Teopedia/Espiazione

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Espiazione

L'accezione comune del verbo espiare significa riparare ad una colpa scontandone la pena, come in: "Espiò il suo delitto con lunghi anni di carcere".

Esso, però, comporta un significato religioso, cioè "placare con riti, offerte e sacrifici la divinità offesa", da cui espiazione è rito o sacrificio compiuto per placare la divinità e renderla nuovamente propizia quando la si ritiene offesa, come pure l'aggettivo espiatorio, che si compie allo scopo di ottenere la liberazione, la purificazione da una colpa. Questo concetto è pure espresso in italiano dal termine propiziazione.

"Propiziare" significa fare in modo che Dio operi a nostro vantaggio, sia a noi favorevole, che sia contento di noi, con doni o sacrifici, conformandoci alla sua volontà, togliendo dalla nostra vita ciò che a lui dispiace.

Il termine espiazione deriva dal latino expiatio, purificare, purgare, stornare l'ira degli dèi con cerimonie religiose, tener lontano, rendere innocuo, rendere propizio, placare, calmare, soddisfare, scontare, pagare, punire, compensare, riparare, rimediare a.

Espiazione come concetto religioso

Nelle religioni greco-romane e nelle traduzioni greche e latine dei termini indicanti le pratiche corrispondenti della fede prima israelita e poi cristiana, espiazione o propiziazione sono i termini che si usano per rendere i vocaboli della famiglia semantica di Ιλασμος.

  • (1) Ιλεως, essere clemente, gentile, parallelo di ιλαρος da cui ilare, contento. Per la divinità lo si usa quando si descrive il suo essere clemente, ben disposta, verso l'essere umano.
  • (2) ιλασκομαι, fare clemenza, essere clemente, gentile, espiare. Nel mondo pagano "espiare" è un verbo transitivo. Ha come soggetto l'essere umano, e come oggetto una divinità. Si riferisce ad un'azione di culto, per mezzo della quale si vuole ingraziare una divinità, rendersela favorevole, quindi "operare riconciliazione, ristabilire buoni rapporti". In senso intransitivo è l'essere o rendersi misericordioso.
  • (3) εξιλασκομαι è l'azione propiziatoria del sacerdote, purificare oggetti, trattare con clemenza.
    • (4) Ιλασμος, espiazione, sacrificio espiatorio, il modo con il quale uno cerca di ingraziarsi una divinità.
    • (5) ιλαστηριον, l'espiante, lo strumento o l'oggetto di espiazione. Dono offerto agli dei.

L'espiazione, il concetto che sta alla base del termine greco Ιλασμος, si può intendere come lo sforzo umano di trarre dalla propria parte la potenza misteriosa e spesso funesta degli spiriti dei morti, dei demoni e delle divinità, e di guadagnare il loro appoggio per le proprie azioni.

Si vede la vita umana come minacciata dall'ira (considerata spesso ingiustificata) e dell'invidia degli dèi, e quindi si cerca di ingraziarsi le divinità con atti di culto, di cui facevano parte sacrifici umani o di animali, riti di purificazione, preghiere e danze.

In tempi remoti venivano persino sacrificati delinquenti comuni proprio per conquistarsi il favore delle divinità sulla città, che si riteneva pregiudicato dalla loro presenza. I sacrifici umani, però, nell'antica Grecia, erano divenuti sempre più rari, e sostituiti da gesti simbolici.

Espiazione nella Bibbia

Nell'Antico Testamento

La Septuaginta traduce con ιλασκομαι il termine ebraico salakh, condonare, e con εξιλασκομαι (molto più usato) il termine kipper, coprire, espiare.

La specifica idea israelita di espiazione si distacca sensibilmente da quella pagana e può essere compresa solo in base al concetto di peccato. Per mezzo di una mancanza, anche involontaria, contro le prescrizioni stabilite dal patto che lega Israele a Dio, nasce una colpa oggettiva (cfr. 1 Samuele 14:2) che mette in moto un potere malefico (una conseguenza negativa), i cui effetti distruttori ricadono necessariamente come punizione sui colpevoli e sulla comunità.

