RAGGIUNGERE I CATTOLICI CON IL VANGELO Introduzione Io avevo sempre delle difficolta’, quando ero un prete cattolico, ascoltare degli evangelisti, nella mia longa quattordicenne ricerca della Verita del Vangelo. I programmi delle Radio Cristiane parlavano continuamente tante cose che io dovevo “accetare” Gesu’ Cristo nel mio cuore. Nello stesso modo, le pubblicazioni Cristiane sottolineavano la dedicazione o degli impegni di cui io avrei biosogno per seguire Cristo. Dopo l’esaustiva e l’agonizante ricerca e verifica di tutte le cose che mi servirebbero per essere salvato, I ho personalmente riconosciuto che, soprattutto, la prima cosa che debba essere capita biblicamente nel Vangelo e’ quello che e’ del Gesu’ Cristo, nostro Signore, nelle parole di Paolo in Rom. 1:3. Mentre il Vangelo e’ proclamato a tutti, questo non parla del Cristo “accetato nei nostri cuori”, ma e’ centrato nel Signore Gesu’ Cristo, nella Sua fedelta’, la Sua morte e risurrezione, e nel nostro ‘essere’ che e’ stato accetato dalla Sua Grazia. Ho anche scoperto che il Vangelo e’ assolutamente un fatto storico. La fede biblica non si preoccupa delle tecniche raccomandate, sia dal mysticismo che eticali, come la salvezza possa essere ottenuta, il che sarebbe sicuramente un errore di tutte le false religioni. La Bibbia piu’ttosto proclama che Dio, attraverso un sicuro fatto storico, ha salvato il Suo popolo dalla destruzione. Il Vangelo, “attraverso cui voi siete salvati” (1 Cor. 15:1-4), e’ il finito e completo lavoro del nostro Signore Gesu’ Cristo. Come non evangelizzare La prima via che non evangelizza e’ stare in silenzio e nella speranza che la nostra testimonianza Christiana bastera’ da sola. Il comandamento “Andate in tutto il mondo e predicate la buona notizia a tutte le creature!” significa andare e proclamare il Verbo di Dio a tutti i Cattolici! La magioranza dei preti, delle suore, e dei precedenti Cattolici, che ho conosciuti dopo che loro erano salvati, riconosce il fatto che nella realta’, nessun credente Biblico li ha avvicinati per quanto riguarda la loro evangelizzazione e la propria salvezza. Il nemico piu’ grande del Vangelo e’ il silenzio. Infatti, il comandamento di Gesu’ di dare la buona notizia a tutta la gente e’ realmente un obligo, non solamente una richiesta. Secondo, nell’evangelizzare dei Cattolici, noi dobbiamo essere assolutamente sicuri di non dare qualche messaggio del ‘processo’. Cattolici erano continuamente insegnati che cosa devono fare per piacere a Dio. “Primi venerdi’”, “Primi Sabati”, “Scapulare azzuro”, “Via di Santa Teresa”, e tutte le apparizioni sono pieni dei messagi ‘cosa fare’. Tutta la loro vita dipende da questi di “cosa fare”. Quando qualcuno approccia un Cattolico, lo deve sempre fare col rispetto verso che cosa Gesu’ ha fatto, ricordando il Suo semplice comandamento sulla fede e sulla fiduccia assoluta in Lui. Usare delle espressioni come “accettare Cristo nel proprio cuore” oppure “dare la propria vita a Cristo” e’ molto simile a quello che i Cattolici sentono spesso nella Chiesa Cattolica Romana. Questi messaggi debbono essere tralasciati a parte nel modo di evangelizzare. E’ infatti necessario di discutere alcune vie di evanelizzare che sono, nello stesso tempo, assolutamente danneggianti al vero Vangelo. “Accettare Gesu’ nel proprio cuore” e’ purtroppo una delle piu’ usate sentenze nei moderni circoli evangelici. Ma questo concetto umanistico non e’ per niente Biblico. Biblicamente, invece, un credente e’accettato in Cristo. Tutto il tema di Efe. 1 e’ summarizzato nel versetto 