Il riposo nello Spirito
Cap. I
Il fenomeno e il suo contesto
In genere l’ambiente nel quale si produce il fenomeno è quello del gruppo
riunito in preghiera. La preghiera può essere sia quella spontanea, sia
quella liturgica. Nel contesto di preghiera c’è sempre una proclamazione
della Parola di Dio. In seguito alla Parola viene proposto di ricevere da
parte di Dio una grazia speciale. Attraverso l’imposizione delle mani si
manifesta l’amore e l’attenzione di Gesù. Questa "trasmissione" di grazia si
effettua dal Corpo di Cristo (rappresentato dal gruppo) che viene in aiuto
di uno dei membri sofferenti e gli comunica all’istante quello di cui ha
bisogno.
È in questo contesto dell’imposizione delle mani che avviene il riposo nello
Spirito Santo. La preghiera comune, quella del Corpo di Cristo riveste
un’intensità particolare: ad uno lo Spirito dona una parola di saggezza, ad
un altro la Fede ecc. E’ in questa dimensione che si produce in molti il
fenomeno del "Riposo nello Spirito Santo".
La persona pare che stia per svenire, vacilla e cade dolcemente a terra per
qualche minuto. In questo lasso di tempo la persona si trova in una grande
quiete. Quando si alzerà, il suo viso, comincerà a cambiare, come se avesse
una luce nuova. Questa è un’esperienza di grazia proveniente da Dio.
Cap. II
Il cristiano e la vita mistica
Ogni cristiano è un mistico potenziale e non sa di esserlo.
Avere un’esperienza mistica significa unirsi a Dio. "Non sono io che vivo, è
il Cristo che vive in me" (Gal 2,20).
Diceva S.Francesco di Sales che esistono due tipi di raccoglimento: il primo
si ha quando coloro che vogliono pregare si mettono alla presenza di Dio; il
secondo quando noi siamo invasi da Dio stesso. Questo amore lo realizza Dio
in noi con la sua immensa grazia. Spesso l’accesso alla vita mistica non è
sempre cosciente. Avvengono piccoli fenomeni prolungati nel tempo e sono più
frequenti di quanto crediamo, senza averne coscienza.
L’estasi.
L’estasi realizza un’esperienza d’intimità soave con Dio, un venir meno
dell’anima, non per debolezza, ma per attrazione. L’anima è come assorbita
da Dio, preoccupata, unicamente della presenza di Dio, così tangibile, e
momentaneamente staccata dalle realtà esteriori e personali.
La pedagogia attuale dello Spirito Santo.
Oggi lo Spirito Santo soffia con un’impetuosità a volte sbalorditiva,
"attardandosi" forse meno sulle imperfezioni dell’uomo, proprio perché
bramoso di rivelare il Cristo e il suo mistero d’amore e di risurrezione. È
così che un buon numero di persone, non necessariamente cristiane in
partenza, ricevono gratuitamente da Dio delle grazie spirituali abbondanti
grazie di ordine carismatico, ma anche di ordine mistico, cioè d’intimità
con Dio. Il Signore vuol dire: "Mettetevi al servizio della Chiesa" per
condividere con tutti i fratelli le grazie che vi ha dato, dal momento che
"c’è più gioia nel dare che nel ricevere".
In questa pedagogia si capisce che ricevere le grazie dello Spirito senza
imparare a rinunciare a se stessi, è come costruire sulla sabbia.
L’effusione dello Spirito Santo.
L’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo è, senza dubbio, di origine
mistica, perché essa è dovuta ad una visita particolare dello Spirito per
cui l’uomo sperimenta la presenza divina benefica e sconvolgente. Questa
visita dello Spirito avviene esclusivamente per iniziativa di Dio e viene
ricevuta passivamente dalla persona che è ben disposta il "riposo nello
Spirito" può essere assimilato ad un’esperienza di effusione, ma di un altro
tipo.
Cap. III
La diagnosi differenziale
Il "riposo nello Spirito" presenta molte analogie con esperienze che non
hanno nulla di mistico, ma traggono piuttosto origina da una pratica
medianica o da una certa psicopatologia.
Esaminiamo quello che non è il riposo nello Spirito:
Non si tratta di una qualche manifestazione di persone o di fenomeno di
psicologia di massa.
L’ipotesi di psicologia di massa è da escludere, perché il riposo nello
Spirito avviene nell’ambito di un ministero di preghiera che è esercitato in
modo sano, equilibrato in un clima di pace, di preghiera e al di fuori di
ogni esaltazione emozionale. Inoltre colui che impone le mani non esercita
nessuna attività sul soggetto, eleva solo a Dio una preghiera di
intercessione.
Non si tratta di un fenomeno isterico.
Molte volte abbiamo visto persone che ignoravano tutto sul fenomeno,
scivolare, imprevedibilmente, nel riposo nello Spirito durante la preghiera.
