Due metodi sono stati usati per cercare di liberare
i Testimoni di Geova dalla schiavitù della Torre di Guardia:
· ragionare sui passi biblici - chiave per dimostrare come la Torre di Guardia li ha erroneamente tradotti o interpretati;
· esporre le incongruenze passate e presenti in rapporto alle loro false profezie, ai cambiamenti nella dottrina, a ciò che tengono nascosto, ecc.
Molto è stato scritto su come ci si avvicina alla
Bibbia. Sono stati scritti alcuni libri che documentano le false profezie della
Torre di Guardia e anche i suoi cambiamenti. Però pochissimo è stato scritto
per spiegare la loro particolare tecnica di condizionamento mentale. Credo che
molti trarranno beneficio da un nuovo tipo di approccio per parlare ad amici e
familiari che sono stati sedotti dai Testimoni di Geova; ecco la ragione di
queste note.
Le prime due tecniche summenzionate hanno i loro
pregi, e non dovrebbero essere trascurate per raggiungere il Testimone.
Certamente abbiamo bisogno di tutti gli strumenti utili per riuscire a liberare
una persona dal condizionamento mentale. Sono convinto che chi cerca di
contattare un Testimone di Geova, deve capire in realtà la mentalità della
persona a cui sta parlando prima che possa, in molti casi, liberarla da molti
condizionamenti.
Cos’è
il “condizionamento mentale”?
Mentre molti hanno parlato dei metodi usati da
certi movimenti religiosi alternativi come una forma di lavaggio del cervello (una
riprogrammazione forzata delle idee di una persona), una definizione più adatta
sarebbe “condizionamento mentale”. Hassan chiarisce la differenza tra i due
termini: “il condizionamento mentale, definito anche “riforma del pensiero”,
è più sottile e sofisticato del “lavaggio del cervello”. Chi lo realizza
è considerato un amico o una persona di pari condizione sociale cosicché chi
viene avvicinato allenta le proprie difese. Inconsapevolmente collabora con i
suoi controllori, dando informazioni anche personali che saranno usate contro di
lui a sua insaputa. Il nuovo credo è interiorizzato in una nuova forma
d’identità.
Il condizionamento mentale implica un abuso di tipo
fisico più o meno evidente. Invece i processi ipnotici sono combinati con
dinamiche di gruppo allo scopo di creare un forte effetto di indottrinamento.
L’individuo è ingannato e manipolato, non direttamente minacciato, nel fare
scelte prestabilite. In conclusione, egli reagisce positivamente a ciò che gli
viene fatto”.
Hassan basa il suo metodo su esperienze personali,
così come Robert Lifton nel suo famoso Thought Reform and the Psychology of
Totalism (“Riforma del pensiero e psicologia del totalitarismo” del
1961, ora fuori stampa), e Leon Festinger nel suo Teoria della dissonanza
cognitiva (Milano, 1987) con 3 regole per condizionare la mente. Hassan ne
aggiunge una quarta:
· controllo del comportamento;
· controllo delle idee;
· controllo delle emozioni;
· controllo delle informazioni.
Questi metodi, quando sono usati da movimenti senza
scrupoli, diventano un potente strumento per sedurre i convertiti. L’interesse
non è indirizzato solamente verso gli ignoranti e gli ingenui; i migliori
seguaci sono spesso proprio le persone meno sprovvedute.
Cosa
c’è di sbagliato nel condizionamento mentale?
Condizionare la mente è una questione etica nel
mondo d’oggi: non tutte le forme di condizionamento mentale sono nocive. La
pubblicità e il commercio cercano quotidianamente di influenzare le nostre
menti. Ciò che non dobbiamo accettare, però, sono certi metodi di
condizionamento mentale che non sono capiti dalle persone che cercano aiuto.
Spesso non sanno a che cosa vanno incontro (per poi rendersene conto quand’è
troppo tardi). Certi movimenti usano le tattiche del condizionamento mentale e
le nascondono ai loro membri: questo è un motivo per il quale sono definiti
sette. Tali movimenti credono che “il fine giustifica i mezzi”, quando serve
a fare proseliti. Credono sinceramente di avere le uniche risposte ai
problemi della vita, e dato che la maggior parte delle persone “non sanno
cos’è meglio per loro”, i capi d’essi assumono il ruolo di “genitori”
per la vittima, definendosi loro “madre” o “padre”. Comunque, a
differenza di un buon genitore, che spiega al figlio quello che fa, il capo di
siffatto movimento settario ritiene vantaggioso per sé mantenere il proprio
discepolo all’oscuro il più possibile, preferendo l’obbedienza e la più
cieca lealtà al fare piena luce dando spiegazioni. I capi settari sono
raffinati quando si tratta di comprendere la natura umana! Sanno che la persona
comune obietterebbe al loro programma d’indottrinamento, se in realtà avesse
un quadro completo della situazione; quindi le informazioni sono fornite solo in
base a ciò che “occorre sapere”.
