La realtà è solo il prodotto della nostra mente?

Alan Morrison, Diakrisis International AM@diakrisis.org, http://www.diakrisis.org

Quando si propongono a molti nostri contemporanei questioni di etica che implichino l’accettazione di chiari principi morali, spesso la risposta è: “Tutto è relativo…”. Bisogna però rendersi conto che quando si accetta un simile punto di vista relativistico, si distrugge immediatamente l’unicità della Parola di Dio come fonte oggettiva di rivelazione, come pure il fatto che Gesù Cristo sia sostanzialmente fonte di ogni verità. Il relativismo, inoltre, divinizza l’individuo perché così si elevano le concezioni soggettive personali al rango de “LA verità”, anche se queste si contraddicono vicendevolmente. Il relativismo è il fattore determinante di quella “nuova consapevolezza” che si vuole imporre oggi all’umanità ed esso trova espressione nella frequente frase molto di moda che parla di “spostamento di parametri”.  Lo “spostamento o cambiamento di parametri”[1], nel gergo del Neognosticismo, si riferisce al procedimento per cui si potrebbe, attraverso un piccolo ma altamente significativo spostamento di percezione o di concezione del mondo, scivolare in un altro livello della realtà. E’ un po’ come guardare per la prima volta un quadro e vedervi certe sue caratteristiche, ma, guardando una seconda volta, si potrebbe vedervi qualcosa di totalmente diverso perché è avvenuto un cambiamento nel modo in cui lo si guarda. Eppure si dice che entrambe le percezioni siano “corrette”, negando così all’immagine rappresentata dal quadro qualsiasi realtà oggettiva.

Questo concetto pure implica che in una data situazione vi siano tante “realtà” quanto vi sono persone che la percepiscono: la verità sarebbe così puramente arbitraria e sarebbe presente soltanto negli occhi di chi l’osserva. Ora certamente questo può essere vero per quanto riguarda la nostra percezione di molte cose nella vita, come nell’esempio dato prima. Vi sono infatti molte situazioni in cui oggettivamente vi è più di un modo di guardare all’oggetto. E’ però un errore di logica[2] dedurne che questo approccio possa essere applicato a qualsiasi situazione nel mondo, e persino all’esperienza della propria esistenza personale. La ragione per cui un dipinto possa essere percepito in molti modi senza per questo violare la sua integrità è perché non vi è alcun controllo esterno che imponga il modo in cui esso dovrebbe essere guardato. La sua identità è esplicitamente lasciata all’osservatore.

Se però la voce di Dio tuona: E una voce venne dalla nuvola dicendo: «Questi è il mio amato Figlio; ascoltatelo”, potrebbe forse qualcuno negare che Gesù abbia l’inequivocabile identità del Figlio di Dio? Certo la realtà assume una qualità inequivocabile quando Iddio impone su di essa la Sua autorità oggettiva.

Tentare di applicare il principio del “nessuna realtà oggettiva” a Dio, alla Sua creazione materiale o alla Sua ispirata rivelazione (la Bibbia) è certamente un’ulteriore elaborazione della menzogna di Satana nell’Eden (“…ha Dio veramente detto…?”). Forse una tale enfasi è inevitabile in un modo di iniquità e disubbidienza sempre più grande alla Legge di Dio. Proprio per indurre una completa mancanza di fiducia nel concetto del trascendente Dio Creatore nelle Scritture, la cui Parola è LA via, LA verità, e LA vita, le macchinazioni di Satana hanno messo in piedi il preteso bisogno di un massiccio spostamento di paradigma in favore della concezione orientale del mondo che afferma che la vita come noi la conosciamo sia un’illusione, che ciascuno di noi si crei la propria realtà, che l’essenza di Dio dimora incondizionatamente in ogni creatura, e che noi si possa utilizzare “il dio interiore” ai nostri propri fini, sia spirituali che materiali.

