Teologia/Il battesimo nello Spirito Santo
Il Battesimo nello Spirito Santo
Il Battesimo con lo Spirito Santo è un avvenimento avvenuto una volta soltanto nel giorno di Pentecoste. Esso non è (come ritengono per esempio i moderni circoli carismatico-pentecostali) un'esperienza per la quale il singolo credente riceve "potenza" o "doni" ma come qualcosa che la chiesa cristiana nel suo complesso ha già ricevuto una volta per sempre e di cui solo deve avvalersi con gratitudine. ll Battesimo con lo Spirito Santo è il "suggello" dello Spirito di Cristo dato alla Chiesa nel suo insieme in uno specifico punto della storia. Non si tratta di un'esperienza che debba essere ripetuta individualmente dai i credenti attraverso particolari tecniche o a determinate condizioni. A Pentecoste lo Spirito Santo è sceso per tutti i cristiani allora e nel futuro - una realizzazione completa della "Promessa del Padre" di Atti 1:4 quando lo Spirito Santo è stato "sparso" su ogni persona e che vale per sempre (Atti 2:17)
1. Un avvenimento della storia della salvezza
La Bibbia parla della venuta o "discesa" dello Spirito Santo come di uno speciale avvenimento della storia della salvezza, che si colloca in un punto preciso del tempo. Il Nuovo Testamento fa riferimento al battesimo con lo Spirito Santo o "nello" Spirito Santo, sei volte e sempre si riferisce all'evento storico della Pentecoste:
"Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco" (Matteo 3:11).
"Io vi ho battezzati con acqua, ma lui vi battezzerà con lo Spirito Santo" (Marco 1:8).
"Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (Luca 3:16).
"Io non lo conoscevo, ma colui che mi ha mandato a battezzare in acqua, mi ha detto: 'Colui sul quale vedrai lo Spirito scendere e fermarsi, è quello che battezza con lo Spirito Santo'" (Giovanni 1:33).
"Perché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati in Spirito Santo fra non molti giorni»" (Atti 1:5).
"Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, esattamente come su di noi al principio" (Atti 11:5).
Atti 1:5 afferma chiaramente che ogni riferimento al Battesimo nello Spirito Santo nei vangeli si riferisce esplicitamente alla Sua discesa nel giorno di Pentecoste, Gesù dice ai Suoi discepoli che sarebbero stati battezzati nello Spirito Santo "fra non molti giorni".
In diverse occasioni Gesù predice quel che sarebbe avvenuto a Pentecoste.
"...e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre" (Giovanni 14:16).
"...ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto" (Giovanni 14:26).
"Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò" (Giovanni 16:7).
Il commento ispirato di Giovanni sulla discussione che Gesù fa a proposito dell'acqua viva, è esplicito: "Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato" (Giovanni 7:39).
Questo avvenimento è stato persino profetizzato nelle Scritture dell'Antico Testamento Nel discorso di Pietro a Pentecoste, dove egli spiega questa effusione di Spirito, egli dice specificatamente che quel che è avvenuto è adempimento diretto di Gioele 12:28-32. "Questo è quanto fu annunziato per mezzo del profeta Gioele" (Atti 2:16). I Giudei presenti a Pentecoste si rendono conto che Gioele aveva profetizzato della venuta del giorno del Signore "negli ultimi giorni". In questi ultimi giorni di adempimento, Dio concede la Sua benedizione al Suo popolo che si ravvede dai loro peccati. Questi giorni inaugurano l'era messianica in cui Dio riversa il Suo Spirito sul Suo popolo. Il fatto della Pentecoste è quindi predetto nell'Antico Testamento come uno speciale avvenimento della storia della salvezza, un evento unico, che avviene una volta sola e per sempre. Pentecoste è "un'inaugurazione" con una potenza ed un effetto permanente.
2. Una presenza permanente
La Bibbia insegna che lo Spirito Santo viene a risiedere con permanenza della chiesa e che Egli porta avanti un ministero, un servizio specifico. Gesù dice ai Suoi discepoli: "Non vi lascerò orfani; tornerò da voi" (Giovanni 14:18); "Io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò" (Giovanni 16:7). Notate come lo Spirito Santo venga per dimorare per sempre (viene per rimanere): "Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre" (Giovanni 14:16). Quando Gesàù vuole rassicurare i Suoi discepoli che essi indubbiamente porteranno avanti il Grande Mandato, Egli parla loro della Sua presenza permanente: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20). Quel "io sono con voi tutti i giorni" non si riferisce all'onnipresenza del Signore che si applica a tutti in e con lo Spirito Santo. Lo Spirito santo appartiene a Cristo (Ebrei 1:9; Apocalisse 3:1) e procede da Lui (Giovanni 1:23; 15:26; 16:7; Luca 24:49; Atti 2:33). Ecco così che Paolo chiama lo Spirito santo "Lo spirito di Cristo" (Romani 8:9), "lo Spirito del Figlio suo" (Galati 4:6). E' per questo che l'Apostolo può persino dire: "Cristo vive in me" (Galati 3:20).
