autore!
Siniscola, 10/10/2009
[1] L'articolo in questione è Il rischio delle tendenze settarie di Paolo Castellina, pubblicato nel 1997 nella sezione apologetica del suo sito www.riforma.net
[2] Vedi http://en.wikipedia.org/wiki/Ronald_Enroth
[3] Vedi http://www.alleanzacattolica.org/indici/dichiarazioni/introvignem217.htm