La Domenica, giorno del Signore

La Chiesa antica in Palestina era quasi interamente israelitica e, come tale, continuava a considerare il settimo giorno della settimana come il proprio riposo sabbatico. Era una necessità d’ordine sociale.

Nella Diaspora, i cristiani d’origine israelitica continuavano questa pratica fintanto che preservavano la loro identità culturale israelitica.

I cristiani d’origine pagana normalmente non lo facevano, sempre che, per l’insistenza dei giudaizzanti, non accettassero di sottomettersi alla circoncisione e ad altre pratiche tipicamente israelitiche. La tendenza giudaizzante, però, era fortemente contestata dall’approccio “liberale” dell’apostolo Paolo. La salvezza per grazia mediante la fede non tollera, infatti, compromessi con l’osservanza quasi meritoria della legge.

Da notarsi che l’osservanza del settimo giorno come riposo sabbatico fosse considerata un’usanza tipicamente israelitica. Essa, quindi, non è inclusa nei comandamenti dati a Noè, l’osservanza dei quali era requisito dei rapporti sociali fra Giudei e Gentili. Per questo non compare nelle decisioni del Concilio di Gerusalemme[1], prevalendo, così, al riguardo, la libertà annunciata dell’apostolo Paolo.

L’Apostolo Paolo, infatti, menziona direttamente il riposo sabbatico solo una volta in Colossesi 2:16[2] e indirettamente in Romani 14:5[3] e Galati 4:10[4]. Nel primo testo egli evidenzia quanto sbagliato fosse giudicare i fratelli sulla base dell’osservanza o meno di giorni considerati “sacri”, nel secondo relativizza la questione esortando al rispetto di persuasioni diverse al riguardo. Egli dimostra, così, quanta poca importanza avesse questa questione nell’ambito della fede cristiana. Le condizioni sociali dei convertiti dal Paganesimo, soprattutto degli schiavi, inoltre, rendeva impossibile l’osservanza del riposo sabbatico, e forniva una forte motivazione contro di essa.

La maggior parte dei cristiani d’origine israelita continuava a frequentare la sinagoga fintanto che n`e espulsa, decisione presa dalle autorità giudaiche nell’anno 90[5]. Questo faceva sì che il momento più naturale per celebrare la Cena del Signore fosse il sabato sera che, per la cultura del tempo era già domenica, come sembra essere il caso in Atti 20:7[6]. Quando durante il regno di Traiano queste riunioni serali sono proibite, la celebrazione della Cena del Signore è spostata la domenica mattina presto.

Questo spostamento è tale da tagliare l’ultimo legame esistente con l’osservanza del sabato, portando molto naturalmente a giustificare questa pratica, il culto domenicale, collegandolo alla risurrezione del Cristo. Si passa così rapidamente da una pratica contingente e naturale ad una regola fissa. La controversia quartodecimista[7] mostra come fino alla fine del secondo secolo non fosse nemmeno evidente per i cristiani che la Pasqua dovesse cadere di domenica.

1 Corinti 16:2 non si riferisce direttamente ad una riunione della chiesa[8]. Sebbene “il giorno del Signore” in Apocalisse 1:10[9] sia probabilmente una domenica, la cosa non si può dimostrare con certezza.

La domenica è chiamata “il giorno del Signore” in Didaché 14 e da Ignazio. Per Giustino Martire (100-165) è scontato che i cristiani si riuniscano di domenica. Da quel tempo “il giorno del Signore” diventa rapidamente una norma. Melito di Sardi (morto nel 190 circa) scrisse una tesi su Il giorno del Signore.

Non c’è evidenza alcuna prima della fine del terzo secolo, per l’equazione “riposo sabbatico = domenica”. In quel tempo si nota un’insistenza sull’importanza di osservare spiritualmente il riposo sabbatico, da osservarsi, come giorno riservato al culto, la domenica.

Nel 321 l’imperatore Costantino emana un decreto comandando che “si riposi nel venerabile giorno del sole” sospendendo le opere pubbliche e chiudendo i tribunali, ma ne sono eccettuati i lavori agricoli. Da quel momento troviamo un accento sempre più grande dato alla necessità del riposo domenicale, ma per il solo motivo di dare la possibilità agli uomini di partecipare al culto, non che la domenica dovesse essere “il riposo sabbatico dei cristiani”, frase che si riscontra usata solo dopo il 12mo secolo. Questo accento posto sul culto è oggi la posizione assunta dalla Chiesa cattolica romana e da quell’ortodossa.