La ragione per la quale praticamente ogni commentatore e teologo consideri la Pentecoste come la nascita della Chiesa del Nuovo Testamento, è perché a Pentecoste lo Spirito santo giunge e risiede permanentemente nel popolo di Dio del Nuovo Patto. "In lui voi pure entrate a far parte dell'edificio che ha da servire come dimora a Dio per mezzo dello Spirito" (Efesini 2:22). Lo Spirito santo dimora nel Suo corpo, la chiesa cristiana, composta sia da Giudei che da credenti scelti fra le genti.
Quando l'Apostolo ammonisce i credenti di Corinto ad evitare la fornicazione, egli scrive: "Non sapete che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?" (1 Corinzi 3:16). Questo risiedere dello Spirito fa sì che ogni credente, ogni singola comunità cristiana e la Chiesa nel suo insieme sia considerata "tempio di Dio". E' il fatto che lo Spirito di Dio viene per stare o rimanere permanentemente con la Chiesa di Cristo che spiega il motivo per il quale la Pentecoste è stata un'avvenimento da far tremare la terra, cosìi grande da essere profetizzata in Gioele come: "il grande e terribile giorno del SIGNORE" (Gioele 2:31).
3. Collega Pentecoste e glorificazione di Gesù
La ragione forse più grande per la quale la Pentecoste debba essere considerata come un avvenimento unico nel suo genere e quindi irripetibile, è il modo in cui la Scrittura collega la Pentecoste la la glorificazione di Cristo.
Nel vangelo secondo Giovanni, Gesù promette al popolo che: "Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno»" (Giovanni 7:38).
Non è chiaro a quale testo il Signore qui si riferisca. Forse si tratta di Isaia 58:11: "Il SIGNORE ti guiderà sempre, ti sazierà nei luoghi aridi, darà vigore alle tue ossa; tu sarai come un giardino ben annaffiato, come una sorgente la cui acqua non manca mai". In Zaccaria 14:8 leggiamo: "In quel giorno delle sorgenti usciranno da Gerusalemme". Lo stesso versetto seguente descrive la regalità di Cristo. Ezechiele 47 parla di acque che fluendo dal Tempio danno vita ad ogni cosa lungo il loro sentiero (v. 9; cfr. Isaia 33:21; 55:1; Gioele 3:18).
Questo versetto rammenta una delle parole che Gesù dice alla donna samaritana: "..chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna" (Giovanni 4:14). Quand'è che il cuore dei credenti diventa "fiume d'acqua viva"? Ce lo dice Giovanni 7:39: "Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato".
Vi sono diverse cose nelle affermazioni di Gesù e di Giovanni che dimostrano l'unicità "una volta per sempre" della Pentecoste. Notate come ad essere fonte di acqua viva sia il Cristo glorificato ("l'acqua che io gli darò"). La discesa dello Spirito è connessa organicamente all'opera redentrice del Salvatore e non può essere separata da Lui. L'effusione di Spirito Santo è uno degli aspetti della glorificazione (esaltazione) di Cristo. Il discorso di Pietro a Pentecoste rende chiaro questo punto: "Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udit" (Atti 2:33). Gesù viene, soffre l'intera Sua vita,. fa esperienza di una straziante agonia sulla croce e muore come sacrificio vicario per espiare i peccati del Suo popolo. Questo avviene una volta soltanto e non può essere ripetuto (Ebrei 7:27; 9:12). E' allora che come premio per la Sua ubbidienza redentrice, il salvatore è esaltato dal Padre (Matteo 28:18ss; Atti 2:33ss; Filippesi 2:9ss). Questa esaltazione include la risurrezione, l'ascensione e l'effusione dello Spirito Santo. La natura "una volta per tutte" della Pentecoste è dimostrata dall'uso ripetuto che Pietro fa dell'aoristo storico (i verbi "ha sparso", "essendo stato esaltato" ed "avendo ricevuto" sono tutti nell'aoristo). Pietro parlava di un fatto storico, non di qualcosa di ripetuto nel tempo. Quindi, il complesso di avvenimenti che riguardano la glorificazione di Cristo (risurrezione, ascensione, effusione dello Spirito) è parte della storia della salvezza, non possono essere ripetuti.
