La crisi della chiesa orientata all’umano

 

Mai prima nella storia della fede cristiana la Chiesa è stata così debole spiritualmente e malata dottrinalmente. Questa affermazione potrà far arrabbiare alcuni e scioccare altri, ma se si esamina accuratamente il cristianesimo contemporaneo, si vedrà ben presto come oggi essa non sia mai stata tanto ignorante della Scrittura e tanto incentrata sull’umano come lo è oggi. E’ triste notare come una teologia tutta orientata a servire l’ego dell’uomo e l’evangelicalismo moderno siano così strettamente uniti da rendere molti del tutto ciechi sull’esistenza stessa della crisi[i]. L’arminianesimo ed il pentecostalismo carismatico si sono insinuati nelle stesse correnti principali del cristianesimo, attirando masse di persone, solleticando le loro orecchie e nutrendo le loro emozioni a spese di un sano insegnamento dottrinale ed all’esposizione della Bibbia. Oggi non si parla più di “dottrina”, “umile rispetto” e “sottomissione”, ma di “tolleranza”, di “eccitazione spirituale” e “stima di sé stessi”. Gli attributi divini dell’amore, della sovranità e della grazia sono stati distorti ed alterati per non “offendere” o “respingere” gli increduli. False dottrine al riguardo dei doni spirituali, del libero arbitrio e dello Spirito Santo sono diventate cibo quotidiano della maggioranza delle denominazioni che si professano cristiane. Per molti la priorità numero uno non è più la gloria del Creatore, ma la soddisfazione emotiva della creatura. Si alzano davanti a Dio preghiere arroganti e audaci che solo pretendono e chiedono come se Dio fosse il proprio personale servitore. Dai pulpiti si sente predicare una grazia a buon mercato e sulla “naturale bontà” dell’uomo invece che la grazia sovrana di Dio e la depravazione totale. La chiesa continua così ad affondare sempre di più nel fango dell’assorbimento in sé stessa.

La “teologia” antropocentrica ha sempre contraddetto la vera teologia biblica. Sin dall’inizio della Chiesa vi è stata una lotta costante fra il cristianesimo biblico e teocentrico e le contaminazioni umanistiche orientate sul proprio ego. Gli apostoli ammonivano le chiese al riguardo dei giudaizzanti e dei gnostici. Agostino di Ippona difendeva la grazia di Dio contro Pelagio. I Riformatori alzavano la loro voce contro la corrotta chiesa cattolica-romana. Martin Lutero contestava le arroganti affermazioni di Erasmo da Rotterdam. Giovanni Calvino elevava Dio come sovrano di ogni cosa mentre Giacomo Arminio incensava la presunta libertà umana rendendo Dio servitore della creatura. La storia dimostra come l’arroganza umana abbia sempre voluto un posto d’onore anche nel cristianesimo. Ciò che però sconcerta al riguardo della Chiesa moderna è la prevalente accettazione di simili insegnamenti. Peggio ancora, molta gente,  a causa della loro superficiale conoscenza biblica e della loro pigrizia nello studio, non riescono a vedere come ciò in cui essi credono sia del tutto incentrato nell’uomo.

Perché è accaduto questo nella Chiesa? Perché nell’evangelicalismo professante i comodi, la mentalità e le emozioni dell’uomo sono diventate la priorità numero uno? Perché le posizioni dottrinali di così tanti stanno diventando sempre più simili a quelle del cattolicesimo romano? E’ triste ed ironico osservare come lo spirito del Concilio di Trento del sedicesimo secolo stia diventando quello che sempre di più descrive pure il cristianesimo moderno. Per quanto riguarda la causa di questo declino, si potrebbe puntare il dito in molte diverse direzioni, ma senza un esame attento ed in spirito di preghiera, non giungeremo mai alla conclusione più appropriata. Dobbiamo esaminare noi stessi e le nostre dottrine. Dobbiamo esaminare la nostra concezione di Dio alla luce della rivelazione biblica sulla Sua vera natura. Dobbiamo pure rivedere la nostra posizione davanti a Dio e la nostra reale inferiorità rispetto al Creatore sovrano.  Non risaneremo mai l’epidemia antropocentrica fintanto che attribuiremo a noi stessi uno status più elevato di quello che abbiamo in realtà. E non ci libereremo neanche della nostra mentalità tutta assorbita in noi stessi coltivando una concezione falsata della sovranità e preminenza di Dio.

