LIBERALISMO TEOLOGICO: UNA FEDE DI FACCIATA


EMT 36 – 235 Gli studiosi dell’ultimo teologo svizzero, Karl Barth, presentano la storia della sua serie di conferenze incentrate sulla teologia di Friedrich Schleiermacher, un teologo tedesco vissuto tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XIX. Durante le conferenze, Barth aveva un busto di Schleiermacher sulla sua scrivania e indirizzava commenti alla statua muta. Alla fine della lettura finale, Barth camminava verso la scrivania, colpiva la statua e quando questa si schiantava sul pavimento, rompendosi in tanti pezzi, Barth annunciava: “Troppo per la teologia di Schleiermacher”.

La critica di Barth a Schleiermacher era solo una piccola parte della sua critica generale alla teologia del diciannovesimo secolo, apparsa con il nome di “liberalismo”. Quando parliamo di teologia “liberale”, non s’intende, di solito, qualcuno che è un libero pensatore, progressista, aperto di mente o incline alla politica di sinistra. In teologia, “liberalismo” si riferisce al movimento specifico nato nel diciannovesimo secolo in Europa che ha stravolto il pensiero religioso di tipo accademico. Come movimento, ha cercato di de – supernaturalizzare la fede cristiana, specialmente i miracoli. Per questo, esso rappresenta un attacco alla cristianità ortodossa.

I miracoli furono messi in discussione perché richiedono una causa supernaturale e il supernaturalismo rappresentava un anatema per queste persone. I liberali del diciannovesimo secolo non negavano l’esistenza di Dio, ma erano così “intossicati” dalla filosofia hegeliana che abbracciarono un immanentismo di tipo radicale, in base al quale Dio era identificato con il processo cosmico comprendente lo spazio e il tempo. La trascendenza di Dio fu obliterata in questo schema. Il centro di tutto non era il cielo ma la terra. La redenzione non era l’anima personale che entra in contatto con Dio per riconciliarsi con Lui per mezzo dell’opera di Cristo, ma la riconciliazione di gruppi sociali tra loro, sulla base di scopi umanitari. Il Vangelo fu considerato più “da questa parte” che “dall’altra”, ossia un problema terrestre più che celeste.

Con l’avvento del liberalismo è sorto anche un duro attacco all’affidabilità della Bibbia. Questo attacco non venne da fuori la Chiesa ma dal suo interno, facendo in modo che il teologo olandese Abraham Kuyper affermasse che il criticismo biblico era degenerato in vandalismo.

Il problema più grande nei confronti della Bibbia, secondo i liberali, era che essa dichiarava che Dio operava miracoli nella storia. Il Nuovo Testamento era quasi offuscato dai miracoli. Bisognava naturalizzarli; così Strauss, Wrede e altri diedero spiegazioni più “limpide” dei miracoli dei Vangeli.

Per esempio, la moltiplicazione del pane e dei pesci è stato ripresentato come una frode perpetrata da Gesù e dai suoi discepoli, o anche come un “miracolo morale”. La frode consisterebbe nel fatto che Gesù aveva messo da parte delle provviste in una grande grotta, l’entrata di questa era stata attentamente nascosta. I discepoli, di nascosto, gli passavano il cibo e Gesù lo tirava fuori delle maniche come un mago tira fuori le sciarpe, presentando l’illusione di un miracolo. La spiegazione morale di questo fatto era che Gesù, in questo modo, persuadeva coloro che avevano comprato il pranzo a condividerlo con chi non aveva nulla da mangiare. Questo era un miracolo contro l’avarizia umana, un miracolo con un valore etico.

In base a questa linea di pensiero, Albrecht Ritschl ha cercato di ridurre l’essenza della Cristianità a valori etici.  La rilevanza del Cristianesimo è più in evidenza nell’etica dei Sermoni della Montagna che nel sacrificio e nella resurrezione di Cristo, ha affermato.

Il collega di Barth, Emil Brunner, nel suo libro Il Mediatore, ha dato la sua critica del liberalismo con una sola parola. La parola che ha scelto per cristallizzare l’essenza del liberalismo è miscredenza. Sia Barth che Brunner, sebbene non abbiano mai percorso la via dell’ortodossia, erano chiari nel loro rifiuto del liberalismo del XIX secolo (esemplificato da Rudolf Bultmann) e del neo – liberalismo del XX secolo.

Il liberalismo non è una minima parte della Cristianità. J. Gresham Machen ha giustamente affermato che “un esame degli insegnamenti del liberalismo, comparati con quelli del cristianesimo mostrerà che i due movimenti sono totalmente opposti”. Infatti, se la parola liberale è usata nel senso religioso XIX secolo, il termine cristiano liberale è un ossimoro. Se il nucleo del liberalismo è la miscredenza, allora la sua presenza nella chiesa rappresenta il nadir dell’apostasia.

La tragedia è che il liberalismo ha catturato l’attenzione di importanti chiese sia europee sia americane. Prima si è infiltrato nelle università e nei seminari, poi nelle chiese. In Europa, il trionfo del liberalismo si è insinuato nell’era post – cristiana, in un periodo in cui molte chiese erano vuote.

Il liberalismo ha cercato di mantenere un’aura di religione ma, all’analisi finale, esso è risultato come una pia frode. I ministri che non prendevano in considerazione la cristianità biblica avevano ancora bisogno di un lavoro. Essi non erano preparati ad abbandonare semplicemente le loro chiese e i milioni di dollari investiti nel patrimonio e nelle proprietà della chiesa. Era più semplice ridefinire il cristianesimo. Ma la nuova versione data di questo era ipocrita poiché, da un lato rigettava ogni base biblica per poi attaccare anche Gesù ma, allo stesso tempo, s’identificava nel nome di Gesù. Dando la possibilità di cambiare se stessi o cambiare Gesù, i liberali si dedicarono alla creazione di un nuovo ritratto di Gesù, la cui vera identità storica era considerata inconoscibile. Questa è la radice storica del contemporaneo “Seminario di Gesù”, che rappresenta la peggiore di queste ipocrisie e ambiguità.

Sfortunatamente, la tragedia storica della capitolazione delle chiese principali, in favore della vaga teologia liberale, non è stato un avvenimento istruttivo. La nuova frontiera del liberalismo è la chiesa evangelica, che ogni giorno “flirta” sempre di più con quelli che sono i principi del liberalismo. Dobbiamo essere vigilanti, poiché il fermento della miscredenza è molto più persuasivo adesso rispetto ad ogni altro periodo della storia della chiesa.

 (Dr. R.C. Sproul, TABLETALK, agosto 2000)

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