Il concetto di spostamento di parametri fu formulato per la prima volta dallo storico e filosofo Thomas Kuhn, nel suo libro “Struttura delle rivoluzioni scientifiche” [3]. L’uso generale di questo termine da allora è stato adottato con avidità da coloro che oggi predicano “l’evangelo” neo-gnostico e che hanno il dichiarato obiettivo di indurre nella coscienza della “Era dell’Acquario” la “Centesima scimmia” attraverso “salti di qualità” e “spostamenti evolutivi” nella consapevolezza psichica. Il concetto di “nessuna realtà oggettiva”, però, è stato principio fondamentale dai tempi antichi in ogni situazione dove cresceva l’iniziazione satanica. Nell’Induismo classico, il termine “maya” o “illusione” viene usato in riferimento al mondo materiale, giudicato essere privo di realtà oggettiva. Come lo descrive una fonte: “Maya è il potere magico originale di creare l’illusione o l’inganno, ma nell’Advaita Vedanta si riferisce all’esistenza illusoria di un mondo di molteplicità sovrimposto sulla realtà singola non-duale (Brahman) dal potere dell’ignoranza (Avida) … Maya è il potere di Dio (Ishvara) che crea l’illusione di un universo differenziato e cela l’unità divina dietro alle apparenze, mentre l’ignoranza crea un ego apparentemente separato a livello individuale”[4].

L’idea che ciascuna persona sia solo “apparentemente separata” dal cosmo, comporta gravi implicazioni per il concetto biblico di responsabilità personale per il peccato e le sue eterne conseguenze, come vedremo fra breve. L’unicità di ciascun individuo viene pure pregiudicata, fatto illustrato nel proverbio buddista zen che dice: “Ieri notte ho sognato d’essere una farfalla. Sono forse io un uomo che ha sognato d’essere una farfalla, oppure io sono una farfalla che ora sta sognando di essere un uomo?”. Se meditate abbastanza a lungo su quel proverbio potreste perdere il senso della realtà e cominciare a dubitare persino della vostra esistenza: una sicura ricetta per crearvi una psicosi auto-indotta. Anche il senso comune può discernere che una tale affermazione è totalmente priva di senso. Ogni qual volta noi ci svegliamo, ci svegliamo nell’identico mondo in cui ci eravamo addormentati, nelle stesse circostanze, nello stesso io (con qualche cellula in più o in meno), mentre nei nostri sogni entriamo ogni volta in mondi e circostanze diverse, e molto spesso facciamo l’esperienza d’essere qualcun altro. Se noi accettiamo il concetto orientale del “nessuna realtà oggettiva”, noi entriamo, nella migliore delle ipotesi in una fantasiliandia infantile, e nella peggiore delle ipotesi in uno scenario da incubo, con ciascuno di noi nel ruolo di protagonista[5].

Qui in Occidente, questo concetto è stato introdotto nel campo della psicologia trans-personale. Per esempio, l’occultista e neo-gnostico Carl Jung dice: “La nostra esistenza consapevole è il nostro mondo consapevole è una sorta di illusione, una realtà apparente costruita per specifici propositi, come un sogno che ci pare realtà fintanto che ci viviamo dentro”[6].

Negli anni 1960 un certo numero di psichiatri cominciarono pure a imbarcare concetti simili a piene mani e le loro sperimentazioni sembravano confermarlo.  Nel suo libro:  "The Politics of Experience /The Bird of Paradise"
(Penguin, 1967), Ronald D. Laing racconta come uno dei suoi pazienti fosse stato soggetto improvvisamente ad una disintegrazione mentale dopo aver guardato sé stesso in uno specchio e come di conseguenza fosse “partito per un viaggio” in un mondo interiore di allucinazioni straordinarie. Dopo essere ritornato da questo “viaggio della mente” il paziente sentiva come se avesse avuto una profonda esperienza religiosa. Questo persuase Laing che la realtà è solo relativa, ed egli cominciò ad apprezzare lo schizofrenico e lo psicotico come persone che in qualche modo fossero su un piano più elevato, con maggiore introspezione nella realtà che l’essere umano medio – tanto da considerare egli stesso gli psichiatri che curano queste persone come “ciechi che guidano i mezzi ciechi”. Questa concezione fu pure sostenuta dal noto psichiatra a livello internazionale Stanislav Grof, i cui esperimenti con pazienti con una terapia basata sull’LSD negli anni 1950, lo avevano convinto della “relatività della realtà”. Rammentiamoci delle parole dell’ormai classica canzone dei Beatles degli anni 1960 “Strawberry Fields” che dicono: “Lascia che ti porti giù, perché sto andando a Strawberry Field (Campo di Fragole). Nulla è reale … sempre, no, qualche volta, io penso di essere io, ma tu sai che io so che si tratta di un sogno… Sta diventando duro essere qualcuno, ma in qualche modo funziona. Però non mi importa un gran che…”. Al tempo stesso, “Strawberry Fields” era il nomignolo dato alla droga LSD, quando veniva distribuita in piccole pastiglie rosa scuro. I testi di canzoni radicati in simili mondo di non-realtà indotti dalle droghe, è anche un’altra nota canzone dei Beatles intitolata “Lucy in the Sky with Diamonds” (Lucia nel Cielo con Diamanti,  L.S.D.). “Fa’ finta di essere in una barca su un fiume, con alberi blu e cieli di marmellata. Qualcuno ti chiama, e tu rispondi lentamente. La ragazza con occhi caleidoscopici”.