La venuta dello Spirito rivela e prova come Cristo abbia completato con successo la Sua missione redentrice sulla terra ed è cosìi che ora, lella Sua condizione di esaltazione, vive e serve la Chiesa. In questo senso il dono (Battesimo ed effusione dello Spirito santo) è il coronamento dell'opera di Cristo. E' la Sua venuta glorificata nella Chiesa nella potenza dello spirito. Esso completa una volta per tutte l'opera della salvezza. E' il culmine raggiunto fin ora nello sviluppo della storia della salvezza, Senza di esso, l'opera che culmina nella morte e risurrezione di Cristo sarebbe non finita, incompiuta,
Il Signore insegna che tutti colori che credono in Lui riceveranno il battesimo di Spirito. "Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno" (Giovanni 7:38). Secondo Gesù (nell'era del Nuovo Patto) salvezza e battesimo nello Spirito santo vanno di pari passo. Il dono dello Spirito non può essere separato dall'unione con Cristo e dalla fede salvifica. In altre parole, il Signore non insegna a perseguire il battesimo nello Spirito Santo come una seconda opera di grazia ma semplicemente di credere in Lui. Il battesimo nello Spirito è un aspetto normale della salvezza e non un aggiunta, un supplemento all'opera del Salvatore.
4. Sufficenza dell'opera di salvezza
Ogni idea che sostenga come il battesimo nello Spirito Santo sia qualcosa di separato dall'opera di Cristo oppure qualcosa da aggiungervi, è un rinnegamento della sufficienza dell'opera di salvezza che Cristo ha perfettamente conseguito. Quando Gesù muore sulla croce, Egli elimina per gli eletti sia la loro colpevolezza che la pena che meriterebbero. Non rimane più alcun peccato. Il sacrificio del Messia è perfetto. Inoltre, tutti coloro che credono in cristo ricevono la Sua perfetta giustizia come il dono che Dio accredita loro. Di conseguenza, quando Dio guarda al peccatore credente, Egli vi vedela perfetta giustizia del Figlio di Dio. I meriti del nostro Signore rendono giudizialmente ogni credente, di fronte alla corte celeste, come se fosse privo di peccato, perfetto ed assolutamente giusto davanti a Dio. Questa realtà biblica solleva questioni importanti: Se i meriti di Cristo non non sono sufficienti agli occhi di Dio per ricevere il dono dello Spirito Santo, che altro potrebbe essere necessario?
Se non si riconosce la natura unica e fondamentale della Pentecoste e così si rende il battesimo di Spirito un'aggiunta all'opera di Cristo o qualche tipo di gratifica per un'élite di cristiani "più spirituali", bisognerebbe asserire una o due idee non bibliche. Si potrebbe sostenere che Gesù non abbia conseguito una redenzione perfetta e che quindi lo Spirito santo intervenga per completare l'opera rimasta incompiuta dal Signore. Questo, però, contraddice esplicitamente il Nuovo Testamento che dice che il dono dello Spirito santo è una conseguenza dell'opera perfetta di Cristo. Il Messia, cioè, manda lo Spirito perché Egli sulla croce ha sconfitto il peccato, Satana e la morte. La Pentecoste, come abbiamo notato, è un aspetto della glorificazione del Figlio dell'uomo. Lo Spirito solo applica una redenzione perfettamente compiuta.
L'altra alternativa è che il battesimo nello Spirito sia basato in parte sul merito umano. È qualcosa per le élite spirituali. Proviene da ciò che possiamo fare noi. Il battesimo nello Spirito è per gente che abbia conoscenze corrette; o che cerchi questo battesimo nel modo giusto; o che sia abbastanza santa; o che che preghi e digiuni; o ancora che sia addestrata a condurre il rituale corretto da un anziano battezzato nello Spirito; o che sia stata “fulminata” in una riunione di risveglio;o che si sia alzata davanti a tutta la chiesa per chiedere espressamente l'imposizione delle mani, ecc. ecc. Naturalmente i carismatici negherebbero di legare il battesimo a meriti umani. Quando, però, si esamina questo insegnamento e pratica, si può solo concluderne che essi abbiano assunto il controllo dello Spirito Santo dalle mani forate del Salvatore che ne ha posto il controllo nelle mani di peccatori. Essi sottilmente denigrano la perfetta redenzione operata dal Salvatore.
Se una seconda opera di grazia (il battesimo nello Spirito Santo) è necessaria per la pienezza spirituale, come alcuni asseriscono, allora perché Paolo dichiara: “...perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza” (Colossesi 2:9-10)? L'insegnamento di Paolo è sostenuto da Pietro: “La sua potenza divina [quella di Cristo] ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù” (2 Pietro 1:3). Entrambi gli apostoli presuppongono che noi riceviamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno quando riponiamo la nostra fede in Cristo. La discesa dello Spirito Santo non dovrebbe mai essere considerata come un'aggiunta speciale all'opera di Cristo, ma qualcosa che Gesù stesso fornisce come parte della Sua opera redentrice. C'è una connessione organica ed inseparabile fra la morte del nostro Signore ed il dono dello Spirito. Negare questo punto significa equivocare un aspetto dell'Evangelo stesso.
