Teopedia/Cui prodest
Cui prodest
L'espressione latina cui prodest (più precisamente, cui prodest scelus, is fecit – "chi trae vantaggio dal crimine, è colui che l'ha commesso") risale alla tradizione giuridica e retorica romana. La frase viene comunemente attribuita al giurista e politico Lucio Cassio Longino Ravilla, vissuto nel II secolo a.C., noto per la sua acuta capacità investigativa. In contesti processuali, la domanda “a chi giova?” implicava che, per comprendere chi fosse il colpevole di un delitto o di un crimine, si dovesse risalire al beneficiario dell'azione delittuosa. Tale principio si allinea al criterio dell'individuazione del movente, fondamentale nelle indagini.
La sua fortuna nell'uso moderno è legata a due aspetti principali:
- Efficacia investigativa e politica: L'espressione è popolare in ambito investigativo, giornalistico e politico per indicare che la ricerca delle motivazioni dietro un evento spesso porta alla comprensione delle forze o persone che lo hanno determinato. Individuare chi trae beneficio da una situazione, anche complessa, aiuta a smascherare trame nascoste o interessi non dichiarati.
- Risonanza culturale: La frase è diventata una sorta di motto nei contesti pubblici e giornalistici per suggerire sospetti o svelare possibili moventi occulti. Questo utilizzo si collega all'intuizione popolare che dietro molte azioni (politiche, economiche o persino criminali) vi siano sempre interessi particolari o gruppi che beneficiano del risultato.
Oggi, l'espressione "cui prodest?" viene citata anche in forma abbreviata per esprimere scetticismo o per sollecitare una riflessione critica su chi potrebbe avere un vantaggio da determinate situazioni, soprattutto quando le motivazioni non sono palesi.