Allora era ben noto come queste parole fossero state ispirate dall’influenza dell’LSD, e che le iniziali di questa canzone fossero la pubblicità neanche troppo sottile per quella droga. Inoltre, il personaggio di “Lucy” non è altro che “Luci”, abbreviazione di Lucifero, nel cui caleidoscopio si vede la “realtà da un qualsiasi angolo”, quella che molti stavano sperimentando. Un tale “acid-rock”, com’era conosciuto, era molto di moda durante la fase in cui tale uso di droga veniva promosso ed attraeva le menti dei giovani e vulnerabili figli dell’intellegentsia, che a suo tempo sarebbero cresciuti fino ad occupare ora le posizioni di responsabilità sociale e genitoriale.

Un altro sviluppo che ha contribuito a promuovere nella nostra società l’idea della relatività della realtà è il crescente interesse nello Sciamanesimo che si è diffuso nel mondo in queste ultime decadi. Serge King è un polinesiano che dirige l’Ordine Internazionale degli Huna nelle Hawai, una delle molte nuove scuole sorte oggi nel mondo per addestrare sciamani nel mondo. Sull’argomento della “realtà” egli scrive: “Il primo e più fondamentale principio Huna … dice che il mondo è quello che tu pensi che esso sia. Un’altra maniera più popolare per affermare la stessa cosa è che siamo noi a creare la nostra propria realtà. … Gli sciamani assumono quest’idea per significare che non solo noi, tramite il nostro pensiero, attraiamo l’esperienza, ma che di fatto noi creiamo le realtà.  Attraverso i nostri presupposti, atteggiamenti ed aspettative siamo noi a rendere le cose possibili o impossibili, reali od irreali. Per dirla in un altro modo, soltanto cambiando il nostro stato mentale noi siamo in grado di fare cose ordinarie o non ordinarie nella stessa dimensione fisica che noi condividiamo con chiunque altro … Agli sciamani viene insegnato il prima possibile che il mondo oggettivo è solo uno dei modi di vedere le cose … nel pensiero sciamanico il mondo oggettivo è semplicemente uno dei posti in cui si può operare, ed operare efficacemente in qualsiasi mondo è l’obiettivo sciamanico … Muovere la nostra mente su un altro piano o fra i mondi con piena consapevolezza è un procedimento sottile e delicato… Con la pratica questo può diventare virtualmente automatico. Ciò che aiuta molto qui è amare sé stessi senza riserve ed aver fiducia nel Dio che è dentro di te. Naturalmente questo è sempre un buon consiglio, sia che tu sia uno sciamano, oppure no”[7].

Vedete le implicazioni di questo discorso? La stessa modificazione percettiva che conduce all’incapacità di distinguere fra un coniglio ed un’anatra può essere applicata al fatto stesso della nostra esistenza tanto che non possiamo mai essere sicuri che noi siamo esseri umani, o farfalle, o qualunque altra cosa. Una volta che avete accettato questo modo di pensare, allora diventate voi gli inventori della vostra stessa realtà. Una simile concezione del mondo comporta implicazioni enormi per la vita di chi la accetta, perché l’intera questione sul dove uno passerà l’eternità diventa priva di significato per una persona che creda di poter abitare qualsiasi realtà si voglia costruire. Lo scopo di questa mentalità, così, nel contesto della strategia di Satana, diventa ovvio, guardate solo quale sia il nome della casa editrice che pubblica quelle citazioni, e le cose diverranno ancora più chiare. Quando poi giungiamo agli insegnamenti “ufficiali” dello Neognosticismo

