Teopedia/Festività religiose
Festività religiose nelle chiese riformate
L'osservanza delle feste religiose nelle chiese riformate (calviniste) può variare a seconda della loro particolare tradizione denominazionale. In quanto chiese riformate, la maggior parte di queste onorano la tradizione storica del Cristianesimo (cattolico-romano e ortodosso orientale) semplicemente purgandola (riformandola) da tutto ciò che non riguarda la persona e l’opera di Gesù Cristo e reputano non conforme all’insegnamento ed esempio del Nuovo Testamento.
La Confessione di Fede Elvetica (1566) afferma “Approviamo ben volentieri che le chiese celebrino religiosamente, con timor di Dio e rispetto, la memoria della natività del Signore, della sua circoncisione, passione e risurrezione, come pure della sua ascensione e dell’invio dello Spirito Santo agli apostoli. Ma non approviamo affatto le feste istituite in onore degli uomini e dei santi. Senza dubbio, le feste appartengono alla prima Tavola della legge e devono essere celebrate unicamente in onore di Dio. Le feste istituite in onore dei santi e da noi abolite presentano anche diverse cose assurde, inutili e non tollerabili” (Art. 24).
Le chiese riformate si accostano a queste celebrazioni in modo più sobrio rispetto ad altre chiese cristiane, concentrandosi maggiormente sul significato spirituale di questi eventi piuttosto che sulle tradizioni culturali che si sono sviluppate attorno ad essi.
Altre chiese riformate (come quelle che derivano dalla tradizione dei Puritani), possono scegliere di non osservare affatto le feste religiose limitandosi ad osservare la Domenica come Giorno del Signore, poiché credono che la Bibbia non comandi ai cristiani di farlo. In questo aderiscono strettamente al Principio Regolatore del Culto.