5. Credere e ricevere lo Spirito Santo è un avvenimento unico
Dopo Pentecoste (con l'eccezione di Atti 8:14-17, discusso più avanti), credere in Cristo e ricevere lo Spirito Santo sono simultanei. Quando Pietro predica l'Evangelo ai pagani, in Atti 10:34-48, essi ricevono lo Spirito Santo nel momento in cui cominciano a credere. Che Pietro equipari il battesimo nello Spirito con la salvezza, è chiaro dal fatto che immediatamente: “comandò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo” (Atti 10:48). Alla prima riunione del consiglio di chiesa o presbiterio, Pietro rievoca questo avvenimento e dice: “Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede” (Atti 15:8-9). Per tutti i credenti d'origine pagana in casa di Cornelio, lo Spirito Santo non è un'esperienza post-conversione. I credenti d'origine pagana non cercano una seconda benedizione oppure chiedono come ricevere lo Spirito Santo. Credono in Cristo e questo loro basta.
Un brano che spesso alcuni usano per giustificare la concezione del ricevere lo Spirito Santo come qualcosa che segua la fede in un secondo tempo, è Atti 19:1-7. Si tratta, però, di un'impressione falsata data dalla traduzione. Il testo dice (qui in diverse traduzioni): “Riceveste lo Spirito Santo quando credeste?” (Atti 19:2 NR). “Avete ricevuto lo Spirito Santo, quando avete creduto” (ND); “Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?” (CEI). Il testo non vuole dire: “Avete ricevuto lo Spirito Santo dopo aver creduto?”, ma “Avete ricevuto lo Spirito Santo avendo creduto?”. È chiaro da questo testo che ricevere lo Spirito Santo non è “una seconda esperienza cristiana”, ma qualcosa che avviene nel momento stesso in cui si ripone fede in Cristo. Paolo presume come cosa del tutto normale che salvezza e Spirito Santo debbano avvenire nello stesso tempo. Il fatto che i discepoli di Giovanni Battista non avessero mai sentito nemmeno parlare dello Spirito Santo, indica che essi non avevano ricevuto il battesimo cristiano ed erano ancora credenti dell'Antico Testamento, quindi non ancora cristiani. Il problema per questi seguaci di Giovanni Battista non era che essi avessero bisogno di una seconda opera di grazia, ma che essi dovevano credere in Gesù Cristo. Dopo aver creduto ed essere stati battezzati in acqua, essi sono battezzati nello Spirito Santo.
Perché era stato necessario che l'Apostolo imponesse loro le mani? L'imposizione delle mani in Atti 19:6 (così come in Atti 8:17) è collegata con l'autorità unica degli Apostoli. Non vi sarebbe stato altrimenti bisogno che i Samaritani attendessero gli Apostoli (Atti 8). Paolo lo fa per mostrare loro, come Giudei, che essi non dovevano più seguire l'insegnamento di Giovanni Battista, na quello degli Apostoli. Era come un passaggio di poteri, di lealtà.
Nelle epistole, là dove gli Apostoli spiegano l'opera redentrice di Cristo, non si trova traccia della dottrina di una seconda benedizione. Notate come Paolo colleghi il ricevere il dono dello Spirito con la fede in Gesù. "Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede?" (Galati 3:2). Il battesimo nello Spirito. Il dono dello Spirito e la giustificazione per fede sono le due facce della stessa medaglia. E' infatti in ragione della loro risposta di fede alla proclamazione su Gesù cristo crocifisso che i Galati avevano ricevuto inizialmente il dono dello Spirito ed ora continuavano a fare esperienza della Sua potenza. L'Apostolo dice che tutti i cristiani sono stati battezzati nello Spirito. "Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito" (1 Corinzi 12:13). Paolo, scrivendo a cristiani molti anni dopo la Pentecoste, mette in rilevo come, sebbene i cristiani abbiani molti doni spirituali diversi, essi hanno tutti una cosa in comune; sono stati portati ad appartenere ad un unico corpo da Cristo attraverso il battesimo nello Spirito. Non importa quanto grandi siano state prima le differenze fra di loro, siano essi Giudei oppure d'estrazione pagana, schiavi o liberi, essi sono stati fatti convergere in un unico corpo, sono stati intimamente ed organicamente uniti come partecipanti della stessa vita. Per Paolo non vi sono due gruppi separati di credenti (uno battezzato nello Spirito, e l'altro no). O una persona è stata battezzata nello Spirito, oppure è un incredulo. Notate come nel versetto citato, l'Apostolo sottolinei quel "noi tutti". Tutti i cristiani senza eccezione ricevono il dono dello Spirito. Il versetto 13 insegna chiaramente che (1) tutti i credenti condividono il dono dello Spirito; (2) essi si trovano in questa condizione fin dal tempo in cui sono stati incorporati nel corpo di Cristo. Questo versetto contesta radicalmente quanti affermano che il battesimo nello Spirito Santo sia una seconda esperienza di benedizione particolare di Dio ricevuta dopo la conversione, come aggiunta o supplemento.