Comprendete le implicazioni di questo discorso? La stessa modificazione di percezione che conduce all’incapacità di distinguere fra un coniglio ed un’oca può essere applicata al fatto stesso della nostra esistenza, tanto da non essere nemmeno più sicuri di essere esseri umane, farfalle o qualsiasi altra cosa. Una volta che avete accettato questo modo di pensare, allora diventate voi stessi gli inventori della vostra realtà. Una tale concezione del mondo ha implicazioni immense per coloro che la accettano. L’intera questione stessa di dove uno passerà l’eternità, diventa priva di significato per la persona che crede di poter abitare esattamente il mondo che si costruisce. Lo scopo quindi di questa mentalità nella strategia di Satana, diventa così del tutto ovvio. Si noti solo il nome della casa editrice del libro da cui è tratta questa pubblicazione, e le cose diventeranno ancora più chiare. Quando poi giungiamo agli insegnamenti “ufficiali” dello Neognosticismo, troviamo come il concetto di “nessuna realtà oggettiva” stia al cuore stesso di questa concezione del mondo.

Il guru di Findhorn, Peter Lemesurier, lo esprime in questi termini: “L’unico universo che mai potresti percepire è l’universo che tu percepisci. Ciò che di fatto tu percepisci … è né più né meno che le tue proprie percezioni. L’universo stesso, parrebbe, è abbastanza casuale (gli speculatori scientifici oggi preferiscono spiegare quest’idea in termini di un infinito numero teorico di possibili “universi paralleli”) da permettere alla tua coscienza di modellarlo in qualsiasi modo che tu voglia … Il che significa, in effetti, che qualunque cosa ti sembra stia accadendo ‘la fuori’ è – per quanto strano possa apparire a prima vista – alla fin fine un risultato diretto del tuo proprio stato di consapevolezza. Per quanto strano a prima vista possa essere il rendersi conto di questo – i problemi del mondo sono in realtà i tuoi propri problemi. Le sue divisioni, in realtà, riflettono i tuoi conflitti interiori; la sua disumanità riflette la tua propria disumanità interiore; le sue carestie riflettono quanto tu stesso stia facendo fare la fame a grandi parti della tua propria psiche; i suoi problemi di inquinamento riflettono la tua tendenza a sporcare la tua realtà interiore con credenze ed illusioni auto-imposte; la sua dipendenza dalla droga riflette il tuo rifiuto ad affrontare la realtà; la disoccupazione il fatto di non essere tu in grafo di far funzionare  intere aree della tua consapevolezza; il suo razzismo contro i neri riflette il tuo rifiuto del tuo lato oscuro; la sua illegalità riflette la tua negligenza delle leggi di base del tuo proprio essere; la sua AIDS, insieme alla distruzione della fascia protettiva di ozono sulla terra, riflette la tua consapevolezza di non potere in realtà escluderti dal resto dell’universo; il suo riscaldamento globale riflette la tua partecipazione alla febbre di trasformazione che l’umanità sta attualmente attraversando; i suoi movimenti di massa e disastri di massa riflettono il tuo sempre più grande coinvolgimento, forse, nella crescita di un qualche tipo di nuova super-entità trans-umana … In breve, noi non vediamo le cose come esse sono: noi le vediamo come siamo noi. E l’altra gente … è solo aspetti particolari di noi stessi … così non si tratta tanto che la tua testa sia nell’universo, ma che l’universo sia nella tua testa”[8].

