Teologia/Attributi di Dio/Attri07
Gli attributi di Dio, di A. W. Pink |
7. L’IMMUTABILITÀ DI DIO
L’immutabilità è una di quelle perfezioni di Dio delle quali forse non si medita abbastanza. E’ una di quelle eccellenze del Creatore che Lo distinguono da tutte le Sue creature Dio è in perpetuo il medesimo: nel Suo essere, nei Suoi attributi e nei Suoi propositi, Egli non è soggetto a mutazione alcuna. Per questo Dio viene assomigliato ad una roccia (De. 32:4 ss.) immobile e imperturbabile nel mezzo di un oceano d’onde che continuamente si muovono e fluttuano; si, sebbene tutte le creature siano soggette a mutamento, Dio è immutabile. Proprio perché Dio non ha inizio né fine, Egli non conosce cambiamento. Per sempre, presso di Lui «non vi è mutamento né ombra di rivolgimento» (Gm. 1:17).
In primo luogo, Dio è immutabile nella Sua essenza: La Sua natura e il Suo essere sono infiniti, e così, non soggetti a mutazione alcuna. Non c’è mai stato un tempo in cui Egli non esisteva, non ci sarà mai un tempo in cui Egli cesserà di esistere. Dio non si è evoluto, né è cresciuto, né è migliorato. Tutto ciò che Egli è oggi, è sempre stato e sempre sarà. Egli stesso afferma in termini inequivocabili: «Io sono i ‘Eterno, non muto» (Ma. 3:6). Egli non può cambiare in meglio, perché è già perfetto e, essendo perfetto, Egli non può cambiare in peggio. Nulla d’esterno a Lui può farLo alterare, e non ha senso parlare, per quanto riguarda Dio, di miglioramento o di peggioramento. Egli può solo dire: «Io sono Colui che sono» (Es. 3:14). Lo scorrere del tempo non ha alcuna influenza su di Lui. Non c’è ruga alcuna sul sopracciglio dell’eternità. Il Suo potere non può mai diminuire, né la Sua gloria appassire.
In secondo luogo, Dio è immutabile nei Suoi attributi. Qualunque fossero gli attributi di Dio prima che l’universo venne chiamato all’esistenza, essi sono precisamente gli stessi ora, e rimarranno così per sempre. E’ necessario che sia così, perché essi sono le stesse perfezioni, gli attributi essenziali del Suo essere. Su ognuno di essi è inciso: Semper idem (sempre lo stesso). Il Suo potere è incontrastato, la Sua sapienza inalterabile, la Sua santità intangibile. Gli attributi di Dio non possono cambiare più di quanto la Deità possa cessare di esistere, perché: «Per sempre, o Eterno, la tua parola è stabile nei cieli» (SI. 119:89). 11 Suo amore è eterno: «Si, ti ho amata di un amore-eterno» (Gr. 31:3) e: «avendo amato i suoi che erano nel mondo, ti amò fino alla fine» (Gv. 13:1). La Sua misericordia non viene meno, perché essa è eterna (SI. 100:5).
In terzo luogo, Dio è immutabile nel Suo consiglio. La Sua volontà non varia mai. Forse qualcuno ci obietterà che noi dovremmo leggere questi versetti: «E i ‘Eterno si pente di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuore suo» (Ge. 6:6). AI che noi rispondiamo: forse che le Scritture si contraddicono? Perché allora sta pure scritto: «Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?» (Nu. 23:19)?. Così pure: «La Gloria di Israele non mentirà e non si pentirà, perché egli non è un uomo che si pente» (1 Sa. 15:29). No, la Scrittura non si contraddice. La spiegazione è molto semplice: quando parla di Sé stésso Dio spesso adatta il Suo linguaggio alle nostre limitate capacità. Egli descrive Sé stesso come una persona fornita di membra corporee: occhi, orecchie, mani, ecc. Dice che «si risvegliò dal sonno» (SI. 78:65); parla di “alzarsi presto aI mattino<ref> “parlare con urgenza ed insistenza” nella Versione Nuova Diodati.</ref>" (Gr. 7:13 KJV); ciononostante Egli non sonnecchia né dorme. Quando stabilisce di operare un cambiamento nel modo in cui tratta con l’umanità, Egli descrive il Suo modo d’agire come “pentirsi”.
Si, Dio è immutabile nel Suo consiglio. «perché i doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento» .(Ro. 11:29). Deve essere cos’i, perché: «egli non ha uguali, e chi mai può farlo cambiare? Ciò che egli vuole, lo fa» (Gb. 23:l3)~ Il cambiamento è la decadenza è in tutto ciò che vediamo, ma possa Colui che non cambia essere sempre con te. I propositi di Dio non si alterano mai. Vi possono essere diverse cose a far si che un uomo cambi idea e inverta i suoi piani: la sua incapacità di prevedere ciò che avverrà, o la sua incapacità di realizzarli. Dio però è sia onnisciente -che onnipotente, e non ha alcun bisogno di modificare i Suoi decreti. No, «Il piano dell’Eterno dimora per sempre e i disegni del suo cuore per ogni generazione» (Si. 33:11). Per questo nella Scrittura leggiamo dell’immutabilità del suo consiglio (Eb. 6:17).