Dunque non è frutto di isterismo. Anche le guarigioni di Lourdes erano state
credute frutto di isterismo, ma oggi su questo ci si ravvede.
Non si tratta di un effetto magnetico, medianico o più genericamente
parapsicologico.
La tesi di un fluido magnetico è inesatta e non credibile. Se si accetta
l’ipotesi parapsichica si cancella la distinzione che c’è tra parole di
profezia e predisposizione, tra telepatia e conoscenza immediata. E se si
cancellano queste distinzioni diventa un gioco dimostrare che Gesù è stato
il più grande medium di tutti i tempi.
Non si tratta di fenomeno ipnotico.
Non può essere un fenomeno ipnotico, perché nel riposo nello Spirito non si
perde la volontà, anzi la volontà è rafforzata da una grazia interiore
ricevuta. Invece l’ipnotizzato perde la volontà ed è sottomesso alla volontà
dell’ipnotizzatore.
Non si tratta di uno svenimento o di una perdita di coscienza.
Al contrario, la coscienza è accresciuta, c’è un aumento della lucidità e
dell’obiettività dello sguardo interiore su Dio e su se stessi.
Cap. IV
L’esperienza del riposo nello Spirito.
A livello fisico si prova una sensazione di debolezza fisica in tutte le
membra, un senso di assenza di peso in coloro che cadono. In quelli che non
cadono si avverte un tremito nelle gambe che tendono a cedere e una
vertigine dolce e non fastidiosa. In entrambi i casi c’è uno stato di pace e
di dolcezza. Quando ci si prepara ad alzarsi si avverte un senso di
pesantezza. Nonostante ciò ci si risolleva senza sforzi, anche se spesso c’è
il desiderio di prolungare questo stato di quiete.
A livello spirituale si avverte un benessere causato dall’aumentare della
coscienza della presenza di Dio. Ci può essere anche la sensazione di calore
nel petto e di fuoco nel cuore. Spesso non so vuole essere disturbati per
continuare a gustare la presenza di Dio. Durante il riposo nello Spirito
frequentemente si registrano delle ricezioni di "luci" particolari che
riguardano Dio, la Trinità, il Cristo, la misericordia, il senso della vita,
l’urgenza della conversione, i propri limiti, i fallimenti, le ferite e i
peccati del soggetto. Queste luci non giungono sempre all’istante, ma
vengono ricevute e si sviluppano nella coscienza del soggetto nelle ore e
nei giorni seguenti. Allo stesso modo, spesso, si producono delle guarigioni
interiori e a volte fisiche, come se la disposizione della persona durante
il riposo fosse più docile all’azione dello Spirito e quindi favorisse lo
sbocciare di grazie di guarigioni.
Tutti questi dati si ritrovano anche presso coloro che ricevono questo
genere di effusione senza cadere, a livello minimo ma ugualmente concreto.
La frequenza della caduta sembra che dipenda dall’intensità delle preghiere
di coloro che ci attorniano. Infine diciamo che chi ha deciso di non cadere,
pur desiderando qualche grazia, ma opponendosi alla spinta dello Spirito,
non cadrà. I frutti di questo fenomeno sono immediati ma soprattutto a lungo
termine. Se il riposo nello Spirito rimane sterile significa che
l’esperienza è stata illusoria, o se autentica, non ben compresa o
facilmente dimenticata, mentre, al contrario, è una chiamata a lasciarsi
amare da Dio… ed amare meglio i nostri fratelli!
Cap. V
I rischi
I rischi sono:
Ricercare periodicamente il fenomeno allo scopo di ricevere nuove grazie.
Restare delusi per non essere caduti, come se il valore dell’esperienza
fosse solo la caduta.
L’imposizione delle mani non deve essere praticata allo scopo della caduta.
La caduta non è legata alla qualità della grazia ricevuta.
Non bisogna usare l’imposizione delle mani come una tecnica per produrre il
fenomeno.
Non bisogna far risaltare l’aspetto spettacolare del fenomeno.
È necessario vegliare perché l’assemblea resti calma e tranquilla. Bisogna
evitare qualsiasi esaltazione.
Il riposo nello Spirito deve categoricamente radicarsi in una dimensione
ecclesiale molto solida.
Cap. VI
Conclusioni
L’esperienza del "riposo nello Spirito" radicato in un contesto ecclesiale
è, senza dubbio, uno dei tanti modi che lo Spirito inventa per manifestare
all’uomo quanto sia amato da Dio.
Si parla di riposo e non di sonno, perché durante il riposo ci si trova in
una situazione di rilassamento in cui si ascolta, si assorbe ciò che lo
Spirito Santo ti dice e ti dà; mentre durante il sonno non si è vigili,
viene fuori solo il nostro subconscio e non ascoltiamo nulla.
Tratto dal testo di "Philippe Madre Fr. Efraim
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