Qui, Peter Lemesurier riduce ogni fenomeno nel mondo ad una semplice proiezione della nostra propria consapevolezza. “Noi non vediamo le cose come esse sono: noi le vediamo come siamo noi”. Vi sono quindi tanti mondi quante sono le persone che li creano. Nell’ideologia del Neognosticismo, non si tratta di un Dio personale quello che ha creato il mondo – ciascuno di noi si crea il mondo in cui vive in ogni momento vivente della nostra consapevolezza. In altre parole, secondo loro, ciascuno di noi è Dio (cfr. Ge. 3:5)! E’ della massima importanza che noi comprendiamo le terribili conseguenze di sostenere una simile tesi, quella che non esiste alcuna realtà oggettiva. Questo, di fatto, è stato realizzato molto bene nel racconto non poi così futuristico di George Orwell “1984”, in cui la negazione della realtà oggettiva è parte integrale della filosofia sociale e politica del “Grande Fratello”, figura questa simile all’Anticristo. Ad un certo punto del libro, il personaggio principale, Winston, comincia a capire…

“Alla fine il Partito avrebbe annunciato che due più due fa cinque e voi avreste dovuto crederlo. Era inevitabile che presto o tardi avrebbero fatto quest’affermazione: lo esigeva la logica di questa posizione. Non solo la validità dell’esperienza, ma anche l’esistenza stessa della realtà esterna, era tacitamente negata dalla loro filosofia. L’eresia delle eresie era senso comune, e ciò che era terrificante era non che essi ti avrebbero ucciso se avessi pensato diversamente, ma che essi avrebbero potuto avere ragione. Dopo tutto, come facciamo noi a sapere che due più due fa quattro? O che la forza di gravità funzioni? O che il passato sia immutabile? Se sia il passato che il mondo esterno esistono solo nella mente, e se la mente stessa è controllabile, che se ne può dedurre?”[9].

Questo modo di pensare, però, non è limitato solo al mondo della fiction. E’ una conseguenza naturale della mentalità neo-gnostica, e mostra chiaramente che il vero campo di battaglia in questo mondo non sia un qualsiasi tratto di un territorio nazionale, ma l’ambito stesso dei processi mentali umano – un fatto comprensibile questo se ci si rende conto come si tratti della mente a fornire l’interfaccia fra l’umanità e il mondo satanico. Vi è un momento raggelante di presa di coscienza nel racconto di Orwell là dove l’agente della “Polizia del pensiero”, O’ Brien, durante la tortura e il lavaggio del cervello di Winston, afferma:

“Noi controlliamo la materia perché noi controlliamo la mente. La realtà è dentro il cranio. Imparerai gradualmente, Winston. Non c’è nulla che noi non possiamo fare: l’invisibilità, la levitazione, qualsiasi cosa. Io potrei galleggiare per aria come una bolla di sapone, se solo lo volessi. Devi liberarti del tutto da quelle idee del 19° secolo sulle leggi della Natura. Siamo noi a fare le leggi della Natura”[10].

“La realtà è dentro il cranio”: questa affermazione hindu-gnostica della Polizia del pensiero orwelliana, è quasi identica a quella di Peter Lemesurier che dice: “L’universo è nella tua testa”, come pure l’altra sua affermazione: “Noi non vediamo le cose come sono: le vediamo come noi siamo”. Tutti i cristiani dovrebbero leggere quest’opera classica (e preferibilmente un’edizione integrale) al fine di comprendere alcuni dei concetti che il regno dell’Anticristo ha in serbo per loro. Orwell vide chiaramente il fatto che il modo più potente per manipolare la gente è affermare che la realtà possa solo essere soggettiva. Allo steso modo in cui il Grande Fratello di Orwell cercava di controllare le menti umane rimovendo da esse ogni possibilità d’una realtà oggettiva, così Satana cerca di conquistare il controllo del mondo con gli stessi mezzi. Ecco perché – come abbiamo già visto altrove – le droghe psicotropiche d’alterazione della coscienza come l’LSD e la Cannabis sono state così tanto diffuse nel mondo[11]. Senza una realtà oggettiva, infatti, non vi può essere un Dio personale, una rivelazione divina e, di conseguenza, nessuna salvezza certa. Proprio come quando in Israele non c’era un re e ciascuno faceva come riteneva meglio (Gd. 17:6), così, quando è stato detronizzato il Re dell’universo nella mente di uomini e donne, la realtà si è ridotta ad essere “immaginazione del malvagio cuore umano”, il che vuol dire, in ultima istanza. la deificazione del proprio io (cfr. Ge. 6:5; De. 29:18,19; Gr. 11:7,8; 23:18). Se, come afferma l’agente della “polizia del pensiero” O’ Brien, nulla esiste se non attraverso la consapevolezza umana”[12], il cielo ci aiuti, perché lasciata alle proprie risorse e alla devastazione di Satana, la consapevolezza umana è il cestino della spazzatura dell’universo. E se, come afferma Peter Lemesurier, le altre persone sono “solo particolari aspetti di noi stessi” piuttosto che avere essi stessi un’esistenza autonoma, allora noi avremo disumanizzato ogni essere umano che Dio ha portato all’esistenza, e negato l’esistenza stessa del loro Creatore. Se volete una visione del contorto futuro che questo concetto genera, immaginate un neo-gnostico che siede a gambe incrociate su un viso umano per sempre[13].

