La
situazione della Chiesa Cattolica è seria. Il Papa è
gravemente malato e merita ogni compassione. Ma la Chiesa deve vivere.
Per questo, nella prospettiva di un' elezione papale, ha bisogno di
una diagnosi, di una sincera analisi svolta dal suo interno. Delle terapie
si potrà discutere dopo.
Gli
oltre venticinque anni di Pontificato di Karol Wojtyla sono stati
una conferma delle critiche che già avevo espresso dopo un anno
del suo Pontificato. Secondo la mia opinione, egli non è il Papa
più grande ma il più contraddittorio del XX secolo. Un
Papa dalle molte, grandi doti, e dalle molte decisioni sbagliate! La
sua «politica estera» ha preteso da tutto il mondo conversione,
riforma, dialogo. Però, in tutta contraddizione, la sua «politica
interna» ha puntato alla restaurazione dello status quo ante Concilium,
a impedire le riforme, al rifiuto del dialogo intra- ecclesiastico e
al dominio assoluto di Roma. Questa contraddizione si evidenzia in undici
ambiti problematici. Riconoscendo gli aspetti positivi di questo Pontificato,
mi concentrerò quindi sui suoi aspetti critici e contraddittori.
Prima contraddizione.
Giovanni Paolo II predica i diritti degli uomini all' esterno
ma li ha negati all' interno, cioè ai vescovi, ai teologi e soprattutto
alle donne.
Il Vaticano, un tempo nemico convinto dei diritti dell' uomo ma ben
disposto oggi a immischiarsi nella politica europea, continua a non
poter sottoscrivere la Dichiarazione dei Diritti dell' Uomo del Consiglio
d' Europa: troppi canoni del diritto ecclesiastico romano, assolutistico
e medioevale, dovrebbero prima essere modificati. La separazione dei
poteri, principio fondamentale del diritto moderno, è sconosciuta
alla Chiesa Cattolica romana, nel cui comportamento non vi è
nessuna lealtà: nei casi di disputa l' autorità vaticana
funge nel contempo da legislatore, accusa e giudice.
Seconda contraddizione.
Grande ammiratore di Maria, il Wojtyla predica gli ideali femminili,
vietando però alle donne la pillola e negando loro l' ordinazione.
Per molte donne cattoliche tradizionali (soprattutto le donne appartenenti
a ordini religiosi), l' aspetto più apprezzato di questo Papa
è il suo respingere le donne moderne, in quanto le ha escluse
da tutte le consacrazioni più importanti e considera la contraccezione
appartenente alla «cultura della morte ». Tuttavia, molte
delle donne che partecipano alle manifestazioni di massa del Papa, rifiutano
la dottrina papale che si oppone ai metodi contraccettivi.
Terza
contraddizione.
Questo Pontefice predica contro la povertà di massa e
l' indigenza nel mondo ma, al tempo stesso, con la sua posizione in
merito al controllo delle nascite e all' esplosione demografica, si
è reso colpevole di questa indigenza.
In occasione dei suoi numerosi viaggi e anche di fronte alla Conferenza
delle Nazioni Unite su Popolazione e Sviluppo tenutasi al Cairo nel
1994, questo Papa ha preso posizione contro l' uso della pillola e del
profilattico e, pertanto, potrebbe essere ritenuto responsabile più
di qualsiasi uomo di Stato della crescita demografica incontrollata
in alcuni Paesi e del dilagare dell' Aids in Africa.
Quarta contraddizione.
Karol Wojtyla propaganda una figura sacerdotale maschile caratterizzata
dal celibato ed è, quindi, il principale responsabile della catastrofica
carenza di sacerdoti, del collasso dell' assistenza spirituale in molti
Paesi e dello scandalo della pedofilia nel clero, ormai venuto alla
luce.
Agli uomini che si sono dichiarati pronti al servizio sacerdotale nelle
comunità viene proibito il matrimonio. Questo è solo un
esempio di come anche questo Papa abbia ignorato la dottrina della Bibbia
e la grande tradizione cattolica del primo Millennio in cui non vi era
alcuna legge sul celibato per i sacerdoti. I quadri si sono ridotti,
il reclutamento è fermo e fra poco, non solo nell' area di lingua
tedesca, quasi due terzi delle parrocchie rimarranno senza sacerdote
e la stessa celebrazione domenicale dell' eucarestia non potrà
più essere assicurata, nemmeno con l' importazione di parroci
e il raggruppamento delle parrocchie in «unità spirituali».
