Il riposo sabbatico

Il riposo sabbatico, sabato, o Sabbath denota il settimo giorno della settimana ebraica. Il nome deriva da un termine ebraico che significa “smettere”[1]. Era un giorno da consacrarsi a Dio. In esso non doveva essere svolta alcuna opera per il profitto umano, nemmeno accendere un fuoco[2]. L’accento era posto sull’astenersi dai lavori normali, non tanto sul riposo, sebbene quest’ultimo ne fosse incluso. Non si trova traccia d’una istituzione similare presso altre culture esterne ad Israele. Nessun tentativo di trovare somiglianze nelle religioni della Mesopotamia o dalle fasi della luna, è davvero convincente. Il Giudaismo esilico e postesilico considerava la sua istituzione una delle leggi mosaiche[3]. La diffusa credenza cristiana che esso fosse parte di una rivelazione primitiva, sembra essere una falsa interpretazione di Genesi 2:3[4]. Se fosse così, è difficile credere che nessuna traccia d’esso sia sopravvissuta al di fuori d’Israele.

Amos 8:5[5] mostra come il Sabbath fosse già in vigore nel periodo pre-esilico, sebbene Geremia ed Ezechiele[6] rilevino molto lassismo nella sua pratica. E’ attribuito un atteggiamento più rigoroso a Neemia[7], e l’osservanza del Sabbath diventa una caratteristica di rilievo del Giudaismo. Nel 168 a. C. Antioco Epifanie approfitta del Sabbath per prendere potere a Gerusalemme (2 Maccabei 5:25) e poco più tardi un grande gruppo si fa massacrare, piuttosto che infrangere il Sabbath. Ne risulta che si autorizzi poi l’autodifesa in giorno di sabato. Nel periodo precedente al Nuovo Testamento si giunge ad elencare trentanove classi di lavoro non permessi di sabato. I rabbini insistono sulla natura gioiosa del Sabbath, soprattutto per non renderlo un fardello intollerabile (in contrasto all’uso prevante in Qumran e preso i Karaititi). Si promuoveva, così, non solo il culto e lo studio della Torah, ma anche la promozione della vita familiare e l’uso gioioso del cibo, dono di Dio.

E’ chiaro come Gesù, i Suoi discepoli e i cristiani d’origine israelitica, osservassero il Sabbath. Lo scontro fra Gesù e i Farisei, al riguardo, era confinato ad un’area ristretta. Quando i discepoli di Gesù sono colti a spigolare grano (Marco 2:23-28) vi è piuttosto un conflitto di doveri, perché di sabato avrebbero dovuto evitare di trovarsi affamati provvedendo altrimenti. La “colpa” di Gesù era la Sua “pretesa” d’aver diritto di legiferare[8]. Gli incidenti rimanenti sono collegati ai miracoli di guarigione. I rabbini permettevano la cura medica di sabato solo quando vi fosse pericolo di morte. Gesù stabilisce il principio che atti che glorifichino Dio non siano un’infrazione del sabato[9].

[da: “Sabbath”, di H. L. Ellison, in “Dictionary of the Christian Church”, Zondervan, Grand Rapids, Michigan, USA, 1974, p. 870ss].


[1] Cfr. “Il settimo giorno, Dio compì l'opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta” (Ge. 2:2), Dio “smette”, “desiste”, “abbandona”, “lascia” la Sua opera creativa.

[2] “Non accenderete il fuoco in nessuna delle vostre abitazioni il giorno del sabato” (Es. 35:3).

[3] Ez. 20:12; Ne. 9:14.

[4] “Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l'opera che aveva creata e fatta” (Ge. 2:3).

[5] “voi che dite: «Quando finirà il novilunio, perché possiamo vendere il grano? Quando finirà il sabato, perché possiamo aprire i granai, diminuire l'efa, aumentare il siclo e usare bilance false per frodare” (Am. 8:5).

[6] "Così mi ha detto il SIGNORE: «Va' e férmati alla porta dei figli del popolo per la quale entrano ed escono i figli di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme, e di' loro: "Ascoltate la parola del SIGNORE, o re di Giuda, e tutto Giuda, e voi tutti gli abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte! Così parla il SIGNORE: Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal portare nessun carico e dal farlo passare per le porte di Gerusalemme, in giorno di sabato; non tirate fuori dalle vostre case nessun carico e non fate nessun lavoro in giorno di sabato; ma santificate il giorno del sabato, come io comandai ai vostri padri. Essi, però, non diedero ascolto, non prestarono orecchio,ma irrigidirono il collo per non ascoltare, e per non ricevere istruzione" (Gr. 17:19-23); "Io loro diedi anche i miei sabati perché servissero di segno tra me e loro, perché conoscessero che io sono il SIGNORE che li santifico" (Ez. 20:12).

[7] "In quei giorni osservai in Giuda alcune persone intente a pigiare l'uva in giorno di sabato, altre a portare, caricandolo sugli asini, grano e anche vino, uva, fichi, e ogni sorta di cose, che facevano giungere a Gerusalemme in giorno di sabato. Io li rimproverai a motivo del giorno in cui vendevano le loro derrate. C'erano anche persone di Tiro, stabilite a Gerusalemme, che portavano del pesce e ogni sorta di cose, e le vendevano ai figli di Giuda in giorno di sabato, e a Gerusalemme. Allora rimproverai i notabili di Giuda, e dissi loro: «Che significa questa cattiva azione che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non fecero proprio così? Il nostro Dio fece, per questo, piombare su di noi e su questa città tutti questi mali. E voi accrescete l'ira ardente contro Israele, profanando il sabato!». Non appena le porte di Gerusalemme cominciarono a essere nell'ombra, prima del sabato, ordinai che queste fossero chiuse, e che non si riaprissero fino a dopo il sabato; e collocai alcuni dei miei servi alle porte, affinché nessun carico entrasse in città durante il sabato. Così i mercanti e i venditori di merci di ogni genere una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. Allora li rimproverai, e dissi loro: «Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo rifate, vi farò arrestare». Da quel momento non vennero più di sabato. Ordinai anche ai Leviti di purificarsi e venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricòrdati di me, o mio Dio, e abbi pietà di me secondo la grandezza della tua misericordia!" (Ne. 13:15-22).

[8] “il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato” (Mr. 2:28).

[9] Cfr. Ebrei 4:9ss.

 

Tempo di Riforma, a cura del past. Paolo Castellina - Risposte a questioni poste dagli Avventisti