Questa dottrina è sostenuta da Romani 8:9, dove Paolo dice: "Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui". La forza del criterio che l'Apostolo qui stabilisce, deve essere pienamente valorizzata. Se una persona non manifesta indicazioni d'avere lo Spirito di Dio, non è un credente. Lo Spirito di Dio dimora in ogni credente. In Romani 8 (che contiene una discussione sul cristiano e lo Spirito Santo) l'Apostolo non menziona mai il battesimo nello Spirito come una seconda opera di grazia. Al contrario, presuppone che in ogni vero credente già dimori lo Spirito Santo. Si può infatti fare una ricerca in tutte le epistole, studiare ogni singolo versetto che abbia a che fare con lo Spirito Santo e non si troverà evidenza alcuna che indichi come il battesimo nello Spirito Santo sia qualcosa di separato dalla conversione. Nelle epistole è vero esattamente l'opposto, come abbiamo visto. Le epistole insegnano il bisogno costante d'essere ripieni di Spirito Santo. Il "riempirsi" di Spirito Santo (vedi la discussione più in basso) non è la stessa cosa del battesimo nello Spirito Santo.
Un'interpretazione errata degli avvenimenti di Atti
Il fatto che le epistole insegnino che la fede in Cristo ed il battesimo di Spirito avvengano allo stesso tempo, e quindi mai istruiscano il credente a perseguire il battesimo di Spirito, solleva un'importante questione. Se i brani didattici delle epistole sono così chiari su questo argomento, in che modo, ad esempio, i moderni gruppi carismatici e pentecostali giungono alla conclusione che il battesimo nello Spirito Santo sia una seconda opera di grazia che si deve perseguire qualche tempo dopo la conversione? La risposta si trova nel fatto che essi non permettono alle chiare porzioni didattiche della Scrittura nelle epistole di guidare la loro comprensione delle sezioni storiche fondamentali del libro degli Atti. Se le epistole (che ci sono state date da Dio per spiegarci la storia della redenzione) ci insegnano che la norma per i credenti è salvezza in Cristo e battesimo nello Spirito al tempo stesso, allora, ovviamente vi deve essere qualcosa di unico ed irripetibile ad essere avvenuto negli Atti degli Apostoli. L'unicità dei fatti descritti dagli Atti degli Apostoli sulla storia della chiesa apostolica, è che: (a) quello era il tempo in cui si assisteva ad una sorta di "passaggio dei poteri", una transizione fra il tempo dell'Antico Testamento e quello del Nuovo; e (b) l'effusione dello Spirito Santo era organicamente connessa alla risurrezione-ascensione-intronizzazione di Cristo e così essa doveva avvenire in un tempo specifico e solo una volta.
Il fatto che questa transizione fra l'Antico e il Nuovo Testamento sia avvenuta durante la vita degli Apostoli, spiega perché per gli Apostoli e molti cristiani della prima generazione il battesimo nello Spirito Santo era avvenuto dopo la conversione. Ogni persona che sia stata salvata prima della Pentecoste senza dubbio era giunta a Gesù attraverso una speciale operazione dello Spirito Santo, Lo Spirito santo, però, non sarebbe giunto in tutta la Sua misura se non dopo la glorificazione del Messia (Giovanni 7:39; 14:26; 16:7; Atti 1:5). I discepoli che hanno seguito il Signore prima della Pentecoste e che erano ancora in vita quando il dono dello Spirito viene effuso, hanno avuto l'esperienza unica di vivere in due diverse ministrazioni del patto. Per coloro che sono venuti a Cristo doipo la Pentecoste, però (con la notevole eccezione di Atti 8:14-17), la salvezza e il battesimo di Spirito erano contemporanei. Non dovremmo più attenderci l'esperienza unica di quei credenti che sono vissuti fra l'Antico ed il Nuovo Testamento più di quanto potremmo attenderci di fare esperienza diretta della Risurrezione e dell'Ascensione di Cristo.