Il clero fedele al celibato è dunque in crescente pericolo di
estinzione. Gli scandali della pedofilia verificatisi dagli Stati Uniti
all' Austria hanno inoltre gravemente danneggiato la sua credibilità,
portando sull' orlo della bancarotta grandi diocesi negli Stati Uniti.
Quinta contraddizione.
Il Papa polacco ha praticato un numero elavatissimo di canonizzazioni,
ma al tempo stesso ha ignorato l' inquisizione attuata nei confronti
di teologi, sacerdoti e membri di ordini malvisti dalla Chiesa.
I devoti, strumentalizzati politicamente e commercialmente con spese
ingenti e conseguenti profitti per la Curia, sono soprattutto pie suore,
fondatori di ordini religiosi o Papi come l' antidemocratico, antisemita,
autoritario Papa Pio IX (controbilanciati dalla canonizzazione di Giovanni
XXIII). Devoti sono divenuti anche l' imperatore asburgico Carlo I e
il ben poco pio fondatore dell' Opus Dei Josémaria Escrivá.
Uomini e donne (anche donne appartenenti a ordini religiosi) che si
sono distinti, per il loro pensiero critico e per la loro energica volontà
di riforme, sono stati invece trattati con metodi da Inquisizione. Come
Pio XII fece perseguitare i più importanti teologi del suo tempo,
allo stesso modo si comportano Giovanni Paolo II e il suo Grande Inquisitore
Ratzinger con Schillebeeckx, Balasuriya, Boff, Bulányi, Curran,
Fox, Drewermann e anche il Vescovo di Evreux Gaillot e l' Arcivescono
di Seattle Huntington. Nella vita pubblica mancano oggi intellettuali
e teologi cattolici della levatura della generazione del Concilio. Questo
è il risultato di un clima di sospetto, che circonda i pensatori
critici di questo Pontificato. I vescovi si sentono governatori romani
invece che servitori del popolo della Chiesa. E troppi teologi scrivono
in modo conformista oppure tacciono.
Sesta contraddizione.
Il Papa elogia spesso e volentieri gli ecumenici, ma al tempo
stesso ha pesantemente compromesso i rapporti con le Chiese ortodosse
e con quelle riformiste ed evita il riconoscimento dei suoi funzionari
e dell' eucarestia.
Il Papa avrebbe dovuto consentire , come suggerito in molti modi dalle
commissioni di studio ecumeniche e come praticato direttamente da tanti
parroci , le messe e l' eucarestia nelle Chiese non cattoliche e l'
ospitalità eucaristica.Avrebbe anche dovuto ridurre l' eccessivo
potere esercitato dalla Chiesa nei confronti delle Chiese dell' Est
e delle Chiese riformiste e avrebbe dovuto rinunciare all' insediamento
dei Vescovi romano- cattolici nelle zone delle Chiese russe- ortodosse.
Avrebbe potuto, ma non ha mai voluto. Ha voluto invece mantenere e ampliare
il sistema di potere romano. La politica di potere e di prestigio del
Vaticano è stata mascherata da discorsi ecumenici pronunciati
dalla finestra di Piazza San Pietro, da gesti vuoti e da una giovialità
del Papa e dei suoi cardinali che cela in realtà il desiderio
di «sottomissione» della Chiesa dell' Est sotto il primato
romano e il «ritorno» dei protestanti alla casa paterna
romano-cattolica.
Settima contraddizione.
Come Vescovo suffraganeo e poi Arcivescovo di Cracovia, Karol
Wojtyla ha preso parte al Concilio Vaticano II. Una volta diventato
Papa, ha però disprezzato la collegialità del Pontefice
con i Vescovi decretata proprio al Concilio.
