I FALSI PROFETI E LE LORO OPERE

IERI ED OGGI


Esaminiamo con attenzione il testo biblico di Matteo 7:13-29 e vediamo che cosa esso effettivamente dica sulla questione dei falsi profeti e delle loro opere.

1. La porta stretta

La sezione che consideriamo inizia con un discorso del Salvatore Gesù Cristo sulla porta stretta:"13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. 14Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano!".

La via che i falsi profeti propongono è sempre una via più facile, seducente, e "ragionevole" rispetto alla verità. Essa è la via che fa appello all'umana sensualità, quella che la Bibbia chiama "carne". La via della croce, invece, la via che contempola la radicale corruzione dell'essere umano, la sua impossibilità di salvarsi con i proprii meriti, la via che parla dell'amore di Dio che in Cristo si carica Egli stesso dei nostri peccati e di ciò che essi meritano per potercene liberare e per poterci trasformare in nuove creature, è molto più difficile ed ostica per l'uomo naturale.

Per potere abbracciare la salvezza l'essere umano deve rinunciare alle proprie pretese e al proprio intendimento per accogliere umilmente il punto di vista di Dio: "Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro Dio che perdona largamente. Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie le mie vie, dice l'Eterno" (Is. 55:6,7).

Parole più rassicuranti. Il profeta Geremia doveva riferire al popolo di Israele ed ai suoi governanti il messaggio di Dio, e questo parlava di giudizio e di condanna, un messaggio "scomodo", difficile da accettare. Israele però preferiva il messaggio più bello da ascoltare dei falsi profeti: «Così dice l'Eterno degli eserciti: Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano. Essi vi fanno diventare spregevoli; vi espongono le visioni del loro cuore, e non ciò che procede dalla bocca dell'Eterno. Dicono del continuo a quelli che mi disprezzano: "L'Eterno ha detto: Avrete pace; e a tutti quelli che camminano nella caparbietà del loro cuore: "Nessun male verrà su di voi".. Ecco, la tempesta dell'Eterno si scatena furiosamente... "Io non ho mandato quei profeti; ma essi sono corsi..."». Si veda tutto Gr. 23:9-40.

Parole più ragionevoli. I Corinzi erano scandalizzati dalla predicazione dell'apostolo Paolo. La ritenevano "follia" perché "irragionevole": «Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio... poiché i Giudsei chiedono un segno, e i greci cercano sapienza, ma noi predichiamo Cristo crocefisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i greci» (1 Co. 1:18,23,24). Ciò che l'uomo naturale considera "irragionevole" è spesso invece la verità perché la "ragionevolezza umana è viziata anch'essa dal peccato, e deve rigenerarsi.

Un metodo di salvezza "più logico". In Galazia l'apostolo Paolo aveva predicato l'Evangelo della grazia, che siamo cioè salvati da Dio per grazia mediante la fede. Molti però reagivano a questa predicazione perché sostenevano che si potesse essere salvati solo per l'osservanza della legge di Dio, e non per fede, ed influenzavano i cristiani in questo senso. A questi Paolo risponde: "O Galati insensati! Chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità?, voi, davanti ai cui occhi Gesù Cristo è stato ritratto crocefisso fra voi? Questo solo desidero sapere da voi: avete voi ricevuto lo Spirito mediante le opere della legge o attraverso la predicazione della fede? Siete così insensati che, avendo cominciato nello Spirito, vorreste finire nella carne?" (Ga. 3:1-3).

In Ga. 4:9-11 l'apostolo Paolo reagisce difronte a coloro che della fede cristiana ne fanno un ritualismo, come se questa fosse la sostanza della fede: "Ora invece, avendo conosciuto Dio, anzi essendo stati piutztosto conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, ai quali desiderate essere di nuovo asserviti? Voi osservate giorni, mesi, stagioni ed anni. Io tempo di essermi affaticato invano per voi". In Cl. 2:23 l'apostolo dice: "Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste nel mondo, quali: 'Non toccare, non assaggiare, non maneggiare' tutte cose che periscono con l'uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini?".