Questo legame tra peccato e disgrazia (le conseguenze penali del peccato) può essere modificato solo da Dio, se Egli devia gli effetti malefici di un'azione dal colpevole e dalla sua comunità su un animale, che muore in loro vece (ad esempio il rituale del capro espiatorio in Levitico 16:20ss). Sta proprio qui la differenza (spesso non abbastanza compresa) fra l'espiazione/propiziazione fra i pagani e gli israeliti. Fra i primi è un atto compiuto dall'uomo per propiziarsi Dio, per i secondi è un atto della pura misericordia di Dio che così viene immeritatamente incontro alla creatura umana. Non si tratta quindi dell'influsso umano su Dio, ma di Dio sull'uomo.

Vale qui il concetto di "sostituzione penale" (uno paga in vece di un altro, uno muore per permettere all'altro di vivere). Il soggetto dell'azione espiatrice, colui che opera l'espiazione, è dunque Dio. I sacerdoti addetti al sacrificio agiscono, in ultima analisi, come suoi delegati, mentre l'individuo o il popolo che ha peccato, sono i beneficiari dell'espiazione.

Siccome secondo la concezione israelita il sangue è il veicolo della vita, esso viene usato come mezzo di espiazione (Levitico 17:11).

Il trasferimento delle conseguenze del peccato è reso possibile dal fatto che l'animale del sacrificio è considerato come una parte della sua sfera personale (sua o della comunità).

La Bibbia attribuisce a Dio stesso l'istituzione dei sacrifici espiatori ["Il SIGNORE ve l'ha dato perché portiate l'iniquità della comunità" (Levitico 10:17)].

L'espiazione non è dunque una punizione, ma un avvenimento salvifico.
 

Nuovo Testamento


Nel Nuovo Testamento espiazione è uno dei termini (accanto a propiziazione, redenzione, riscatto, riconciliazione) con il quale è interpretato l'evento e l'opera di Gesù Cristo.

Il Nuovo Testamento afferma che i sacrifici praticati durante l'Antico Testamento erano solo la prefigurazione di ciò che di fatto sarebbe avvenuto quando Gesù, il Cristo, offre l'intera Sua vita come sacrificio ultimo ed irripetibile sulla croce per la salvezza del Suo popolo, cioè di tutti coloro che Dio gli avrebbe affidato. "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" (Matteo 1:21); "Gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati" (Giovanni 7:2). Egli è "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!" (Giovanni 1:29).

Egli è Colui che compie l'espiazione, cioè, è Lui il mezzo stabilito da Dio per ristabilire buoni rapporti (pace, riconciliazione) con la creatura umana, togliendo di mezzo ciò che questi rapporti impedisce, cioè il peccato e le sue conseguenze legali (la morte del peccatore): "...perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 6:23). "Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato" (Romani 3:25); "Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. ... In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati" (1 Giovanni 2:2; 4:10).

Nell'opera di Gesù (il Suo sacrificio espiatorio), si realizza il concetto di "sostituzione penale" (Cristo viene punito al nostro posto e noi siamo liberati dalla pena che meritiamo). "...affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie»" (Matteo 8:17; cfr. Isaia 53:4); "Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza" (Ebrei 2:10).

Nell'opera di Gesù Cristo, il Suo sangue diventa il mezzo di espiazione per eccellenza: "Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo" (Efesini 2:13); "Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!" (Ebrei 9:13,14); "...sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia" (1 Pietro 1:18,19).

Nell'opera di Gesù troviamo, infine, come l'iniziativa di salvezza provenga da Dio stesso, che così vuole accordarci la grazia della riconciliazione "scaricando" su Cristo il "potere malefico", le conseguenze negative, "gli effetti distruttori" del nostro peccato. "Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo" (1 Giovanni 4:19); "E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione" (2 Corinzi 5:18,19).

L'opera di Cristo, così, è analoga ad un sacrificio dell'Antico Patto, ma immensamente superiore: "Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo" (Ebrei 12:7 NR). Si noti quest'ultima espressione nell'originale greco: "εις το ιλασκεσθαι τας αμαρτιας του λαου", come pure in altre versioni: "...ut repropitiaret delicta populi" (Vulg.); "...allo scopo di espiare i peccati del popolo" (CEI); "...per fare l'espiazione dei peccati del popolo" (ND); "...e ha liberato il popolo dai peccati" (TILC).