Teopedia/Iconoclastia/chiese ortodosse orientali
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Iconoclastia nelle chiese ortodosse orientali
L'iconoclastia è stata un controverso movimento teologico e politico che ha avuto luogo nell'Impero Bizantino tra l'VIII e il IX secolo d.C. Gli iconoclasti sostenevano la distruzione e il divieto di venerazione delle icone sacre, mentre gli iconoduli (coloro che sostenevano l'uso delle icone) difendevano il loro valore come mezzo per avvicinarsi a Dio e ai santi. L'origine e lo sviluppo dell'iconoclastia possono essere compresi attraverso una combinazione di fattori religiosi, politici e culturali.
- Fattori religiosi: L'iconoclastia affonda le sue radici nelle tensioni teologiche legate all'uso delle immagini nella pratica religiosa. Gli iconoclasti ritenevano che la venerazione delle icone violasse il secondo comandamento, che proibisce la creazione e l'adorazione di immagini scolpite. Essi sostenevano che le icone potessero portare all'idolatria e all'eresia. Gli iconoduli, invece, ritenevano che le icone fossero un mezzo legittimo per esprimere e sostenere la fede, sottolineando la distinzione tra venerazione (proskynesis) e adorazione (latreia), quest'ultima riservata solo a Dio.
- Fattori politici: L'iconoclastia fu anche influenzata da questioni politiche all'interno dell'Impero Bizantino. L'imperatore Leone III l'Isaurico (717-741) fu il primo a promulgare politiche iconoclaste, probabilmente per rafforzare il suo potere centrale e limitare l'influenza della Chiesa e dei monasteri. Altri imperatori iconoclasti, come Costantino V (741-775) e Leone V l'Armeno (813-820), continuarono questa politica per motivi simili.
- Fattori culturali: L'influenza dell'Islam, che proibisce la rappresentazione di figure umane e divine nella religione, potrebbe aver avuto un impatto sulle idee iconoclaste. Inoltre, alcune correnti filosofiche e teologiche dell'epoca, come il monofisismo e il monotelismo, mettevano in discussione l'incarnazione di Cristo e quindi la legittimità delle sue rappresentazioni artistiche.
L'iconoclastia si è sviluppata in due fasi principali:
- Prima fase iconoclasta (726-787): Iniziata con l'imperatore Leone III, questa fase culminò con il Concilio di Hieria nel 754, che condannò l'uso delle icone e stabilì l'iconoclastia come dottrina ufficiale. Tuttavia, nel 787, il secondo Concilio di Nicea ribaltò questa decisione e riaffermò la legittimità delle icone, ponendo fine alla prima fase iconoclasta.
- Seconda fase iconoclasta (813-843): Durante il regno di Leone V, l'iconoclastia fu nuovamente imposta come politica imperiale. La seconda fase continuò sotto gli imperatori successivi, fino al regno di Michele II (820-829) e Teofilo (829-842). Alla morte di Teofilo, la sua vedova, l'imperatrice Teodora, assunse la reggenza per conto del figlio minorenne Michele III. Nel 843, Teodora convocò un sinodo che restaurò definitivamente il culto delle icone e mise fine all'iconoclastia. Questo evento, noto come "La Trionfo dell'Ortodossia", è ancora celebrato ogni anno nella Chiesa ortodossa orientale.
- In sintesi, l'iconoclastia nell'ortodossia orientale fu un movimento complesso e controverso, influenzato da fattori religiosi, politici e culturali. Dopo due fasi principali di conflitto, la venerazione delle icone fu infine restaurata e riconosciuta come parte integrante della fede e della pratica ortodossa.