Questo Pontefice ha più volte dichiarato la sua fedeltà
al Concilio, per poi tradirlo nei fatti attraverso la sua «politica
interna». I termini conciliari come «aggiornamento, dialogo,
collegialità e apertura ecumenica» sono stati sostituiti
da parole quali «restaurazione, magistero, obbedienza, ri-romanizzazione
». Il criterio per la nomina dei Vescovi non è affatto
lo spirito del Vangelo e l' apertura mentale pastorale, bensì
la fedeltà assoluta verso la condotta romana. I sostenitori del
Papa tra i vescovi di lingua tedesca come Meisner, Dyba, Haas, Groer
e Krenn sono solo gli sbagli più eclatanti di questa politica
pastorale devastante, la quale fa pericolosamente scivolare in basso
il livello morale e intellettuale dell' episcopato. Un episcopato reso
ancor più mediocre, rigido, conservatore e servile, è
forse l' ipoteca più pesante di questo lunghissimo Pontificato.
Ottava contraddizione.
Questo Papa ha cercato il dialogo con le religioni del mondo,
ma contemporaneamente ha disprezzato le religioni non cristiane definendole
«forme deficitarie di fede».
In occasione dei suoi viaggi o «preghiere di pace», il Papa
ha radunato con piacere attorno a sé dignitari di altre chiese
e religioni. Non vi erano tuttavia molte tracce reali della sua preghiera
teologica. Anzi, il Papa si è presentato in sostanza come un
«missionario » di vecchio stampo.
Nona contraddizione.
Il Papa polacco ha assunto la funzione di rappresentante della
fede in un' Europa cristiana, ma il suo ingresso trionfale e la sua
politica reazionaria hanno involontariamente favorito l' inimicizia
nei confronti della Chiesa, se non addirittura l' avversione contro
il Cristianesimo stesso.
La campagna di evangelizzazione del Papa, il cui punto centrale è
rappresentato da una morale sessuale ben poco adeguata ai tempi, ha
discriminato soprattutto le donne: quelle che in questioni controverse,
quali la contraccezione, l' aborto, il divorzio, l' inseminazione artificiale
hanno dimostrato di avere opinioni diverse da quelle della Chiesa, sono
state definite portatrici di una «cultura della morte».
Attraverso interventi politici, come è accaduto in Germania contro
il Parlamento e l' episcopato nel caso del conflitto sul tema della
gravidanza , , la Curia romana ha dato l' impressione di rispettare
poco la separazione giuridica tra Stato e Chiesa. Il Vaticano cerca
(attraverso il gruppo parlamentare del Partito Popolare europeo) di
esercitare delle pressioni anche sul Parlamento Europeo, incentivando
l' ingaggio di osservatori particolarmente vicini alle idee di Roma
per questioni relative alla legislazione sull' aborto. Invece di farsi
ovunque fautrice di soluzioni ragionevoli che consentano la mediazione,
la Curia romana con i suoi proclami acutizza di fatto a livello mondiale
la polarizzazione tra oppositori e sostenitori dell' aborto, moralisti
e libertini.
Decima
contraddizione.
Come carismatico comunicatore e «star» mediatica, questo
Papa fino alla sua veneranda età ha fatto presa in particolare
sui giovani, ma si è appoggiato soprattutto ai «nuovi movimenti»
di origine italiana, all' Opus Dei di casa in Spagna e a un pubblico
acritico e fedele del Pontefice. Tutto ciò è sintomatico
del rapporto del Papa con la laicità e della sua incapacità
di dialogare con un pubblico critico.
I grandi raduni mondiali dei giovani sostenuti a livello regionale e
internazionale, sotto la sorveglianza della gerarchia dei nuovi movimenti
laici (Focolare, Comunione e Liberazione, St. Egidio, Legionari di Cristo,
Regnum Christi, etc.), hanno attirato e attirano centinaia di migliaia
di giovani. Molti di essi volonterosi, troppi del tutto acritici. Il
carisma personale di Wojtyla è quasi più importante dei
contenuti da lui trasmessi. Le domande che i giovani avevano posto al
Papa e che, in occasione del suo primo viaggio in Germania, lo avevano
messo in serio imbarazzo, in seguito non sono state più consentite.
Le associazioni cattoliche di giovani, che non si trovano sulla linea
del Vaticano, vengono disciplinate e messe alla fame dall' ordine romano
attraverso il ritiro di finanziamenti da parte dei vescovi locali. Inoltre
viene messa in discussione la fiducia un tempo accordata all' ordine
dei gesuiti: prediletti dai Papi precedenti, ora vengono percepiti come
sabbia negli ingranaggi della politica di restaurazione del Papa a causa
delle loro qualità intellettuali, dei loro teologi critici e
delle opzioni teologiche di liberazione. Invece Karol Wojtyla, già
ai tempi in cui era ancora arcivescovo di Cracovia, concesse la piena
fiducia all' associazione segreta Opus Dei, potente sia dal punto di
vista finanziario che in termini di influenze, ma antidemocratica e
in passato compromessa con regimi fascisti.