Ciò indica l’implicita creazione nella struttura
del movimento di una guida; una totale mancanza di fiducia nella capacità del
neofita di prendere decisioni responsabili. Il neofita viene visto come una
persona senza valore, a meno che non modifichi il suo modo di pensare. La sua
mente dev’essere liberata dalla vecchia mentalità e quindi interamente
riprogrammata. Il programma di condizionamento preparato dal movimento funzionerà
solo se la persona cambierà la sua precedente personalità.
E’ una perdita di tempo cercare di aiutare un
Testimone di Geova ad uscire dall’Organizzazione dopo un’adesione durata
anni? Potrebbe sembrare così per chi osserva dall’esterno. Il cieco zelo e
l’impenetrabilità alla critica da parte del Testimone potrebbero sembrare
permanenti al familiare che cerca di liberarlo dalla Torre di Guardia.
L’Organizzazione sa che deve costantemente
alimentare i propri adepti con lo stesso materiale, settimana dopo settimana,
perché ha paura che un affiliato cominci a pensare e ad agire nuovamente come
gli estranei che lo circondano. Qualche volta il Testimone si estranea per un
lungo periodo dalle attività della Sala del Regno, a causa di una depressione o
di una brutta esperienza avuta con un altro Testimone, e tutto questo fa
scattare nella sua mente il dubbio. Molti semplicemente si stancano di essere
condizionati e la propria identificazione col movimento perde ogni attrattiva.
Ogni riferimento a pubblicazioni che si occupano di
problemi inerenti il condizionamento mentale, o a esperienze di persone che
hanno avuto a che fare con varie sette, può suscitare o far riemergere dubbi
nella mente del Testimone. Lo scopo è di aiutarlo a rendersi conto che la Torre
di Guardia non è diversa dalle altre centinaia di organizzazioni
“religiose” che utilizzano le stesse paure, promesse e metodiche di
condizionamento mentale per sedurre e trattenere i seguaci. Questi paragoni sono
sconvolgenti. Non c’è niente di più efficace di una conversazione
“casuale” ben studiata, tra il Testimone e un ex membro di un altro
movimento che semplicemente abbia voglia di parlare della sua esperienza,
senza giungere alla conclusione che il Testimone di Geova è parte
integrante di una struttura settaria. Uno dei primi segnali che mi mise in
allarme un anno prima della mia uscita dalla Torre di Guardia, fu la lettura di
un articolo del Reader’s Digest sulle sette, che - per quel che ricordo - non
citava nemmeno la Torre di Guardia. Qualcosa scattò in me così da indurmi a
chiedere al mio compagno di stanza: “Perché la Torre di Guardia non si mette
in contatto con le persone che sono vittime delle sette”? Capivo a malapena
dove avrebbe portato il tentativo di rispondere a questa intrigante domanda. La
libertà, per me almeno, era appena dietro l’angolo.
Nella stragrande maggioranza dei casi in cui
parenti e amici tentano di parlare a un Testimone di Geova circa gli errori
della Torre di Guardia, ho scoperto che essi non sono in grado di comunicare col
Testimone. Costoro possono avere dimestichezza con l’ideologia della Torre di
Guardia, ma poi procedono come se al Testimone mancassero solo le prove,
presumendo semplicisticamente che, una volta di fronte alla verità, il
Testimone capirà e lascerà l’Organizzazione. Questo modo di fare non
funziona quasi mai. Questo tipo di approccio si basa sull’ipotesi che:
1) la persona è solo priva di un’accurata informazione;
2) una volta messa di fronte alla verità, ne sarà abbastanza “scossa” da prendere la decisione di lasciare la Torre di Guardia.
· che la persona non abbia sentito critiche sulla Torre di Guardia;
· che il Testimone sia abbastanza obiettivo per valutare da solo la veridicità della Torre di Guardia.
E’ difficile trovare un Testimone che non abbia
letto o sentito notizie che svelano la disonestà intellettuale della Torre di
Guardia. Allora perché problemi non ne vede? Evidentemente qualcosa gli
impedisce di analizzare le notizie vere in modo obiettivo. La sua mente è
abituata a non dubitare minimamente dell’Organizzazione; si eleva un muro che
in effetti gli dice: “fin qui puoi arrivare, ma oltre non puoi andare”.