La concezione del mondo che sostiene che “nulla esiste se non nella consapevolezza umana” è di fatto un esempio classico del punto di vista ben catalogato conosciuto come “solipsismo”, che può essere definito come: “La forma estrema di idealismo soggettivo che nega che la mente umana abbia basi valide per credere all’esistenza di una qualsiasi cosa oltre a sé stessa”[14]. Molti pochi pensatori hanno osato appendere il loro cappello su un simile attaccapanni solipsistico, sebbene il filosofo inglese Bertrand Russell avesse dichiarato che il suo ideale fosse “lo stabilimento della fisica su basi solipsistiche”[15], un ideale da tempo superato. Anche la cosiddetta “nuova fisica”, infatti, si è rivelata un’ulteriore forza che ha incoraggiato l’idea che la vita non sia più o meno che un’illusione. Abbiamo sviluppato questo più ampiamente in un articolo separato sul mondo della scienza, ma lo citiamo qui per  mostrare fino a che punto si allarghino le fantasie concettuali neo-gnostiche. A causa di recenti affermazioni scientifiche, infatti, sul fatto che la materia non sia che un’altra forma di energia, questo ha servito solo a promuovere le affermazioni panteistiche dei neo-gnostici e della loro concezione che le cose materiali siano solo quello che appaiono essere in un quadro di relatività. Però, il dott. Ernest Lucas dell’Institute for Contemporary Christianity, scrivendo nella rivista: Science and Christian Belief, confonde tale idea quando scrive: “Dire che la material è irreale perché può essere convertita in energia, è come dire che il ghiaccio non è reale perché esso si può convertire in acqua”[16]. Gli scienziati oggi, però, non  sono usi a tali ragionamenti razionali. Al contrario, essi hanno abbracciato la concezione neo-gnostica della realtà. Come afferma un eminente fisico internazionale in una sua opera molto quotata: “La realtà fisica non esiste indipendentemente dall’osservatore e dal suo apparato di sperimentazione”[17]. Poi continua dicendo: “Forse ogni proprietà – e quindi l’intero universo – è stato portato all’esistenza dalle osservazioni fatte ad un certo punto del tempo, da esseri con sapevoli”[18].

Questo è completamente compatibile con la concezione neo-gnostica della realtà, eppure questo è ciò che afferma oggi la corrente principale della fisica. Il presentatore di un programma scientifico della BBC, sul cosiddetto “principio antropico” riassunse un tale pensiero quando affermò: “Il centro dell’universo è nel vostro salotto”[19]. Come se poi quest’affermazione non avesse condannato abbastanza della mitologia solipsistica della Nuova Fisica, un altro fisico scrive nella stessa vena quando afferma che: “I sistemi fisici non possono dirsi avere proprietà definite indipendentemente dalle nostre osservazioni; forse un albero di cui mai si è sentito udire, quando cade nella foresta, dopo tutto, non fa alcun rumore”[20].