Undicesima
contraddizione.
Giovanni Paolo II ha offerto nel 2000 una pubblica confessione
dei peccati per gli errori della Chiesa nel passato, senza però
trarne alcuna conseguenza pratica.
La confessione dei peccati ampollosa e barocca inscenata a San Pietro
per gli errori della Chiesa è rimasta vaga e ambigua. Il Papa
ha chiesto perdono solo per gli errori dei «figli e delle figlie
della Chiesa» ma non per quelle del «Santo Padre»,
per quelle della Chiesa stessa e dei gerarchi presenti. Il Papa non
ha mai preso posizione in merito agli intrighi delle varie sedi della
Curia in affari mafiosi e ha contribuito più all' occultamento
che alla rivelazione di scandali e crimini (Banca Vaticana, il «suicidio»
di Guido Calvi, l' omicidio avvenuto nell' ambiente del corpo delle
guardie svizzere...). Anche con la rivelazione degli scandali della
pedofilia dei clericali, il Vaticano è stato straordinariamente
titubante. Nonostante alcune richieste, il Papa non ha mai dato udienza
ad alcuna vittima. Anzi, ha riempito di elogi un insigne criminale nel
corso di una fastosa cerimonia al Vaticano: il messicano Marcial Maciel
Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo (500 sacerdoti e 2.000
seminaristi) e del movimento laico Regnum Christi, diventato ormai concorrente
ancora più conservatore dell' Opus Dei.
Conclusioni.
Per la Chiesa cattolica questo Pontificato si rivela, nonostante
i suoi aspetti positivi, una grande speranza delusa, in fin dei conti
un disastro, perché Karol Wojtyla, con le sue contraddizioni,
ha profondamente polarizzato la Chiesa, allontanando i suoi innumerevoli
uomini e gettandoli in una crisi epocale.
Contro tutte le intenzioni del Concilio Vaticano II, il sistema romano
medioevale , un apparato di potere caratterizzato da tratti totalitari
, è stato restaurato grazie a una politica personale e dottrinale
tanto astuta quanto spietata: i vescovi sono stati uniformati, i padri
spirituali sovraccaricati, i teologi dotati di museruola, i laici privati
dei diritti, le donne discriminate, le iniziative popolari dei sinodi
nazionali e delle chiese ignorati. E poi ancora scandali sessuali, divieti
di discussione, dominio liturgico, divieto di predica per i teologi
laici, esortazione alla denuncia, impedimento dell' eucarestia. Di tutto
questo è forse colpevole «il mondo»?
La
grande credibilità della Chiesa Cattolica, cioè quella
ottenuta da Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II, ha lasciato il
posto a una vera e propria crisi della speranza. Questo è il
risultato della profonda tragicità personale di questo Papa:
la sua idea cattolica di stampo polacco (medioevale, controriformista
e antimoderna), in qualità di Pontefice Karol Wojtyla l' ha voluta
portare anche nel resto del mondo cattolico. Si è però
verificato il contrario di ciò che egli sperava: la Polonia stessa
è stata travolta dal moderno sviluppo secolare e, dopo la sostituzione
dell' alleanza elettorale in carica fino al 2001, Solidarnosch, si appoggia
sempre meno alle idee di fede e di morale promosse dal Pontefice.
Quando
verrà il momento, il nuovo Papa dovrà decidere di
affrontare un cambio di rotta e dare alla Chiesa il coraggio di nuove
spaccature, recuperando lo spirito di Giovanni XXIII e l' impulso riformistico
del Concilio Vaticano II. «Videant consules», i consoli
vogliano fare in modo che la Repubblica non subisca danni, si diceva
nell' antica Roma. «Videant cardinales», i cardinali vogliano
fare in modo, si dovrebbe dire nella Roma di oggi, che la Chiesa non
subisca danni. (Traduzione del Gruppo Logos)
Hans
Küng
teologo
cattolico dissidente