L’amico o il familiare non si rende conto che la persona è vittima del
condizionamento mentale, e che qualsiasi pregiudizio o presupposto la Torre di
Guardia gli abbia inculcato, gli impedirà di vedere le cose con obiettività.
Si potrebbe paragonare tutto ciò al caso di una
bambina che ama molto sua madre e che scopre che lei è sotto processo per
omicidio di primo grado. Non avendo ancora la maturità per capire la natura
umana e la complessità della personalità, la bimba sarà sopraffatta dal
proprio amore verso la madre e quasi sempre rifiuterà (anche senza una valida
ragione) ogni sforzo per convincerla che sua madre può essere un’assassina.
L’illustrazione non si discosta molto da ciò che succede in realtà nella
mente del Testimone di Geova. Gli viene insegnato che l’Organizzazione è la
“madre” e che Geova è il “padre”. Poiché Geova non parla direttamente
al Testimone, egli deve fare affidamento sull’Organizzazione per
ammaestramento e guida. Gli viene ripetutamente ricordato quanto la “madre”
sia degna di fiducia e che senza di lei non può farcela. Chiunque altro cerchi
di aiutare il Testimone è visto come “indemoniato” ed è considerato
pericoloso. Poiché il Testimone fa parte di una “famiglia”, legata da
sentimenti “fraterni” e da uno spirito di compattezza (per effetto delle
cinque adunanze settimanali), la sensazione di essere al sicuro e anche
“amato” rafforza ciò che la “madre” sostiene. Essa gli ha insegnato a
non leggere niente di ciò che la mette in cattiva luce, definendo tali
pubblicazioni “sataniche”; impedendo così al Testimone di pensare in modo
obiettivo. Di fronte a tali pubblicazioni egli è indotto a reagire emotivamente.
Egli non discute minimamente le motivazioni o la veridicità della “madre”,
anche di fronte a una vera sfida. Solo se comincia a perdere fiducia nelle
pretese o nelle capacità della “madre” di educarlo (così da rompere il
vincolo emotivo), comincerà a pensare in modo obiettivo.
Come si fa a seminare salutari dubbi nella mente
del Testimone riguardo alla sincerità o alla capacità della Torre di Guardia
di educare? Qualcuno ha pensato di farlo usando i versetti biblici che la Torre
di Guardia ha erroneamente interpretato, mostrando cosa dice in realtà il testo
originale, e come l’Organizzazione ha cambiato le proprie interpretazioni nel
corso degli anni.
Però questo metodo nasconde grossi trabocchetti.
Il primo è che il Testimone ritiene che la Torre di Guardia avrà in pratica
una risposta ad ogni domanda che dovesse nascere dalla discussione. Il
Testimone è abituato a non mettere in dubbio la validità della sua risposta,
ma solo ad accontentarsi del fatto che “la madre” ne ha una. Così il
Testimone sa che, anche se in “predicazione” sarà messo in difficoltà, per
aver aiuto potrà rivolgersi ai suoi libri e alle sue riviste. In tal modo può
evitare il disagio che si prova quando non si ha la risposta pronta. Spesso,
infatti, tornerà volontariamente con una risposta. Nel frattempo, gli altri
Testimoni lo convinceranno che la persona che sta sfidando la Torre di Guardia,
in realtà non è interessata alla verità, ma è “un oppositore della verità”.
Quindi alcuni Testimoni non ritornano affatto per rispondere alle domande di
coloro che criticano la Torre di Guardia o le sue interpretazioni.
Alcuni hanno adottato l’atteggiamento di non
usare la Bibbia con il Testimone finché costui non sia pronto a discuterne con
obiettività. Mentre questo può sorprendere molti cristiani, una volta che si
saranno capiti gli intricati meccanismi del loro condizionamento mentale tutto
questo avrà più senso.
Altri hanno cercato di seminare il dubbio circa la
“maternità” dell’Organizzazione mettendo a nudo le sue false profezie.
Generalmente si fa questo mostrando vecchie pubblicazioni della Torre di Guardia
dove si afferma una certa opinione. E poi la si confronta con il punto di vista
attuale sul medesimo argomento. Oppure si indicano le incongruenze nella
politica della Torre di Guardia; come quando, ad esempio, i suoi dirigenti
dimenticano che, alcuni anni fa, decine di migliaia di Testimoni di Geova del
Malawi, un paese africano, hanno perso la casa e la vita (per non comprare la
tessera del partito al costo di 25 centesimi di dollaro), mentre
contemporaneamente hanno condonato che in Messico i Testimoni di Geova
ricorressero alla corruzione per ottenere false attestazioni di aver svolto il
servizio militare.