6: “a lode della gloria della Sua grazia, che ci ha concessa nel Suo amato Figlio”. La terminologia di “accettare Cristo nel cuore” e’ tutta al rovescio. Essa assume, sbagliatamente, che la salvezza sta nel cuore umano. Nella Bibbia, la salvezza si trova soltanto ed esclusivamente nel Cristo solo. Non e’ per niente Biblico pensare che la salvezza comincia con la prima venuta di Cristo nel cuore peccaminoso di un uomo. Una pesona “morta nei peccati” puo’ essere accettata da Dio solamente se lui o lei e’ “nel Cristo”, come risulta dagli scritti di Paolo, Giovanni, e Pietro. Dopo, e solo dopo, Cristo viene a sanctificare qualcuno chi e’ gia’ precendentemente salvato. Cristo viene nei nostri cuori credenti “Dimorate in me, e io dimorero’ in voi. Come il tralcio non puo’ da se’ dar frutto se non rimane nella vite, cosi’ neppure voi, se non dimorate in me.” (John 15:4). Questo e’ un proccesso della sanctificazione che non puo’ essere confuso con la salvezza iniziale nel Cristo Gesu’. Alcuni versetti, come i seguenti sotto, sono molto spesso usati sbagliatamente per evangelizzare. Piuttosto, queste parole sono indirizzati ai credenti della chiesa in Laodicea: “All’angelo della chiesa scrivi: Queste cose dice l’Amen, il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio. Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrero’ da lui e cenero’ con lui ed egli con me. Chi vince lo faro’ sedere presso di me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul Suo trono.” (Apo. 3:14, 20-21). L’uso erroneo di Apo. 3:20, che e’ un messaggio della sanctificazione, e’ spesso applicato alla giustificazione, il che e’ inscusabile. La giustificazione e’ differente dalla sanctificazione. La sanctificazione e’ interna e sperimentale, mentre la giustificazione e’ oggettiva e legale. La giustificazione e’ istantanea e immutabile, mentre la sanctificazione e’ graduale e progressiva. Ognuno chi disinterpreta questo messaggio, sa molto bene che il brano non quadra col contesto Biblico, ma continua a farlo per il proprio successo della testimonianza personale. Perche’ questo abuso della Scrittura e’ cosi’ serio e dannegiante, penso che sia neccessario presentare alcuni esempi. Molto spesso, possiamo sentire l’applicazione di Apo. 3:20 come un invito a credere. “Gesu’ Cristo vuole avere un raporto personale con te. Immagina che Lui sta alla porta del tuo cuore - emozioni, intelletto, e volonta’ - e bussa; invitaLo: Lui ti aspetta, che tu Gli apri il tuo cuore, accetandoLo nella tua vita.” Il Signore Gesu’ Cristo sicuramente non sta aspettando nessuno, Lui semplicemente comanda a tutti gli uomini credere in Lui. Cattolici mentono a se stessi proclamando che loro hanno ricevuto Gesu’ nel loro cuore. Evangelici spesso diventano come i Cattolici se credono di aggiungere semplicemente qualcosa nuovo ai loro riti e le liturgie. Ma il fatto di trasmettere un falso messaggio agli altri e’ sinceramente gravissimo. “Lascia che Gesu’ ti dia il controllo della tua vita che tu possa essere salvato” e’ un altro approccio non Biblico nell’evangelizzare. Questo insegnamento e’ un errore perche’ Dio Omnipotente dell’Universo controlla completamente la Sua creazione. Lui e’ ‘Qualcuno’ “ in cui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volonta’ ” (Efe. 1:11). Nulla puo’ offrire una persona a Dio nelo scambio con la propria salvezza. “Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute ma per la Sua misericordia, mediante il bagno della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo.” (Tito 3:5). Gesu’ Cristo