I primi Riformatori (ad es. Lutero, Zwingli, Calvino, Tendale, Cranmer, Knox) insistevano sul valore della domenica come giorno da dedicarsi al riposo ed al culto, ma rifiutavano di considerarlo come adempimento cristiano del riposo sabbatico.

In Gran Bretagna, ma non nell’Europa continentale, subentra, ad opera dei Puritani, una reazione rigorista in favore di una stretta osservanza della domenica come riposo sabbatico[10]. La Scozia adotta un regolamento legislativo per la domenica nel 1579, l’Inghilterra la segue dopo il trionfo puritano della guerra civile. La legislazione è ammorbidita solo sotto Carlo II. Sono introdotte leggi rigoriste al riguardo della Domenica anche negli stati della Nuova Inghilterra, in America.

Il Risveglio evangelico e la crescita della rispettabilità borghese conduce l’Inghilterra ad un inasprimento della legislazione ed alla crescita di gruppi rigoristi nell’Europa continentale, dove, però, non esercitano molta influenza.

In Gran Bretagna, specialmente in Inghilterra, l’osservanza della domenica, sia religiosamente che legalmente, si è andata erodendo sin dalla metà del 19mo secolo. Ad influire su di essa è la crescita delle maggiori città, l’aumento di numero della classe operaia, in gran parte allontanatasi dalle religioni organizzate, la crescita di utilità pubbliche che richiedono, per poter funzionare, il lavoro di domenica, la radio e la televisione, le due guerre mondiali. Per quanto riguarda l’osservanza della domenica, la chiesa sta rapidamente ritornando alla posizione che aveva durante i primi due secoli.

[da: “Sunday”, di H. L. Ellison, in “Dictionary of the Christian Church”, Zondervan, Grand Rapids, Michigan, USA, 1974, p. 939ss].


 

[1]…infatti è parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all'infuori di queste cose, che sono necessarie: di astenervi dalle carni sacrificate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati, e dalla fornicazione; da queste cose farete bene a guardarvi. State sani” (At. 15:28,29).

[2] „Nessuno dunque vi giudichi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a sabati” (Cl. 2:16).

[3] „Uno stima un giorno più di un altro; l'altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, poiché ringrazia Dio; e chi non mangia di tutto fa così per il Signore, e ringrazia Dio“ (Ga. 14:5,6).

[4]„ma ora che avete conosciuto Dio, o piuttosto che siete stati conosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e poveri elementi, di cui volete rendervi schiavi di nuovo? Voi osservate giorni, mesi, stagioni e anni! Io temo di essermi affaticato invano per voi“ (Ga. 4:9,10).

[5] Birkat ha-minum.

[6] „Il primo giorno della settimana, mentre eravamo riuniti per spezzare il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, parlava ai discepoli, e prolungò il discorso fino a mezzanotte“ (At. 20:7).

[7] Pratica della chiesa antica specialmente in Asia minore, che celebrava la Pasqua il 14 di Nisan (die quarta decima), il giorno della Pasqua ebraica. Nel 155, Policarpo, vescovo di Smirne, cerca senza successo di persuadere il vescovo di Roma, Aniceto ad adottare la pratica quartodecimista. Non c’è per altro, al riguardo, unanimità e si giunge persino ad una scissione del gruppo che la sostiene, la quale si estenderà fino al quinto secolo. L’adozione di pratiche giudaiche anche al riguardo delle festività viene respinta, riservando alla domenica la celebrazione della risurrezione di Cristo.

[8] „Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi, a casa, metta da parte quello che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci siano più collette da fare“ (1 Co. 16:2).

[9] „Fui rapito dallo Spirito nel giorno del Signore, e udii dietro a me una voce potente come il suono di una tromba” (Ap. 1:10).

[10] Il movimento è chiamato „sabbatariano“, inteso come osservanza rigorosa della domenica come Giorno del Signore.

 

Tempo di Riforma, a cura del past. Paolo Castellina