Teologia/Attributi di Dio/Attri09
Gli attributi di Dio, di A. W. Pink |
9. Il potere di Dio
Non potremo avere una giusta concezione di Dio fintanto che non penseremo a Lui come all’onnipotente e all’onnisciente. Colui che non possa fare ciò che vuole e compiere tutto ciò che gli piace non può essere Dio. Allo stesso modo in cui Dio intende realizzare ciò che Gli pare buono, così Egli possiede la totale capacità e potere di eseguire la Sua volontà.
“Il potere di Dio è quella capacità e forza, per la quale Egli può portare a compimento tutto ciò che Gli piace, qualunque cosa la Sua infinita sapienza possa ideare e qualunque cosa l’infinita purezza della Sua volontà possa decretare... Così come la santità è la bellezza stessa di tutti gli attributi di Dio, così la potenza è ciò che dà vita ed azione a tutte le perfezioni della Sua natura divina. Sarebbero del tutto vani gli eterni Suoi consigli se Egli non avesse potere per portarli a compimento.Senza potenza la Sua misericordia non sarebbe che debole pietà. Le Sue promesse sarebbero un suono vuoto, le Sue minacce, minacce da spaventapasseri, Il potere di Dio è come la Sua stessa Persona: infinito, eterno, incomprensibile; non può essere frustrato, represso, né messo in scacco da creatura alcuna” (Stephen Charnock).
«Dio ha parlato una volta; due volta ho udito questo: che la potenza appartiene a Dio» (Sl. 62:11). «L’Eterno tuonò nei cièli, e l’Altissimo fece udire la sua voce con grandine e carboni ardenti. Scagliò le sue saette e disperse i nemici; lanciò fulmini in gran numero e li mise in fuga. Ai tuo rimprovero, o Eterno, e al soffio del vento delle tue narici, gli alvei dei fiumi apparvero e le fondamenta del mondo furono scoperte» (Sl. 18:13-15). «Poiché chi può in cielo essere paragonato all‘Eterno? E chi è simile ali ‘Eterno tra i figli del Potente?» (SI. 89:6). «Tutti gli abitanti della terra davanti a lui sono considerati come un nulla; egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e còn gli abitanti della terra. Nessuno può fermare la sua mano e dirgli: “Che cosa fai?” (Da. 4:35): Tutto questo venne apertamente manifestato quando Dio divenne uomo ‘ed abitò tra gli uomini. Al lebbroso Egli disse: « “Si, io lo voglio, sii mondato”. E in quell’istante egli fu guarito dalla sua lebbra» (Mt. ‘8:3). Ad uno che era stato deposto nella tomba da morto già da tre giorni, Egli disse: “'Lazzaro, vieni fuori!” Ed il morto venne fuori. Egli poteva calmare onde tempestose e venti turbolenti. Una legione intera di demoni non aveva potuto resistere al Suo autorevole comando.
“Il potere appartiene a Dio» e solo a Lui. Neanche una creatura nell’intero universo ha un atomo soltanto di potere, salvo quello che le è stato concesso.
Il potere di Dio, però, non è qualcosa di acquisito, né dipende dal riconoscimento di qualunque altra autorità: Esso appartiene a Lui in modo inerente.
“Il potere di Dio è come Egli stesso, esistente da sé stesso, sostenuto da sé stesso. Il più potente fra gli uomini non può aggiungervi nemmeno un ombra, perché è già potere supremo. Egli non siede sui un trono in necessità di alleati, né si appoggia su alcun braccio che lo assista. La Sua corte non è mantenuta dai Suoi cortigiani, né Egli deriva il Suo splendore dalle Sue creature. Egli è in sé stesso la grande fonte centrale e l’origine di ogni potere” (C. H. Spurgeon).