2. I falsi profeti

Ecco così che il Salvatore Gesù Cristo passa a metterci esplicitamente in guardia contro i falsi profeti. Chi sono? Quelle persone che proferiscono falsamente la Parola di Dio dicendo che Dio li ha mandati, ma non è vero.

a. Conoscono la Parola. "15Guardatevi dai falsio profeti, i quali vengono a voi in vesti di pecore, ma dentro sono lupi rapaci".
I falsi profeti possono essere perfettamente a conoscenza della lettera della Parola di Dio, ma solo abilmente sfruttarla a loro vantaggio. Un esempio illuminante è quello delle tentazioni di Cristo, dome il diavolo mostra di conoscere molto bene la Bibbia. Egli cita la Bibbia diverse volte, ma fuori dal contesto, od omettendone ad arte alcune sue parti (cf. Mt. 4:6).

b. Torcono la Parola. Essi sono in grado di manipolare la Parola di Dio: "...in esse [le lettere di Paolo] vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione" (1 Pi. 3:16).

c. Ne insinuano elementi estranei. E' sempre Pietro che scrive: "Or vi furono anche dei falsi profeti fra il popolo, come pure vi saranno fra voi falsi dottori che introdurranno di nascosto eresie di perdizione e, rinnegando il Padrone che li ha comprati, si attireranno addosso una fulminea distruzione" (1 Pi. 2:1).

Per usare un'espressione biblica, "loro padre è il diavolo", ed agiscono espressamente per ingannare, per rovinare l'opera di Dio, per far perdere a Dio anime preziose. Egli è maestro dell'inganno e dell'interessato travisamento della verità, gioca a confondere e a sovvertire: "(il diavolo) fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna" (Gv. 8:14).

Per attuare questi malvagi propositi usano i mezzi dell'inganno e del travestimento. Essi si travestono "da pecora" e non possono essere riconosciuti dalla persona disattenta, perché non hanno un aspetto cattivo, anzi, si presentano come brave persone dalla testimonianza ineccepibile, ma sotto...

"...tali falsi apostoli, infatti, sono degli operai fraudolenti che si trasformano in apostoli di Cristo. E non c'è da meravigliarsi, perché anche Satana si trasforma in angelo di luce" (2 Co. 11:4).


3. Maestri di seduzione

Quali sono le tecniche degli "operai fraudolenti", veri maestri di seduzione, e come si presentano? Lo scopriamo dalla Scrittura stessa:

"Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre, e con dolce e lusinghevole parlare seducono il cuore dei semplici" (Ro. 16:18).

"...ma io temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così talora le vostre menti non siano corrotte e sviate dalla semplicità che si deve avere al riguardo di Cristo" (2 Co. 11:3).

"Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l'ira di Dio sui figli della disobbedienza" (Ef. 5:6).

"Vi dico questo, affinché nessuno vi inganni con parole convincenti" (Cl. 2:4).

"Vi ho scritto queste cose al riguardo di coloro che cercano di sedurvi" (1 Gv. 2:26).

Ecco dunque come questi falsi profeti usano bene la loro lingua con astuzia per trarre ion inganno la gente semplice e senza risorse per scoprire l'inganno: parlare dolce e lusinghevole, vani ragionamenti (abilità dialettica appresa) e parole convincenti! Essi sanno usare parole convincenti per trarre in inganno.

Chi saprebbe resistere a tutto questo, soprattutto se non super-preparato? Ringraziando Dio, però, Gesù ci assicura: "Poiché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e miracoli tanto da sedurre, se fosse possibile anche gli eletti" (Mt. 22:24). Gli eletti cioè arriveranno irresistibilmente alla salvezza, nonostante tutto. Chi però cadrà nelle reti dei falsi profeti? Risponde l'apostolo Paolo: "Israele non ha ottenuto quello che cercava, ma gli eletti l'anno ottenuto, e gli altri sono stati induriti, come sta scritto: Dio ha dato loro uno spirito di stordimento, occhi per non vedere e orecchi per non udire" (Ro. 11:7,9), e in questo si manifesta il giudizio di Dio nei loro riguardi.

Fanno mostra di opere buone! Hanno apparentemente un carattere dolce, fanno mostra di opere buone, ma non sono fatte nel giusto spirito, e quindi non sono gradite a Dio. Dio apprezza evidentemente le buone opere, esse però non possono essere mai disgiunte dal rispetto della verità rivelata di Dio.

"21Non chiunque mi dice: 'Signore, Signore' entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore! Non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?'. 23E allora io dichiarerò loro: 'Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti, operatori di iniquità".