Forse una delle ragioni per le quali i moderni carismatici rendono normativi per oggi tutti gli avvenimenti di Atti, è l'idea comune fra gli Evangelici che Atti sia semplicemente una collezione di esempi della pietà dei primi cristiani che debba essere oggi emulata ed imitata. Benché sia vero che noi dobbiamo imitare la pietà degli Apostoli e che Atti ci fornisca esempi storici che sono normativi per l'oggi, non dovrebbe essere ignorata la natura fondazionale della storia apostolica. Luca documenta la glorificazione del Messia (cioè l'Ascensione e l'effusione dello Spirito), lo stabilimento della Chiesa del Nuovo Patto e l'opera fondazionale degli Apostoli e degli evangelisti, dotati supernaturalmente, nel portare l'Evangelo da Gerusalemme, alla Giudea, alla Samaria fino agli estremi confini del mondo (Atti 1:8). Sebbene continui oggi l'opera della missione (e non cesserà se non al ritorno di Cristo), la nostra base operativa e punto di partenza non è il popolo dell'Antico Patto di Israele a Gerusalemme. Gli avvenimenti narrati da Atti, con tutti i segni ed i prodigi che li caratterizzano, la speciale apparizione di Gesù, la speciale autorità degli Apostoli, la scrittura delle epistole ispirate da Dio, la capacità soprannaturale di sopravvivere al veleno di serpenti, ecc. erano tutte caratteristiche uniche al ministero fondazionale degli Apostoli e dei loro stretti collaboratori. Se si tiene a mente questo punto, non si farà l'errore comune di usare gli avvenimenti fondazionali di atti come base per l'attuale pratica ecclesiastica. I moderni "manipolatori di serpenti" vivrebbero più a lungo se comprendessero la verità...
Tenere a mente il carattere fondazionale del libro degli Atti e l'esplicito insegnamento sl battesimo nello Spirito Santo nelle epistole ci aiuterà così a comprendere l'errore che fanno i carismatici e quanti come loro quando interpretano Atti 8:14-17. Rammentiamoci che la Scrittura non contraddice la Scrittura. i passi più chiari della Bibbia devono essere usati per interpretare quelli meno chiari. Se Paolo dice che tutti i cristiani hanno già ricevuto il dono dello battesimo nello Spirito Santo (1 Corinzi 12:13; Romani 8:9; Galati 3:2), allora ci dev'essere qualcosa di unico nel suo genere o insolito al riguardo di Atti 8:14-17.
L'episodio di Atti 8:14-17
In Atti 8, Luca racconta delle attività dell'evangelista Filippo. Dopo che Filippo opera "segni e miracoli" e predica l'Evangelo, molti Samaritani giungono a credere in Cristo e sono battezzati in acqua (vv. 12-13). Luca ci informa che quindi gli Apostoli giungono a sapere che il popolo della Samaria aveva ricevuto la Parola di Dio al riguardo del Messia, essi mandano loro Pietro e Giovanni. Luca ce ne dà la ragione al versetti 16: "Infatti [lo Spirito Santo] non era ancora disceso su alcuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù". Pietro e Giovanni pregano affinché i credenti della Samaria ricevano lo Spirito Santo (v. 15) e questi avviene ai Samaritani quando gli Apostoli impongono loro le mani (v. 17).
Vi sono diverse ragioni per le quali questo caso di ricevere lo Spirito dopo la salvezza è unico ed irripetibile oggi.
- (a) notate come fosse richiesta la presenza degli Apostoli prima che sia mandato loro lo Spirito Santo. se Luca desse un modello perpetuo da seguire al riguardo del ricevere lo Spirito santo dopo la salvezza, allora, perché era richiesta la presenza personale degli Apostoli? Se quanto era avvenuto fosse lo stesso oggi. non avrebbe forse potuto filippo l'evangelista 8un ministro ordinato dell'Evangelo) ed egli stesso un potente operatore di miracoli) pregare per i Samaritani ed imporre loro le mani egli stesso? La necessità della presenza degli Apostoli è provata non solo dal fatto che Filippo non poteva fare lui stesso questo, ma anche dal contesto laddove Simone ("l'ex-mago") chiede agli Apostoli di imporgli le mani per ricevere la potenza dello Spirito Santo: "...Simone, vedendo che per l'imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, dicendo:..." (Atti 8:18). Simone comprende come gli Apostoli avessero un'autorità unica nel suo genere. Dio ritarda l'effusione dello Spirito Santo sui credenti della Samaria per un motivo. Egli voleva che i Samaritani riconoscessero come gli Apostoli fossero gli autorevoli conduttori della chiesa. Era inoltre necessario che gli Apostoli vedessero che i Samaritani erano stati accolti da Dio e pienamente compartecipi del Regno. A quel tempo, infatti, vi era una diffusa ostilità culturale fra i Giudei ed i Samaritani.