stesso fu l’unico sacrificio per i nostri peccati, che Dio ha accettato, e questo sacrificio fu compiuto sulla croce. Il sacrificio per il peccato e’ finito una volta per sempre. Una persona e’ salvata attraverso la Grazia di Dio, mediante la fede in Gesu’ Cristo, a prescindere da ogni sorta di ‘comportamento controllato’. Ogni nostro comportamento Christiano e’ il consequente proccesso successivo della salvezza, e non una causa iniziale della salvezza. “Offri la tua vita a Gesu’ per essere salvato”. Questo insegnamento e’ un errore per alcune ragioni. Prima di tutto, la vita eterna e’ un dono gratuito (Efe. 2:8-9; Rom. 5:15-18, 6:23). Una persona non “ da’ ” nulla per un dono gratuito. Dio da’ questo dono ad una persona quando questa sta fermamente in Cristo Gesu’. Con il dono della salvezza arriva anche il dono della fede in cio’ che Dio ha fatto (Gio. 5:24-25). Il peccato sempre separa l’uomo da Dio (Rom. 3:23). Secondo, le frasi come “ dai la tua vita a Gesu’ ” assumono sbagliatamente che una persona puo’ meritare qualcosa da Dio, o addirittura offrire qualcosa a Dio. Ma gente, spiritualmente morta, non puo’ dare nulla a Dio che solo Lui potrebbe salvare la loro vita. Perche’ l’uomo e’ morto nel peccato, Gesu’ Cristo ha dato la sua vita per in peccati del suo popolo (Gal. 1:4). Non esiste alcun brano Biblico ad insegnare che qualcuno, spiritualmente morto, possa “dare” qualcosa, includendo la propria vita, per la propria salvezza. Insegnando ai Cattolici che “ offrendo la loro vita a Gesu’ “ si puo’ ottenere la salvezza, e’ dannegiante, perche’ loro pensano automaticamente che attraverso qualche servizio, tempo, lavoro, soldi ecc., possono essere salvati. Questo conduce, ovviamente, alla ‘salvezza per le opere buone’, che non puo’ certamente salvare nessuno. Cercando la propria salvezza non significa in nessun caso qualche lavoro da fare per “ dare qualcosa a Gesu’ “ e ricevere un ricambio. Una persona e’ salvata per la pura Grazia di Dio e per la sola fede in Cristo - e per niente altro (Efe. 2:8-9). Ne’ il Vangelo ne’ Dio e’ glorificato attraverso “l’evangelizzazione” di “ dare la vita a Gesu’ “ o “accetare Gesu’ come un salvatore personale”, mentre la gente sta ancora sotto il peso del continuo ripetere dei rituali e delle cerimonie, e loro cuori, pieni dei peccati, non sono pronti alla penitenza. La penitenza e’ assolumente necessaria ed essenziale per la fede salvifica, e cosi’, senza la penitenza non c’e’ la fede che salva. La convinzione del peccato e’ il primo lavoro dello Spirito Santo nella vita di un peccatore (Gio. 16:8). La salvezza non esiste senza la convinzione di ‘essere peccatore’. “Ella partorira’ un figlio, e tu gli porrai nome Gesu’, perche’ e’ lui che salvera’ il suo popolo dai loro peccati” (Mat. 1:21). La penitenza e’ sempre una parte necessaria della fiducia in Cristo, perche’ Gesu’ e’ venuto a salvare il suo popolo “dai” peccati, e non “nei” peccati. “Dio dunque, passando sopra i tempi dell’ignoranza, ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano” (Atti 17:30). Il metodo biblico La metodologia biblica e’ una parte importante della verita’ del Signore. Lo stesso metodo dell’evangelizzazione di Gesu’ Cristo fu essenzialmente chiedere delle domande sulla fede, proclamando l’indispensabile penitenza e fede. Similmente, gli apostoli proclamavano il divin comandamento di credere in Gesu’. Allora, il metodo biblico significa basilarmente chiedere delle certe domande, come ha fatto Gesu’. Usando delle parole attuali dalla Scrittura, noi dovremmo proclamare la suprema