Al fine di riparare i danni che sono stati fatti, dobbiamo uscire dalle nostre indottrinate zone di conforto ed affrontare il problema. Dobbiamo cominciare con noi stessi. Dobbiamo comprendere che la nostra salvezza non è qualcosa che ci viene dato per nostra soddisfazione, ma per la gloria di Dio. Efesini 1:5,6[ii] mostra come Dio ci abbia salvato “secondo il disegno benevolo della sua volontà a lode della gloria della sua grazia”. Dio sovranamente si compiacque di “far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia” (Ro. 9:23). Tutto è dovuto ai Suoi propositi ed è finalizzato alla Sua gloria. Quanto ha fatto presto l’uomo a perdere di vista questa verità essenziale! Siamo più portati ad abbracciare la verità di Dio come il grande Datore di ogni benedizione. Amiamo parlare di Dio come Colui che ci provvede pioggia, aria, cibo, ecc. Noi persino difendiamo Dio come Creatore dell’universo, ma ogni qual volta viene sollevata la concezione della sovranità di Dio sull’umanità, si accendono subito le ire dell’uomo. Perché? Perché l’uomo carnale, incentrato su sé stesso odia il pensiero stesso di una forza sovrana che soprassieda a tutto. Tristemente, così, molti ragionano sulla base della loro inerente carnalità e sovvertono, con le loro dottrine, l’autorità ed il supremo dominio del divino Creatore.

Un problema supplementare è che dai pulpiti non si insegna più la sana dottrina e ci si concentra sull’edificazione emozionale, elevando l’immagine che l’uomo ha di sé stesso con diversi artifici e tecniche evangelistiche non polemiche. Sfortunatamente per molti, questo insegnamento antropocentrico l’hanno udito per così tanto tempo che non hanno nemmeno idea che vi possa essere qualcos’altro, e l’uomo ama udire ciò che lo lusinga e lo conforta. 2 Timoteo 4:3,4 aveva già previsto questo dilemma: “verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole”.

Non bisogna però soltanto biasimare pastori e insegnanti. E’ bel lungi da esserne esonerata ogni persona che sottoscriva a queste “teologie”: esse sono ugualmente colpevoli. Ogni membro abile della Chiesa, sottomettendosi alla guida dello Spirito Santo, e desiderando conoscere la verità, ha la capacità di ottenere una sana comprensione dottrinale. La difficoltà sta nell’esigenza di rompere del tutto con le dottrine confortevoli, personali e egocentriche a cui molti si sono aggrappati fin dalla loro infanzia. Non si tratta di cosa di poco conto. La Parola di Dio ci è stata data per una precisa ragione (2 Ti. 3:16). La nostra negligenza nell’immergerci nelle cose profonde della Scrittura mostra la nostra pigrizia e la totale nostra mancanza di rispetto verso Dio e la Sua Parola.  Non studiare con diligenza e in spirito di preghiera mostra  solo quanto ci si accontenti di acque basse e “sicure”. Mancare di respingere questo indottrinamento antropocentrico mostra la nostra completa lealtà a ciò che ci stuzzica le orecchie e ad ogni dottrina che solleciti il nostro orgoglio.

La Chiesa d’oggi ha bisogno di una potente iniezione di umiltà. Ciò di cui oggi la Chiesa ha bisogno particolare è di “timore del Signore” (AT. 9:31; Sl. 111:10; 2:11; Ap. 14:7). Questo però non sarà mai realizzato fintanto che non vedremo Dio come Re sovrano. Fintanto che l’uomo rifiuterà di abbassarsi”, non sarà mai in grado di vedere più in alto e vedere l’Onnipotente. Dobbiamo comprendere di essere “opera sua” (Ef. 2:10). Egli è il vasellaio, e noi l’argilla (Ro. 9:20,21). Fintanto che non ci renderemo conto di questa verità essenziale, noi non supereremo mai questa crisi antropocentrica.

K. Garlington

 


[i]Questo articolo fa riferimento all’antropocentrismo del mondo evangelicale, ma si potrebbe dire altrettanto del mondo influenzato dal neo-liberalismo, dall’umanesimo e dalle ideologie prevalenti oggi nella nostra cultura. Le due tendenze sembrano oggi avverse e concorrenziali, ma si tratta di due fenomeni gemelli che hanno più somiglianze di quanto esse stesse sarebbero pronte ad ammettere. In un modo o in un altro “servono” la creatura umana e mettono Dio e la Sua gloria in secondo piano asservendolo a ciò che riteniamo essere le nostre esigenze.

[ii] “…avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio” (Ef. 1:5,6).

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