- (b) Notate come Filippo l'evangelista non dà istruzioni ai Samaritani su come ricevere lo Spirito Santo, non li esorta a "svuotare sé stessi" e ad invocare Dio con insistenza per riceverne il battesimo. non fanno null'altro che attendere gli Apostoli. Se questo testo fosse per noi normativo, esso ci insegnerebbe a non fare assolutamente nulla per quel fine, ma solo ad attendere la presenza di un Apostolo che ci imponga le mani. Sarebbe un'attesa per altro inutile, perché coloro che il Nuovo Testamento considera apostoli sono scomparsi da tempo. La loro funzione è terminata quando hanno posto le basi normative della fede cristiana (contenute nel Nuovo Testamento) e, per quanto pretendano alcuni, essi non hanno lasciato "successori". Questa sezione della Scrittura, quindi, non "prova" proprio nulla se non, presa a quel modo, imbarcarci su vie che ulteriormente ci allontanano dalla Bibbia.
La natura fondante della missione degli Apostoli e la loro autorità unica ed irripetibile, spiega pure il perché Dio abbia disposto che l'Apostolo Pietro predicasse l'Evangelo fra le genti e testimoniasse come anch'esse possono e devono giungere alla fede in cristo per l'opera dello Spirito Santo. Dio invia un messaggero celeste a Cornelio che gli dà istruzioni di mandare a chianare Pietro affinché, in casa sua, gli annunci l'Evangelo (Atti 10:5 ss). Gesù, poi, prepara Pietro a predicare l'Evangelo a non-ebrei attraverso una visione (Atti 10:10 ss). Ecco così che, "Mentre Pietro parlava così, lo Spirito Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola"(Atti 10:44). Notate come reagiscono i Giudei che testimoniano a questo avvenimento storico: "E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri" (Atti 10:45).Avvenimenti unici nel loro genere ed irripetibili
Vi sono ragioni sostanziali perché gli avvenimenti di Atti 10 debbano essere considerati unici nel loro genere, fondazionali e legati alla speciale autorità degli Apostoli. La presenza dell'Apostolo Pietro (che porta con sé una delegazione di cristiani israeliti come testimoni) era richiesta da Dio. L'apostolo specialmente devoto alla "circoncisione" (Galati 2:7-8) e i rappresentanti del cristianesimo israelita dovevano testimoniare come anche le genti ("gli stranieri", i non ebrei) entrassero direttamente nel Nuovo Patto senza prima passare attraverso il cortile esterno dei Giudaismo. Essi dovevano testimoniare al fatto che anche i non-ebrei ricevessero lo Spirito Santo. Dio stava istruendo gli Apostoli e la dirigenza della chiesa israelita che da quel momento in poi i pagani non sarebbero stati più considerati impuri davanti a Dio, che per quanto riguarda l'essere sudditi del Regno di Dio e membri del corpo di cristo, non importava più essere ebreo o non-ebreo. Tutti coloro che ripongono in Cristo la loro fede ricevono il battesimo nello Spirito Santo, anzi, tutti quelli che ripongono in Cristo la loro fede lo possono fare in virtù dello Spirito Santo che opera in loro ravvedimento e fede, che completamente li "immerge" in esso. Questo punto può essere sostenuto in due modi. In primo luogo, si noti come la risposta di Pietro al fatto che degli stranieri ricevano lo Spirito Santo è quella di sottoporli al battesimo d'acqua. Il battesimo d'acqua non è solo segno e suggello della rigenerazione, ma anche certificazione d'essere membri della Chiesa. I cristiani d'origine pagana non sono quindi da considerare cristiani di second'ordine, ma pienamente membri del corpo di Cristo. In secondo luogo, il fatto che dei non-ebrei ricevano lo Spirito Santo è ripetutamente usato come prova, da parte di Pietro, che non vi può essere distinzione alcuna nella chiesa fra cristiani d'origine israelita e cristiani d'origine pagana. In Atti 11 Pietro ritorna a Gerusalemme e viene immediatamente rimproverato dai cristiani israeliti per essere entrato in casa di un pagano ed aver pranzato con lui (vv. 2-3), cosa proibita dalla cultura giudaica. Pietro, così, racconta loro di quanto era avvenuto quel giorno e conclude dicendo: "Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre a Dio?" (Atti 11:17).