Mentre l’approccio consistente “nell’uso
delle loro pubblicazioni contro loro stessi” può essere adoperato nelle
situazioni in cui la persona vuole veramente rendersi conto di ciò che voi
volete dimostrare, la maggior parte dei Testimoni di Geova non darà nemmeno
un’occhiata a tutto ciò che può mettere in cattiva luce la Torre di Guardia.
Quindi, in molti casi, questo tipo di approccio non sortirà alcun effetto. Il
successo maggiore, nell’usare le vecchie pubblicazioni della Torre di Guardia,
si ha quando la mente del Testimone è abbastanza aperta e possiede già un
minimo di obiettività. In quel caso qualsiasi modo va bene! Il maggior ostacolo
è stato superato.
Tuttavia, molti si accorgeranno che, conversando
con il Testimone, non devono tirare in ballo la Torre di Guardia in modo
esplicito, a meno che il risvolto non sia positivo. Altrimenti egli non ascolterà
a lungo. Cosa si può fare, allora?
Che genere di forte motivazione evita al Testimone
di gettarsi a capofitto nelle “pericolose” acque dell’indagine critica? Il
motivo è la paura; il problema principale è la fiducia malriposta. Il concetto
cristiano di credere in un Dio invisibile viene sostituito da un simbolo più a
portata di mano: l’Organizzazione, l’Organizzazione di Dio. Il Testimone
impara che servire l’Organizzazione equivale a servire Dio. L’Organizzazione
è la madre, Dio è il Padre, e il Testimone deve obbedire ai suoi “genitori”.
Poiché non può né vedere né incontrare Dio, il legame con lui avviene
tramite l’Organizzazione. In effetti, essa è “Dio” per il Testimone (anche
se non lo ammette). Crede che, se l’Organizzazione non fosse realmente guidata
da Dio, non avrebbe nessun’altra sicurezza. Dice: “dove posso andare
altrimenti”? Allora rimane aggregato ad essa continuando ad ignorare la gran
massa di informazioni che scardinano l’intera struttura della Torre di Guardia.
Più ignora i fatti più diventa mentalmente ristretto rischiando di non
cambiare più, convincendosi sempre più di possedere la verità. Si scava una
trincea alzando barricate contro il nemico: il dubbio.
Mentre ciò sembra incredibile a chi cerca di
comunicare con il Testimone mediante i fatti, questo è solo un semplice
meccanismo che protegge il Testimone dal trauma di perdere il proprio senso di
sicurezza. Per cancellare le false profezie e le incongruenze
dell’Organizzazione, il Testimone deve, in effetti, ingannare se stesso e
pensare che nell’Organizzazione in realtà non c’è contraddizione.
Uno dei metodi migliori per contattare una persona
prevenuta e mettere a nudo i suoi pregiudizi (senza offenderla), è discutere su
argomenti che abbiano chiare analogie con il condizionamento mentale praticato
dalla Torre di Guardia, ma in cui il Testimone di Geova non sia direttamente
coinvolto. Per esempio, il Testimone di Geova considera settari i Mormoni e i
seguaci di Moon in base alle loro dottrine, non in base alle metodologie
adoperate nei due gruppi. Il Testimone di Geova non ha familiarità con le
metodiche di condizionamento mentale usate da altri movimenti, quindi scoprire
di averle in comune, tanto per dire, con i seguaci di Moon, lo sorprenderà.
Quando parlate dei quattro aspetti del condizionamento mentale, usati dalla
Chiesa dell’Unificazione sui suoi membri (il condizionamento del pensiero, il
controllo delle emozioni, del comportamento e dell’informazione), potrebbe
accadere che il Testimone di Geova diventi un ascoltatore interessato. Dopotutto,
non state minacciando né lui né la sua Organizzazione. Cosa accadrebbe se
sospettasse che state cercando di dire che la Torre di Guardia è tale e quale
alla chiesa di Moon?