Si può così vedere come queste affermazioni mettano in questione l’intero fondamento della realtà materiale oggettiva come è stata creata dal Dio Trino. Ciò che dicono, in effetti, è “non vi può essere nulla che accade a meno che io non ne faccia l’esperienza”. Ogni individuo, quindi, diventa il centro del proprio universo. L’uomo diventa Dio. Un tale incubo solipsistico ha ora attratto le menti brillanti che  oggi stanno guidando la ricerca scientifica. E questo nonostante il fatto che il verdetto generale sul solipsismo nei circoli filosofici contemporanei è che, “presentato come soluzione al problema di spiegare la conoscenza dell’uomo al mondo esterno, esso viene generalmente considerato come una reductio ad absurdum[21]. Eppure questa è precisamente la posizione oggi di tutti questi neo-gnostici, che stanno edificando un mondo non meno reale di quello dipinto in “Strawberry Fields”. Il sangue si raggela al solo pensiero che quando questa gente prenderà pieno ed aperto controllo dell’autorità del mondo (il che potrebbe non essere molto lontano), non è certamente assurdo pensare che essi cercheranno di imporre la loro filosofia sui dissidenti cristiani in modo molto simile a come viene rappresentato nel libro “1984” ad opera della “Polizia del Pensiero”, questa volta, però non con rozzi trattamenti di elettrochoc, ma forse attraverso l’uso di terapie a base di LSD ed altri “trattamenti” psicodinamici in “centri di riabilitazione” destinati a far alterare lo stato di consapevolezza umana nei modi desiderati.

La concezione che non vi sia alcuna realtà oggettiva, ha persino permeato alcuni circoli cristiani professanti. La “Società per la Promozione della Conoscenza Cristiana” (sic) ha recentemente pubblicato un libro dal titolo “Illusioni viventi”. Il comunicato stampa prima della sua pubblicazione affermava che il libro “esamina differenti espressioni di fede … e suggerisce che esse siano tutte illusioni”[22]. Affermando come non vi siano “regole precise sulle quali noi si possa appoggiare la verità sulla realtà esterna e la vita interiore”, l’autore, insegnante all’Università di Leicester, Inghilterra, “…illustra la sua argomentazione con esempi tratti da studi psicanalitici come pure di arte, scienza, teologia e misticismo, per mostrare come le nostre credenze e presupposti si appoggino solo su percezioni personali”[23].

La dottrina solipsistica del “maya” è ora molto comune in molti circoli “cristiani” di chiese storiche. Però, per quanto riguarda la genuina esperienza cristiana, il concetto di “nessuna realtà oggettiva” può essere considerato molto meglio come “le profondità di Satana”[24] (Ap. 2:24). In primo luogo, qui c’è un autentico problema etico. Che accade alla moralità pubblica (o privata) se uno potesse dire: “Dipende da come guardi la cosa…” ogni qual volta qualcuno commette una violazione della legge? La Bibbia dice che se qualcuno ti ammazza a sangue freddo, oggettivamente si tratta di omicidio, e questo merita la pena di morte. Se però non esiste alcuna realtà oggettiva, allora la giustificazione dell’omicida, ad es. “Ho solo perso la pazienza…”, oppure “lei non avrebbe mai dovuto abbandonare”, diventerebbe una realtà altrettanto valida della legge di Dio. In altre parole, l’integrità morale dell’universo si fonda sull’oggettività della realtà. Inoltre, la Bibbia mostra che, lungi dall’essere un’illusione, le nostre esperienze di vita in questo mondo sono molto reali.  E’ Gesù stesso che rivela come tutte le decisioni che  facciamo durante il nostro pellegrinaggio terrestre avranno su di noi un effetto tale da influire su tutta l’eternità (Gv. 5:24). E’ interessante notare che Lazzaro e il ricco, nella parabola di Gesù (Lu. 16:19-31) non guardano indietro alla propria vita come se fosse stato un sogno, ma che essi conservano la propria identità e raccolgono ciò che essi hanno seminato nella loro vita consapevole come esseri umani. Semplici sognatori non possono essere resi responsabili per ciò che essi fanno nei loro sogni.

E’ vero che gli esseri umani non hanno una concezione complessiva di ogni cosa; la nostra consapevolezza è legata all’attuale dimensione spazio-temporale, e certo è vero che la nostra comprensione e percezione è limitata, se la confrontiamo con quella di Dio. Ma è SOLO Dio che ha la visione complessiva, e A DIO SOLO è permesso di avere una visione totale. Il desiderio di uscire dalla consapevolezza normale e di poter giocare con la “consapevolezza divina” diventa qualcosa che solo interessa a qualcuno che voglia diventare Dio nella sua propria comprensione. Il cristiano, però, ha la verità rivelata che quando un uomo tenta di penetrare la sapienza proibita e vuole conoscere le cose segrete di Dio, non fa altro che ricadere nel primissimo inganno a cui era stato sottoposto nella sua storia (“diventerete come Dio…” Ge. 3:5).