Interessante è sapere chi siano questi "operatori di iniquità": (1) Gente che invoca il nome del Signore; (2) gente che profetizza, cioè che compie attività di predicazione; (3) gente che sembra essere molto brava a "cacciare demoni"; gente che fa "opere potenti", cioè opere sociali e civili, che si comporta con una certa moralità... (4) gente ripiena di "zelo" e che batte in questo ogni loro concorrente! "Quelli sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi, essi vi vogliono separare affinché siate zelanti per loro. Ora è buona cosa essere sempre zelanti nel bene..." (Ga. 4:17,18).

Inoltre è facile "dare l'apparenza" di moralità e di costumi onesti, ma di può essere così simili ai Farisei, persone certo degnissime, eppure persone che Gesù aveva condannato per la loro ipocrisia: "Perché rassomigliate a sepolcri imbiancati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putredine. Così anche voi di fuori apparite giusti davanti agli uomini; ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità" (Mt. 24:27,28). I Farisei al tempo di Gesù erano molto abili nella propaganda a loro favore, facendosi ritenere i migliori, la realtà però era molto diversa.

Quale opera davvero più conta e deve essere la prima? Risponde a questa domanda il Signore Gesù Cristo, che replicando a chi gli chiedeva quali opere dovesse fare per conquistare il Regno di Dio, dice: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato" (Gv. 6:29), e credere a Cristo significa affidarsi a Lui soltanto per la nostra salvezza disperando di noi stessi e rinunciando al presunto valore meritorio delle nostre opere. Solo così potremo ottenere il perdono dei nostri peccati e la vita nuova (la "nuova nascita") che sola ci permette di fare buone opere gradite a Dio.

Inoltre la Parola di Dio ci dà un criterio molto chiaro per smascherare i falsi profeti. Dice: "Da questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio" (1 Gv. 4:2), "poiché sono apparsi nel mondo molti seduttori, i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto in carne; questi è il seduttore e l'anticristo" (2 Gv. 10).

E' a questo punto che l'ortodossia dottrinale è essenziale. Qualunque siano le pretese di chi "bussa alla nostra porta", il metro per giudicarlo è se questi crede che Gesù Cristo sia Dio stesso diventato uomo per la nostra salvezza. Questo è il punto centrale di tutta la questione. Le persone che consideriamo potrebbero anche essere le migliori al mondo, ma se non riconoscono che Gesù Cristo è Dio con noi, sono dal diavolo, e non devono essere neppure ricevute, bisogna solo pregare il Signore che, se possibile, abbia pietà di loro, le converta e faccia loro aprire gli occhi. Anzi, l'apostolo Paolo stesso dice molto chiaramente: "...vi sono alcuni che vi turbano e vogliono pervertire l'Evangelo di Cristo. Ma se anche noi o un angelo dal cielo vi predicasse un Evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto. Come abbiamo già detto, ora lo dico di nuovo: Se qualcuno vi predica un evangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto!" (Ga. 1:8,9).

P.Castellina, 15 maggio 1992


APPENDICE

Le buone opere che a Dio sono gradite

1. Le buone opere sono solo quelle che Dio ha esplicitamente comandato nella sua santa parola (1), e non quelle che ­senza la sanzione divina­ che gli uomini concepiscono dal loro zelo senza conoscenza, o sotto il pretesto delle buone intenzioni (2).

(1) Mi. 6:8; Ro. 12:2; Eb. 13:21.

(2) Mt. 15:9; Is. 29:13; 1 Pi. 1:18; Ro. 10:2; Gv. 16:2; 1 Sa. 15:21­23.

2. Queste buone opere, compiute in obbedienza ai comandamenti di Dio, sono il frutto e l'evidenza di una fede vera e vivente (3). Mediante esse i credenti manifestano la loro riconoscenza (4), rendono sicura la loro vocazione ed elezione (5), edificano i loro fratelli (6), adornano la loro professione dell'Evangelo (7), turano la bocca all'ignoranza degli uomini stolti (8), e glorificano Dio (9). Difatti i credenti sono fattura di Lui, essendo stati creati in Cristo Gesù in vista delle opere buone (10) affinché, godendo del frutto della loro santificazione, abbiano per fine la vita eterna (11).

(3) Gm. 2:18,22.

(4) Sl. 116:12,13; 1 Pi. 2:9.

(5) 1 Gv.2:3,5; 2 Pi. 1:5­10.

(6) 2 Co. 9:2; Mt. 5:16.

(7) Tt. 2:5­12; 1 Ti. 6:1.

(8) 1 Pi. 2:15.

(9) 1 Pi. 2:12; Fl. 1:11; Gv. 15:8.

(10) Ef. 2:10.