Non è soltanto la Sua creazione a rendere testimonianza al grande potere di Dio, ma pure la Sua totale indipendenza da tutte le cose create. Ascoltate alla Sua stessa sfida: “Dov‘eri tu quando, io gettavo le fondamenta della terra? Dillo, se hai tanta intelligenza. Chi ha stabilito le sue dimensioni, se lo sai, chi tracciò su di essa la corda per misurarla? Dove sono fissate le sue fondamenta o chi pose, la sua pietra angolare?» (Gb. 38:4-6). Non è forse l’orgoglio umano gettato nella polvere davanti ad una simile potenza?
La Potenza è anche sinonimo di Dio. «Il Figlio dell‘uomo siederà alla destra della Potenza e verrà con le nuvole del cielo» (Mr. 14:62), cioè alla destra di Dio. Dio e la potenza sono così inseparabili da essere reciproche. Come la Sua essenza è immensa, sconfinata; come essa è eterna, cioè non misurabile con il tempo; così è onnipotente,, cioè non limitato quanto ad azione.
“Ecco, questi sono solamente le frange delle sue opere. Quale debole sussurro di lui riusciamo a percepire! Ma chi mai potrà comprendere il tuono della sua potenza?» (Gb. 26:14). Chi è in grado di contare tutte le evidenze della. Sua potenza?
Già ciò che della Sua potenza viene manifestato in ciò che. della creazione è a noi visibile, è totalmente al di là del nostro potere di comprensione., tanto meno siamo in grado di concepire l’onnipotenza stessa. C’è infinitamente più potere che risiede nella natura di Dio di quanto sia espresso in tutte le Sue opere.
“Le frange delle sue opere” le contempliamo nella creazione, provvidenza, e redenzione: ma quanto maggior potenza c’è in Lui! Questo pensiero è esprèsso in modo rimarchevole in Habacuc 3:4: «il suo splendore era come la luce, raggi si sprigionavano dalla sua mano e là era nascosta la sua potenza” E’ a mala pena possibile immaginare qualcosa di più magniloquente che le immagini descritte in questo capitolo, ciononostante nulla in esso sorpassa la nobiltà di questa affermazione. Il profeta (in visione) aveva contemplato la potenza di Dio che disperdeva le colline e sovvertiva le montagne: una dimostrazione veramente sconvolgente del Suo potere. Questo però ancora “nasconde” la Sua effettiva potenza. Che vuoi dire? Che la potenza della Deità è così inconcepibile, così immensa; così incontrollabile, che temibili convulsioni che Egli opera nella natura celano, molto più che rivelare, la Sua infinita potenza!
E’ molto bello congiungere i seguenti brani: “cammina sulle alte onde del'mare» (Gb. 9:8), che esprime l’incontrollabile potere di Dio, con “p'asseggia sulla volta dei cieli” (Gb. 22:14), che dice dell’immensità della Sua presenza. “Cammina'sulle ali del vento» (Si. 104:3), il che significa la straordinaria rapidità del Suo operare. Quest’ultima espressione è notevole. Non è che Lui “voli” o “corra”, ma che Egli “cammina” sulle ali stesse del vento - sul più impetuoso degli elementi; sbattuto nel suo grande furore, e scivolando via con inconcepibile rapidità; nonostante questo, esse sono sotto i Suoi piedi, sotto il Suo perfetto controllo!
Consideriamo ora la potenza di Dio nella creazione. «I cieli sono tuoi, anche la terra è tua; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso. Tu hai creato il settentrione e ilmezzogiorno; il Tabor e l‘Hermon mandano grida di gioia al tuo nome» (Sl. 89:11,12). Prima che l’uomo voglia lavorare, egli deve possedere attrezzi e materiali, Dio però ha iniziato con nulla, e dal nulla Egli ha creato ogni cosa tramite la Sua sola Parola. L’intelletto non lo può afferrare. «Poiché egli parlò e la cosa fu; egli comandò e la cosa sorse» (SL 33:9). La materia primordiale udì la Sua voce: «Dio disse: Sia... e fu così» (Ge. 1). Possiamo allora bene esclamare: «Tu hai un braccio forte; la tua mano è potente, la tua destra è esaltata» (Sl. 89:13).