E’ importante, quindi, essere il più
rassicuranti e distaccati possibile, quando si ha a che fare con il Testimone di
Geova. Poiché è addestrato a resistere ad ogni genere di critica, dovete
evitare di parlare della Torre di Guardia quando cercate di richiamare delle
analogie nella sua mente. Se, per esempio, state cercando di spiegare come viene
esercitato il controllo delle informazioni da parte dei seguaci di Moon, non
fate immediatamente paragoni con la Torre di Guardia. Lasciate che sia il
Testimone a trarre le proprie conclusioni! Dategli il beneficio del dubbio che
sia abbastanza sveglio da scoprire, a suo tempo, le analogie ... e ciò di cui
il Testimone di Geova ha particolare bisogno è proprio il tempo. L’esperienza
ha dimostrato che potrebbero servire vari incontri occasionali per discutere sui
problemi riguardanti le metodiche di condizionamento mentale, prima che il
Testimone di Geova arrivi al nocciolo della questione. Guardate con lui
videocassette e/o film incentrati su questi temi. Dategli tempo, lasciate che
sia lui a trarre le proprie conclusioni.
Un metodo di gran lunga sperimentato, da chi si
interessa di aiutare le persone ad uscire dai movimenti settari, è preparare
nei minimi particolari un dialogo con il Testimone, in cui questi non si senta
minacciato. Di solito, nessuno si sente intimidito da qualcuno che gli siede
accanto a una fermata dell’autobus o sull’aereo o che aspetta in coda dal
droghiere, se la conversazione vien fuori casualmente.
Per esempio: un uomo ha la moglie Testimone di
Geova. Sa l’inutilità di ragionare con lei, o di tentare di mostrarle vecchie
pubblicazioni della Torre di Guardia dalle quali potrebbe risultare che i
Testimoni di Geova sono falsi profeti. Così egli fa in modo che un ex mormone o
un ex seguace di Moon si sieda davanti a lei durante un viaggio, per attaccare
discorso - in modo del tutto occasionale - sulla precedente esperienza religiosa,
senza nel contempo fare troppe domande alla Testimone o essere troppo curiosi.
Diverse conversazioni programmate di questo genere
possono fare molto per preparare il terreno per argomenti più approfonditi, già
predisposti con cura. Il familiare o il cristiano che si adopera per far uscire
il Testimone dalla Torre di Guardia fa amicizia con un ex membro di una setta (che
non sia un ex Testimone) e lo invita a pranzo. E’ importante che il Testimone
non si senta a disagio, quindi, per favore, niente prediche! La conversazione
dovrebbe puntare verso soggetti come:
· tecniche di manipolazione usate dalla sua vecchia religione;
· perché pensava che fosse “la verità”;
· come ha aperto gli occhi sul fatto che era sotto condizionamento mentale (evitando di farlo diventare un argomento a sfondo religioso);
· come gli ex membri lo hanno trattato e perché è stato considerato apostata;
· in che modo il gruppo cui apparteneva ha cambiato le proprie dottrine o fatto false profezie (evitando di usare le Scritture);
· la paura e il senso di colpa che il movimento ha inculcato;
· la falsa fiducia ispirata dal movimento;
· il sottile autoconvincimento di essere nel giusto, che il movimento ha incoraggiato;
· l’ignoranza del movimento riguardo al Cristianesimo storico.
Il lettore può essere turbato dall’idea di non
usare subito la Bibbia. Si deve capire che prendere in mano la Bibbia scatena
nel Testimone una certa “linea” di pensiero. Sebbene il Testimone di Geova
sia realmente ignaro della maggior parte del contesto biblico, tuttavia in
conversazioni scritturali si sente a suo agio. Il vostro scopo è quello di
portarlo su un terreno per lui minato, indurlo a pensare in un modo non
predeterminato. Dovete stimolare la riflessione su argomenti che ha cancellato
dalla mente o neanche mai trattato. Tirare fuori la Bibbia inopportunamente lo
scuoterà dai suoi pensieri (che voi avete accuratamente stimolato), e sarà di
nuovo sicuro del fatto che sulla Bibbia sa tutto, che voi non siete “nella
verità” e quindi non avete nessun diritto di dargli lezioni. Molte volte un
cristiano ha visto naufragare i suoi sforzi di coinvolgere un Testimone in
“conversazioni bibliche”. La parte dolente della faccenda è che il
cristiano crede di poter comunicare con il Testimone proponendo alcuni brani
biblici o chiarendo punti su cui il suo interlocutore non può rispondere;
ancora una volta il risultato sarà ovvio: il Testimone di Geova non gli parlerà
più. Non ha per niente vinto, perché il Testimone di Geova crede ancora che
“lui conosce la Bibbia e che ha la verità”.
Randall Watters
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