Il Liberalismo teologico: seduzione e pericoli
di W. R. Godfrey
Fra coloro che si sono particolarmente distinti in
difesa del cristianesimo storico contro le dottrine liberali nel
diciannovesimo e ventesimo secolo si annoverano
Abraham Kuyper, J Gresham Machen e
Cornelius Van Til. Per coloro fra noi teologicamente conservatori,
sono evidenti i pericoli del Liberalismo ed il coraggio e la nobiltà di
coloro che hanno reagito con forza contro di essi. Noi, però, non
comprenderemo mai veramente quei pericoli e quel coraggio fintanto che
non ci fermeremo a considerare anche qualcosa della seduzione del
Liberalismo.
Il Liberalismo sorse, secondo la sua stessa
comprensione della sua missione, come tentativo di salvare il
cristianesimo. I liberali credevano che la sfida intellettuale posta
dall'Illuminismo avesse reso impossibile la difesa del cristianesimo
tradizionale e che se si voleva preservare una qualsiasi forma di
cristianesimo, la fede doveva essere adattata ai modelli di pensiero
moderni.
Uno dei teologi che prese sul serio questo compito
molto consapevolmente, fu
Friedrich Schleiermacher (1768-1834) che nel 1799 pubblicò un'opera,
diventata molto influente, dal titolo "Discorsi sulla religione (contro
chi culturalmente la disprezza)". Egli sperava che un’espressione più
liberare del cristianesimo avesse potuto riconquistare al cristianesimo
gli increduli.
Sebbene il Liberalismo assunse diverse forme,
emersero caratteristiche comuni. I liberali insistevano sul fatto che
l’autorità ultima in teologia dovesse essere l’uomo, considerandolo
nella sua ragione, volontà o sentimenti. La Bibbia era così compresa
come una registrazione di riflessioni religiose umane e, per quanto di
valore, in nessun modo da considerarsi autorità ultima.
Il Liberalismo, quindi, rese il cristianesimo in
primo luogo intellettualmente rispettabile. Il liberale poteva accettare
ed incorporare nel suo pensiero gli sviluppi scientifici e filosofici
più recenti ed evitare così l’accusa di anti-intellettualismo. Egli
poteva così evitare l’orrore di essere considerato antiquato.
In secondo luogo il Liberalismo poteva essere una
forza per l’unità del genere umano. Si sfumavano molto così le pretese
del cristianesimo all’esclusivismo, varie denominazioni e religioni
potevano tutte essere apprezzate ed affermate come un comune contributo
all’avanzamento della verità. I liberali potevano esemplificare la virtù
moderna della tolleranza.
In terzo luogo il Liberalismo era progressista e
guardava in avanti. I liberali potevano essere ottimisti, fiduciosi che
il futuro non avrebbe potuto significare altro per l’umanità che un
progresso.
Queste caratteristiche del Liberalismo sono molto
attraenti, dai giorni del tardo 18° secolo fino ad oggi. Si poteva così
essere cristiani e trovare spazio nel mondo moderno. Almeno così
pensavano i liberali.
Diversi difensori del cristianesimo storico, però,
reagirono con forza contro queste forme di Liberalismo. Due di essi
erano molto familiari con esso. Abraham Kuyper era stato educato in una
scuola teologica liberale e vi aveva abbracciato per un certo tempo il
Liberalismo, volgendosi solo più tardi in favore di un calvinismo
ortodosso. J. Gresham Machen aveva studiato in Germania con alcuni fra i
teologi liberali più eminenti e aveva sentito la forza e la seduzione
delle loro convinzioni religiose, La conoscienza che Kuyper aveva del
Liberalismo dal suo interno lo fece diventare un suo critico
particolarmente efficace. Nelle sue famose “Lezioni sul Calvinismo” egli
affronta i problemi del Liberalismo soprattutto nella seconda: “Il
Calvinismo e la religione”. Egli notava come il Liberalismo avesse preso
diverse forme: razionalismo, misticismo, e moralismo pratico, a seconda
se poneva l’accento sulla mente, sui sentimenti, o sui doveri morali
come l’essenza del Cristianesimo. Qualunque forma il Liberalismo
assumesse, però, esso presumeva la normalità del mondo in cui viviamo e
la capacità dell’uomo – senza intervento soprannaturale – di portare
avanti la sua vita religiosa. Kuyper insisteva che la religione
cristiana insegna però che il mondo è di fatto anormale e che solo con
l’aiuto soprannaturale nella rivelazione, redenzione e rigenerazione vi
sarebbe stata speranza per l’uomo.