Chi, alzando lo sguardo. di notte al cielo stellato con l’occhio della ragione, contemplando queste meraviglie, chi potrebbe fare a meno di chiedere: Con che cosa -sono stati formati questi mondi? Incredibile il solo dirlo, tutto questo è stato formato senza materiali di sorta. Tutto questo è sorto dal vuoto stesso. L’imponente fabbricato dell’universo è emerso dal nulla. Quali strumenti ha usato il Supremo Architetto per conformare questi oggetti di squisita fattura, e per dare un aspetto così armonioso al tutto? Come ha fatto per connettere ogni cosa in una tale struttura finemente proporzionata e nobilmente compiuta? Un semplice fiat ha reso tutto questo possibile. Sia, disse Dio. Non aggiunse altro, e questo meraviglioso edificio sorse, adornato d’ogni bellezza, manifestando innumerevoli perfezioni, e dichiarando, fra cherubini estasiati la lode del suo grande Creatore. «I cieli furono fatti per mezzo della parola dell‘Eterno, e tutto il loro esercito mediante il soffio della sua bocca» Sl 33:6 (James Hervey, 1789).
Considera la potenza di Dio nel conservare tutto questo. Nessuna creatura possiede il potere di conservare sé stessa in vita. «Può il papiro crescere fuori dalla palude, e il giunco svilupparsi senz‘acqua?» (Gb. 8:11). Sia uomo che bestie perirebbero se non ci fosse erba per cibo, e l’erba seccherebbe e morirebbe se la terra non avesse il refrigerio di piogge fruttuose. Per questo di Dio è detto: «Oh Eterno, tu conservi uomini e bestie» (Sl. 36:6). «Sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza» (Eb. 1:3). Che meraviglia del potere di Dio è la vita prenatale di ogni essere umano! Che un bambino possa di fatto vivere, e per tanti mesi, in tali stretti alloggiamenti, e senza respirare, può essere attributo solo alla potenza di Dio. Veramente «Egli è colui che ci mantiene in vita, e non permette che i nostri piedi vacillino» (Sl. 66:9).
La preservazione della terra dalla violenza del mare è un’altro chiaro esempio della potenza di Dio. Com’è che questo elemento infuriato viene conservato entro determinati limiti, quelli in cui è stato confinato, e continua ad agitarsi senza inondare la terra e fare a pezzi la parte più bassa della creazione? La situazione naturale dell’acqua è quella di stare sopra la terra, perché è più leggera, e di essere immediatamente sotto l’aria perché ne è più pesante. Chi ne reprime le mie naturali qualità? Certamente non l’uomo, e non lo può fare. E’ il fiat del Creatore che la imbriglia. «e dissi: “Tu arriverai fin qui, ma non oltre; qui si arresteranno le tue onde superbe! “» (Gb. 38:11). Che monumento permanente alla potenza di Dio nella conservazione di questo mondo!
Considera la potenza di Dio nel Suo governo. Considerate il limite che Egli pone alla malizia di Satana. «il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare» (1 Pi. 5:8). Egli è pieno d’odio verso Dio, e pieno di una rabbiosa inimicizia verso l’essere umano, particolarmente verso i santi. Colui che aveva avuto invidia di Adamo nel paradiso, ci invidia per il fatto che possiamo godere delle benedizioni di Dio. Se potesse non avere limite alcuno, tratterebbe tutti alla stregua di Giobbe: manderebbe il fuoco dal cielo sui frutti della terra, distruggerebbe il bestiame, manderebbe dei tornado per distruggere le abitazioni, coprirebbe il nostro corpo di piaghe. Per quanto però gli uomini possano supporre, Dio lo imbriglia in larga misura, e gli impedisce di portare a compimento i Suoi malvagi propositi, confinandolo nei limiti che Egli stesso ha determinato.