santita’, bonta’ e giustizia del nostro Salvatore Gesu’ Cristo per ognuno chi e’ salvato. Cio’ significa semplicemente provare che il lavoro salvifico di Cristo e’ completo e sufficiente. Noi dobbiamo far sapere a tutti che credere in Gesu’ e’ un dovere assoluto per la salvezza. La penitenza, la rinuncia di propria “ bonta’ ” e della “giustizia personale”, e la fiducia completa in Gesu’, rappresentano i fattori indispensabili della salvezza. Infatti, il punto centrale del processo salvifico e’ l’imputazione della giustizia di Gesu’ al credente. Questo e’ il tema di Romani in capitolo quarto, che e’ ben summarizzato nel versetto cinque: “mentre a chi non opera ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede e’ messa in conto come giustizia”. La raggione per la quale Dio imputa la Sua giustizia ad un credente e’ per mostrare Chi e’ Lui. “Al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinche’ egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesu’. “ (Rom. 3:26). Alcune domande semplici 1. “Come possiamo noi, peccatori, stare davanti a Dio Santissimo?” 2. “Davanti a Dio, quale e’ lo scopo della tua vita?” 3. “Quale e’ il messaggio centrale della Bibbia?” 4. “Come possiamo avere io e tu la vita eterna?” 5. “Dio e’ tutto Santo. Noi invece siamo tutti peccatori. Come allora, puo’ qualcuno avere il rapporto personale con Dio?” 6. “Perche’ ha Cristo detto ai Giudei che credettero in Lui, “ se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati “ (Giov. 8:24)?” 7. “Perche’ Gesu’ mori’ sulla croce, non avendo dei peccati?”. La salvezza e’ in Cristo Nella Scrittura, la salvezza e’ chiaramente vista in Gesu’ Cristo. Per esempio, in Efe. 1 e 2, le espressioni “nel Cristo”, “in Lui”, “in Amato”, ci si trovano ben 18 volte. Per il resto, la stessa situazione si trova anche nelle altre lettere dell’Apostolo Paolo. La salvezza e’ nel Cristo. Similarmente, negli scritti Giovannei, la vita eterna e’ in Cristo e si trova nel credere in Lui. “Sappiamo pure che il Figlio di Dio e’ venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che e’ il Vero; e noi siamo in colui che e’ il Vero, cioe’ nel Suo Figlio Gesu’ Cristo. Egli e’ il vero Dio e la vita eterna.” (1 Giov. 5:20). Nel tempo dei Reformatori, quando literalmente milioni dei Cattolici trovassero il Signore, fu precisamente il quarto principio della Reforma a tenere la verita’ Biblica che la salvezza sta esclusivamente nel Cristo. Tutti i comandamenti sono “credere in”, “venire a Cristo”, “credere in Gesu’ Cristo ed essere salvati”, o con le parole di Gesu’ stesso: Chi crede ed e’ batezzato, sara’ salvato”, o in Giov. 6:29: “Questa e’ l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato”. Il fatto che la salvezza si trova nel Gesu’ e non nel credente, e’ la cosa piu’ fondamentale nell’evangelizzazione dei Cattolici. Quando incontriamo la parola “ricevere” come in 1 Giov. 1:12, la parola e’ spiegata nel senso del ‘credere’, cosi’ “ricevere” significa praticamente “avere fede” in Cristo. “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioe’, che credono nel suo nome.” (Giov. 1:12). Qualsiasi terminologia che e’ indirizzata specificamente al cuore umano, invece al Cristo, non e’ affatto effetiva, perche’ non sta nella linea con la Parola di Dio. Il principio Biblico di guardare Gesu’ come l’unico Salvatore e’ di grandissima importanza. Il venire a Gesu’ e’ iniziato dal Padre Chi trae ogni Suo individuo a Cristo (Giv. 6:37, 44). La salvezza e’ compiuta dalla Grazia divina sola. Questa e’ il dono libero attraverso la sola fede (Efe. 2:8-9). Venendo a Cristo significa avere adesso la vita eterna, che sara’ pienamente glorificata nei cieli. Testimoniando, parlare di “andare nei cieli” non solamente cambia l’attenzione dal Dio all’uomo e la sua completezza, ma nello stesso tempo, fallisce anche nel ricordare il fatto che - con la nostra fede - noi abbiamo gia’ adesso la vita eterna assicurata. Piuttosto di parlare dell’andare in cielo, quelli che sono gia’ salvati dovrebbero proclamare ai non credenti: “Questa e’ la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesu’ Cristo” (Giov. 17:3). Questo messaggio dovrebbe essere predicato attraverso i fedeli salvati sia nel supermercato che al telefono. “Queste cose io ho scritto che voi abbiate la fede nel nome del Figlio di Dio; cosi’ che voi sappiate di avere la vita eterna, e potreste credere nel Suo nome”. Quando noi diamo il pieno credito al Dio e alla Sua Grazia, e quando la Sua Parola - che e’ fortissima - e’ ben usata, Lui salva il peccatore. La persona, per la quale la Parola di Dio e’ proclamata, puo’ osservare umilmente la dimostrazione della misericordia di Dio. Ognuno, sia un credente sia non credente porta qualche frutto, in questo processo del’evangelizzazione. Come afferma Efe. 1:6: “a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio.” Gesu’ Cristo presentato La Scrittura dichiara evidentemente la manifestazione della ‘giustizia di Dio’ senza la legge. Questa e’ la fermezza del Vangelo. Che cosa e’ dichiarato non e’ la giustizia delle opere umane, in nessun modo, ma piuttosto la giustizia divina nel Signore Gesu’ Cristo, che e’ stata rivelata. Il Vangelo e’ la dimostrazione, nel fatto storicamente concreto, della soddisfazione perfetta che Cristo ha compiuta riguardo tutte le richieste della legge, e che Dio applica come un credito ad ogni vero credente. Davanti a Dio, tutto Santo, il peccato devve essere assolutamente punito e la vera giustizia stabilita. Questo fu compiuto nell’obedienza fedele di Gesu’, attraverso il Suo sacrificio della croce. La fedelta’ di Dio e’ provata in Rom. 3:22: “la giustizia di Dio mediante la fede in Gesu’ Cristo, per tutti coloro che credono”. Quando la Bibbia dichiara che la giustificazione e’ un dono di Dio ad un credente, essa anche prova, in poche parole, che cosa e’ la giustificazione. La giustificazione si trova nel Cristo solo, ed e’ il Cristo stesso. Questa e’ la dimostrazione della fedelta’ (1) di Gesu’ Cristo, perfino alla morte. L’integrita’ di questa qualita’ unica appartiene soltanto ed esclusivamente a Dio, e viene da Dio, “persino la giustizia di Dio che e’ attraverso la fede in Gesu’ Cristo”. La grande novita’ e’ che questa giustizia assoluta e’ “sopra tutti and per tutti quelli che credono”. Modestamente, quel modo dell’evangelizzare testimoniando la preziosa e gloriosa persona di Gesu’ Cristo nella Sua perfetta, fedele, e finita opera della salvezza, separa la verita’ Biblica dal sistema sacramentale assurdo della Chiesa di Roma. Il Signore solo e’ esaltato altissimamente, e le anime sono salvate per la gloria della Sua Grazia. _____________________________
(1) Greco ‘pistis’. Ci sono molto contesti Biblici dove la parola e’ tradotta “ fedelta’ “: Matt. 23:23, Rom. 3:3, Gal. 5:22, Tito 2:10, ecc. Ci sono alcuni passaggi nei quali la fedelta’ del Signore e’ menzionata. In ogni caso, il nome di Gesu’ Cristo e’ in genitivo indicando che la fedelta’ e’ la qualita’ del carattere che Lui dimostra (Gal. 2:16, 3:22, Efe. 3:12, Fil. 3:9). |
Cattolicesimo romano - Tempo di Riforma, a cura del past. Paolo Castellina