(11) Ro. 6:22.

3. La loro capacità di compiere opere buone non deriva da loro stessi, ma totalmente dallo Spirito di Cristo (12). Affinché essi ne possano essere capaci, oltre alle grazie che già hanno ricevuto, è necessaria una specifica influenza dello stesso Spirito Santo, in quanto è Lui che opera in loro il volere e l'operare per la sua benevolenza (13). Ciononostante essi non devono diventare negligenti, come se non fossero tenuti a compiere il loro dovere se non per specifico impulso dello Spirito, ma essi dovranno essere diligenti a ravvivare la grazia di Dio che è in loro (14).

(12) Gv. 15:4­6; Ez. 36:26,27.

(13) Fl. 2:13; 4:13; 2 Co. 3:5.

(14) Fl. 2:12; Eb. 6:11,12; 2 Pi. 1:3,5,10,11; Is. 64:7; 2 Ti. 1:6; At. 26:6,7; Giuda 20,21.

4. Coloro che, nella loro obbedienza, raggiungono il massimo che possa essere compiuto in questa vita sono ancora molto lontani da un zelo eccessivo e dal fare più di quanto Dio esige. Essi anzi mancano nei confronti di Dio in tante cose che hanno il dovere di fare (15).

(15) Lc. 17:10; Ne. 13:22; Gb. 9:2,3; Gl. 5:17.

5. Noi non possiamo, nemmeno per le nostre opere migliori, meritare da parte di Dio, il perdono dei nostri peccati o la vita eterna per il grande divario fra loro e la gloria a venire, e l'infinita distanza che c'è fra noi e Dio. Con le nostre opere noi non possiamo avere un qualche vantaggio né possiamo soddisfare Dio per il debito dei nostri peccati (16). Quando però noi abbiamo fatto del nostro meglio, abbiamo solo fatto il nostro dovere e siamo ancora servi inutili (17). Nella misura in cui le nostre opere sono buone, esse hanno origine nell'opera dello Spirito Santo (18), ma in quanto esse sono compiute da noi, esse ancora sono tanto contaminate e mescolate con debolezza ed imperfezione, che non potrebbero comunque reggere difronte alla severità del giudizio di Dio (19).

(16) Ro. 3:20; 4:2,4,6; Ef. 2:8,9; Tt. 3:5,6,7; Ro. 8:18; Sl. 16:2; Gb. 22:2,3; 35:7,8.

(17) Lc. 17:10.7; Gl. 5:22,23.

(19) Is. 64:6; Gl. 5:17; Ro. 7:15,18; Sl. 143:2; 130:3.

6. Tuttavia, poiché i credenti come individui sono accettati per mezzo di Cristo, anche le loro buone opere sono accettate per mezzo di Lui (20). I credenti in questa vita non sono completamente irreprensibili e senza biasimo agli occhi di Dio (21), ma Egli li vede nel suo Figlio ed è contento di accettare e ricompensare ciò che è sincero, anche se è accompagnato da molte debolezze ed imperfezioni (22).

(20) Ef. 1:6; 1 Pi. 2:5; Es. 28:38; Ge. 4:4; Eb. 11:4.

(21) Gb. 9:20; Sl. 163:2.

(22) Eb. 13:20,21; 2 Co. 8:12; Eb. 6:10; Mt. 25:21,23.

7. Le opere compiute da persone non rigenerate, possono essere in sé stesse conformi a ciò che Dio comanda e possono fare del bene sia ai loro autori che agli altri (23). Tuttavia, per il fatto che non procedono da un cuore purificato dalla fede (24) e che non sono compiute nella maniera giusta secondo la Parola (25), né per il giusto fine, cioè la gloria di Dio (26), sono quindi peccaminose e non possono piacere a Dio, né rendere l'uomo atto a ricevere la sua grazia (27). Trascurare per queste opere è però ancora più peccaminoso e fa ancora più dispiacere a Dio (28).

(23) 2 Re 10:30,31; 1 Re 21:27,29; Fl. 1:15,16,18.

(24) Ge. 4:5; Eb. 11:4,6.

(25) 1 Co. 13:3; Is. 1:12.

(26) Mt. 6:2,5,16.

(27) Ag. 2:4; Tt. 1:5; Am. 5:21,22; Os. 1:4; Ro. 9:16; tt. 3:15.

(28) Ag. 2:14; Tt. 1:15; Am. 5:21,22; Os. 1:4; Ro. 9:16; Tt. 3:5.


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