Allo stesso modo Dio reprime la corruzione naturale dell’uomo Egli già soffre di sufficienti manifestazioni di peccato per mostrare n quale terribile condizione egli è stato portato dalla propria apostasia dal suo Fattore, ma chi potrebbe concepire le ben più orribili manifestazioni del carattere umano se Dio non mettesse ad esse un limite con la Sua mano? «la loro bocca, è piena di maledizione e di amarezza, i loro piedi sono veloci per spandere il sangue» (Ro. 3:14,15). Questa è la natura di ogni discendente di Adamo. Allora quale sfrenata licenziosità e caparbia follia trionferebbe nel mondo se non si interponesse la potenza di Dio per serrare le paratie contro una tale inondazione? Vedi il Salmo 93:3,4.
Considera la potenza di Dio nel giudizio. Quando Egli colpisce, nessuno gli può resistere: vedi Ezechiele 22:14. In qual terribile maniera questo era stato esemplificato nel Diluvio! Dio aprì le cataratte del cielo e si liberarono le fonti degli abissi e (ad eccezione di coloro che stavano nell’arca), l’intera razza umana, impotente di fronte alla tempesta della Sua ira, venne spaziata via. Una pioggia di fuoco e di zolfo dal cielo, e le città della pianura vennero sterminate. Faraone e il suo grande esercito era impotente quando Dio lo sommerse nel Mar Rosso. Che parola terrificante è quella che troviamo in Ro. 9:22: «E che dire se Dio, volendo mostrare la sua, ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d’ira preparati per la perdizione?». Dio sta per manifestare la Sua possente forza sui reprobi, non solo incarcerandoli nella Geenna, ma preservando in modo sovrannaturale il loro corpo e la loro anima nell’ardore eterno del Lago di Fuoco. ‘Faremmo bene a tremare davanti a un simile Dio! Trattare con impudenza Colui che ci può schiacciare come una pulce, è veramente un comportamento suicida! Sfidare apertamente Colui che è rivestito d’onnipotenza, che ci può fare a pezzi in meno che non si dica, oppure gettarci all’inferno in qualsiasi momento a Lui piaccia, è follia pura. Se lo volessimo mettere sulla base più bassa, sarebbe solo da furbi prestare ascolto al Suo comando che dice: «Sottomettevi al Figlio, perché non si adiri e non penate per via, perché la sua ira può accendersi in un momento» (Sl. 2:12).
Farebbe bene l’anima illuminata ad adorare un tale Dio. Le meravigliose ed infinite perfezioni di un tale Essere, invitano solo ad un culto fervente. Se uomini potenti e famosi reclamano l’ammirazione del mondo, quanto più dovrebbe la potenza dell’Onnipotente riempirci di stupefazione e di omaggio. “Chi è pari a te fra gli dei, o Eterno? Chi è pari a te, mirabile nella santità; maestoso nelle lodi, o operatore di prodigi?” (Es. 15:11).
Farebbe bene il santo a confidare in un tale Dio! Egli è degno di implicita fiducia. Niente è troppo difficile per Lui. Se Dio fosse limitato in potenza e la sua forza avesse un limite, potremmo ben disperare. Dato però che Egli è rivestito onnipotenza, non c’è preghiera che Egli non possa esaudire, non c’è bisogno per il quale non potrebbe supplire, nessuna passione che Egli non potrebbe sottomettere, nessuna tentazione abbastanza forte dalla quale Egli non potrebbe liberarci, nessuna miseria troppo profonda dalla quale non potrebbe sollevarci. «L’Eterno è la mia luce e la mia salvezza, di chi temerò? L‘Eterno è la roccaforte della mia vita: di chi avrò paura?» (Sl. 27:1) «O'ra a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare smisuratamente al di là di quanto chiediamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli. Amen» (Ef. 3:20,21).