Nel libro 1984 l’importante assioma a cui si aggrappava Winston era: “La libertà è la libertà di poter dire che due più due fa quattro. Se questo ci è concesso, tutto il resto ne conseguirà”. E’ vero questo pure per noi in quest’epoca di irrazionalità gnostica. Dobbiamo però anche dire che la vera libertà è la libertà di conoscere che un Dio vivente e personale ha creato l’universo, e che tutti noi partecipiamo nell’oggettiva realtà del mondo che EGLI ha creato, sia che ci crediamo oppure No.



[1] Paradigm Shift, un cambiamento del modo di pensare, dei parametri secondo i quali abbiamo ragionato fin ora (la concezione del mondo razionalista greca e giudeo-cristiana) e che ci permetterebbero di vedere la realtà in un altro modo.

[2] Logical fallacy.

[3]Thomas Kuhn, The Structure of Scientific Revolutions (University of Chicago, 1970).

[4]John R. Hinnells (Ed.), The Penguin Dictionary of Religions (Penguin, 1984), p.208.

[5] E’ l’effetto che i sempre più sofisticati videogiochi producono oggi, creando realtà virtuali ed immergendoci in esse, sprofondandoci in mondi immaginari. La stessa cosa, però, è il prodotto che le droghe operano sul cervello. Certo, “creano” delle realtà, ed esse sono del tutto illusorie, ma la realtà del “mondo esterno” rimane costante ed immutabile. Il concetto è stato ripreso dal recente film “Matrix” dove ignari esseri umani scoprono che la realtà che stanno vivendo, in realtà, è una gigantesca manipolazione illusoria costruita da extraterrestri. La realtà “vera”, però, è molto diversa.

[6]C.G. Jung, Memories, Dreams and Reflections (Routledge & Kegan Paul, 1968), p.324.

[7] Dal capitolo: "Seeing is Believing: The Four Worlds of a Shaman"  by Serge King, in Gary Doore (Ed.), "Shaman's Path: Healing, Personal Growth and Empowerment" (Shambala Publications, 1988), pp.44-52.

[8]Lemesurier, This New Age Business: The Story of the Ancient and Continuing Quest to Bring Down Heaven on Earth (Findhorn, 1990), pp.230-232.

[9] George Orwell, Nineteen Eighty-Four (Penguin, 1984), pp.72-73.

[10] Ibid., p.228.

[11] Tipica è la classica illusione dell’allucinato di “poter volare” e quindi saltare senza problemi dal tetto di una casa, per poi tragicamente scoprire che le leggi della gravità l’avrebbero in ogni caso fatto sfracellare. Sono le stesse fantasie delle favole per bambini, tipo “Peter Pan”. Per quanto “romantico” possa essere, non si può rimanere sempre bambini e “credere alle favole”, la realtà è diversa ed esiste in modo oggettivo.

[12] Ibid., p.228.

[13]This is a play upon the spine-chilling words from Orwell's novel: "If you want a vision of the future, imagine a boot stamping on a human face forever".

[14] Encyclopaedia Britannica, 15th edition, Vol.X, p.946.

[15] Chambers's Encyclopaedia, 1963, Vol.XII, p.695.

[16]Citato in un articolo dal titolo: “New Agers Spell End for Science" in the Times Higher Education Supplement, May 8th 1992, p.6.

[17]John D. Barrow and Frank J. Tippler, The Anthropic Cosmological Principle (OUP, 1988), p.464.

[18] Ibid. p.470.

[19]BBC World Service science programme Journey to the Centre of the Universe, 0515 hrs, September 28th, 1992.

[20]J.F. Clouser and A. Shimony, quoted in John D. Barrow and Frank J. Tippler, The Anthropic Cosmological Principle, p.463.

[21] Encyclopaedia Britannica, 15th edition, Vol.X, p.946.

[22]August 1993 press release for Michael Jacobs, Living Illusions (SPCK, 1993).

[23] Ibid.

[24] “a voi e agli altri che sono in Tiatira, a quanti non hanno questa dottrina e non hanno conosciuto le profondità di Satana, come essi le chiamano, io dico: non vi impongo alcun altro peso” (Ap. 2:24).