Anche Machen sferrò i suoi attacchi contro il
Liberalismo nella sua brillante opera: “Cristianesimo e Liberalismo”
(1923). In termini simili a quelli di Kuyper, Machen scrisse: “Le molte
varietà della moderna religione liberare sono radicate nel naturalismo –
nella negazione, cioè, di qualsiasi ingresso della potenza creativa di
Dio (distinta dal corso ordinario della natura) in connessione con
l’origine del Cristianesimo”. Egli sosteneva come il liberalismo fosse
la forma più pericolosa di religione: “La grande religione redentrice
che da sempre è stata conosciuta come Cristianesimo, lotta contro un
tipo totalmente diverso di credenza religiosa, perché fa uso della
tradizionale terminologia cristiana”.
La semplice tesi del libro di Machen che il Cristianesimo ed il
Liberalismo siano due religioni differenti, aveva fatto infuriare i
liberali. Machen, però, difese con chiarezza ed efficacia la sua
posizione nel corso del suo libro.
Egli sosteneva che il Cristianesimo deve essere in grado di difendersi
da solo sia sul fronte religioso che su quello scientifico. Non è
necessario che i cristiani si rifugino nell’anti-intellettualismo: “Il
liberalismo moderno può essere criticato: (1) sulla base che esso non è
cristiano, e (2) sulla base che non è scientifico.
L’erudizione così non distrugge il Cristianesimo, ma lo sostiene. Il
libro di Machen rimane valido ancora oggi nelle controversie del nostro
tempo. Vorrei darne solo alcuni esempi dall’introduzione, dove egli
commenta sugli effetti del Liberalismo come vasto movimento culturale
che insisteva sulle scuole pubbliche in America nei primi anni ’20 del
20° secolo.
“Quando si considera ci^ò che già sono molte scuole
pubbliche americane – il loro materialismo, il loro scoraggiamento di un
qualsiasi sostenuto sforzo intellettuale, il loro incoraggiamento di
pericolose mode pseudo-scientifiche di psicologia sperimentale – si può
solo essere stupefatti da un pensiero onnicomprensivo che uccide l’anima
e dal quale non sembra esservi via di fuga”.
Machen sembra avere in questo commento uno spirito profetico, ma non
solo qui.
Ciò che Kuyper, Machen ed altri videro chiaramente
era che la seduzione del Liberalismo ne è pure il pericolo. Questa
conclusione è oggi più chiara che mai perché abbiamo assistito nel 20°
secolo alla bancarotta morale ed intellettuale del Liberalismo. Il
Liberalismo manca non solo di una chiara e convincente concezione della
verità, ma pure di un chiaro sistema morale. Il relativismo radicare
regna di entrambi. Lo sforzo di rimpiazzare l’autorità della Bibbia con
quella dell’uomo è stato un fallimento totale. Le debolezze del
Liberalismo si vedono proprio nelle aree in cui esso esercita per molti
la maggiore seduzione.
In primo luogo il Liberalismo non ha avuto lo
stesso successo del Cristianesimo ortodosso nel fornire una difesa
intellettualmente rispettabile della fede. In secondo luogo esso ha
promosso l’unità solo abbandonando qualsiasi pretesa di verità. E,
terzo, nel suo ottimismo ha mancato di rendere conto dell’innegabile
malvagità della natura umana,
Il Liberalismo ha fallito proprio nel suo compito
centrale. Non ha salvato il Cristianesimo. Oggi sono le chiese liberali
ad svuotarsi sempre di più, mentre le chiese conservatrici sono in
crescita e vitali più che mai. Anche i teologi liberali come Harvey Cox,
sono giunti a riconoscere che era sbagliata la loro aspettativa sul
declino della religione e della crescita sempre più forte della
secolarizzazione.
Il mondo continua ad aver bisogno, come sempre ne
ha avuto, del cristianesimo ortodosso. Le chiese cristiane ancora
affrontano le tentazioni del liberalismo e tragicamente continuano a
soccombere. La seduzione della rispettabilità in questo mondo è spesso
troppo forte. Per aiutarci a resistere a tale tentazione dobbiamo
conoscere alcuni fra gli eroi che aiutarono la chiesa a denunciare e a
resistere al Liberalismo. J. Gresham Machen era un tale uomo.
Dr Godfrey è presidente of Westminster
Theological Seminary in California. Questo articolo è apparso
per la prima volta in 'The Outlook', Maggio 1997. Copyright
1998,
Reformation Today.
J Gresham Machen,
Christianity and Liberalism, Eerdmans, Grand Rapids, MI, 1923.
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