Lo stesso avvenimento storico Pietro lo riporta al primo concilio della chiesa, un concilio specificamente convocato per trattare della questione del rapporto fra cristiani d'origine ebraica e cristiani d'origine pagana. "Ed essendone nata una vivace discussione, Pietro si alzò in piedi e disse:
«Fratelli, voi sapete che dall'inizio Dio scelse tra voi me, affinché dalla mia bocca gli stranieri udissero la Parola del vangelo e credessero. E Dio, che conosce i cuori, rese testimonianza in loro favore, dando lo Spirito Santo a loro, come a noi; e non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede" (Atti 15:7-9). L'argomentazione di Pietro è la stessa di 10:47 e 11:17, vale a dire, che ogni dubbio era precluso in quanto Dio stesso l'aveva ordinato, che l'intera questione era risolta nel fatto che Dio trattava sia Giudei che pagani nello stesso modo, influendo su di loro con lo Spirito Santo, portandoli al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo e quindi, battezzandoli entrambi nello Spirito Santo. L'effusione di Spirito Santo sia a Gerusalemme che a Cesarea dimostra come Dio accolga anche i credenti i Cristo che provengono dall'ambiente pagano.
Gli avvenimenti di Atti 8 e 10 non insegnano che quanto avviene a Pentecoste sia un'esperienza supplementare a quella della conversione e normativa per tutta la storia della chiesa. Essi insegnano, piuttosto, il modo in cui Dio insegna alla chiesa che nasce fra gli Israeliti che essa deve accogliere tutti coloro che vengono alla fede in cristo, non importa da quale contesto provengano, perché lo Spirito Santo agisce in ciascuno senza operare differenze. Giudei, samaritani, pagani di ogni tipo, tutti possono essere accolti e sono accolti nella chiesa del Signore. Essi imparano inoltre a riconoscere l'autorità degli Apostoli (testimoni della risurrezione di Cristo) come stabilita da Dio, perché Egli ha rivelato loro quanto la chiesa di ogni tempo e paese deve sapere ed osservare. Si potrebbe quindi considerare la prima conversione e battesimo sia di Samaritani che di pagani come un'estensione dell'evento unico della Pentecoste. Questi fatti sono fondanti nel senso che stabiliscono l'accessibilità dei non-ebrei alle benedizioni del Regno di Dio che non devono più passare attraverso l'ebraismo. Una volta stabilito ufficialmente lo status dei credenti d'origine pagana di fronte ad accreditati testimoni israeliti, i beni spirituali conseguiti con la Pentecoste non sono più ritrattabili, sono presenti e disponibili per tutti coloro che giungono alla fede in Cristo. Non è più necessario alcun "battesimo" supplementare nello Spirito, perché già nello Spirito sono immersi. La rigenerazione ad opera dello Spirito santo di chiunque giunga al ravvedimento ed alla fede in Gesù Cristo è un dato di fatto. I credenti in Cristo devono ora solo avvalersi di tutto ciò che già è stato concesso alla Chiesa universale con l'evento unico ed irripetibile della Pentecoste. Una "ripetizione" di questi avvenimenti non solo non ha alcun senso, ma risulta persino colpevole, perché chi pretende di ripeterli, in realtà non vede e disprezza come ciò che cerca sia già disponibile. In ogni caso l'Apostolato storico è cessato con la scomparsa di Giovanni, l'ultimo apostolo, perché la loro funzione è stata completata una volta per tutte.Atti 10 non è quindi un testo che possa essere sfruttato da chi come i carismatici moderni vorrebbe ripetere la Pentecoste considerandola un supplemento della conversione, perché:
- (1) i cristiani d'origine pagana ricevono il battesimo nello Spirito Santo quando ripongono la loro fede in Cristo. Non si tratta di una seconda opera della grazia, ma qualcosa che accompagna la fede. Notate la loro risposta: "Allora, udite queste cose, si calmarono e glorificarono Dio, dicendo: «Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche agli stranieri affinché abbiano la vita»" (Atti 11:18);
- (2) i credenti d'origine pagana non s'ingegnano a ricevere il battesimo nello Spirito Santo. Pietro non li istruisce sulla necessità di perseguire una seconda esperienza spirituale: addita solo Cristo e questo è tutto ciò che serve. in nessuno di questi racconti troviamo gli Apostoli o chiunque altro che istruisca i neo convertiti sul come ricevere poi lo Spirito Santo. Coloro che pretendono di aver scoperto in Atti dottrine trascurate dalla chiesa cristiana per millenni, di fatto non seguono l'insegnamento di Atti, al contrario, impongono alla Scrittura i propri presupposti alieni.
- (3) La discesa dello Spirito Santo era improvvisa ed inattesa. Chi oggi nei circoli carismatici giunge alla fede in Cristo si vede dare poi dettagliate istruzioni su come ricevere il battesimo nello Spirito. Nel libro degli Atti il battesimo nello Spirito è sovranamente impartito da Cristo indipendentemente da tecniche o da meriti umani.
[Paolo Castellina, 17 settembre 2008].