Possiamo allora comprendere l’immensa distanza che separa la creatura più evoluta dal Creatore. Se la creatura non fosse per natura mutevole, essa sarebbe Dio. Per natura noi tendiamo verso il nulla, dato che siamo venuti dai nulla... Non c’è nulla che si frappone al nostro proprio annientamento se non la volontà ed il potere di Dio che-ci sostiene. Nessuno potrebbe sostenere sé stesso per un solo momento. Dipendiamo interamente dal nostro Creatore per ogni respiro che prendiamo. Possiamo dire con gioia con il Salmista: «Egli è colui che ci mantiene in vita» (Sl. 66:9). Renderci conto di questo dovrebbe farci piegare sotto un senso della nostra propria pochezza, alla presenza di Colui nel quale «viviamo, ci muoviamo e siamo» (At. 17:28). Come. creature decadute noi non solo siamo mutevoli, ma ogni cosa in noi si oppone a Dio. Come tali noi siamo «stelle erranti» (Gd. 13), fuori dalla propria orbita. I malvagi sono «come il mare agitato che non può calmarsi» (Is. 57:20). L’uomo decaduto ‘e incostante. Le parole di Giacobbe al riguardo di Ruben si applicano anche con piena forza a tutti i discendenti di Adamo «impetuosacome l’acqua<ref>O “instabile come l’acqua” (KJV).</ref>'» (Ge. 49:4). Non è così solo segno di pietà,ma anche di sapienza, prestare ascolto dall’ingiunzione:Cessate di confidare nell‘uomo» (Is. 2:22). Non ci si può confidare in nessun uomo. «Non confidate nei principi né in alcun figlio d ‘uomo che non può salvare» (Sl.146:3). Se disubbidisco a Dio; allora merito di essere ingannato e deluso dai miei simili. Persone come voi oggi, potranno odiarvi domani. Le moltitudini che gridavano: “Osanna al Figlio di Davide”, avrebbero ben presto poi gridato: “A morte! Sia crocifisso!”.
In tutto questo possiamo trovare una grande consolazione. Non possiamo contare sulla natura umana, ma su Dio si! Per quanto instabile io possa essere, per quanto capricciosi possano essere i miei amici, Dio non cambia. Se cambiasse tanto quanto noi, se volesse una cosa oggi ed un’altra opposta domani, se fosse controllato dal capriccio, chi potrebbe confidare in Lui? Sia lode però al Suo nome glorioso, Egli è sempre lo stesso. I suoi propositi sono fissi. La Sua volontà è stabile. La Sua parola è. sicura:-Ecco una roccia sulla quale possiamo appoggia-re i nostri piedi quando tutto intorno a noi acque impetuose portano via ogni cosa. La permanenza del carattere di Dio garantisce l’adempimento delle Sue promesse: “Anche se i monti si spostassero e i colli fossero rimossi, il mio amore non si allontanerà da te né 11 mio patto di pace sarà rimosso, dice i ‘Eterno, che ha compassione di te» (Is. 54:10).
In tutto questo possiamo anche trovare un incoraggiamento alla preghiera. “Quale conforto ci sarebbe nel pregare un Dio che fosse come un camaleonte, e cambiasse colore ogni momento? Chi mai presenterebbe una petizione ad un principe terreno che fosse così mutevole da concedere un favore un giorno e da negarlo. il prossimo?” (Stephen Charnock, 1670). Se qualcuno dovesse chiedere che senso abbia pregare Uno la cui volontà è già fissata, risponderemmo: perché Egli lo esige. Quale mai promessa Egli ci ha fatto il cui adempimento non passasse attraverso la nostra preghiera? «Questa è la sicurezza che abbiamo davanti a lui: se domandiamo qualche cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce» (1 Gv. 5:14), ed è nella Sua espressa - volontà il bene. del Suo figliolo. Chiedere qualcosa che sia contrario alla Sua volontà non è preghiera, ma sfacciata ribellione.
In tutto questo abbiamo pure motivo di terrore per il malvagio. Coloro che osano sfidarLo, che infrangono le Sue leggi, che non si danno alcun pensiero della Sua gloria, che vivono come se Egli non esistesse, non devono supporre che alla fine essi possano invocare presso di Lui misericordia, che Egli cambi la Sua volontà, revochi la Sua Parola, e annulli le Sue terribili minacce. No, Egli ha dichiarato: «Perciò anch’io agitò con furore; il mio occhio non avrà compassione e non userò alcuna pietà. Anche se faranno pervenire alte grida ai miei orecchi, non li ascolterò» (Ez. 8:18). Dio non rinnegherà Sé stesso per gratificare i loro comodi. Dio è santo, immutabilmente tale. Dio quindi odia il peccato, lo odia eternamente. Da cui il carattere eterno del castigo riservato a tutti coloro che muoiono nel loro peccato.
L’immutabilità divina, come la nuvola che si interponeva fra gli israeliti e l’armata egiziana, ha sia un lato chiaro che un lato oscuro. Essa comprende sia l’esecuzione delle Sue minacce, quanto l’adempimento delle Sue promesse. Essa distrugge la segreta speranza coltivata dai malvagi, che alla fine Egli perdoni tutte le Sue fragili ed erranti creature, e che essi vengano trattati molto meno severamente di quanto le dichiarazioni della Sua parola ci potrebbero far aspettare. A queste speculazioni ingannevoli e presuntuose, noi opponiamo la precisa e solenne vèrità che Dio è immutabile in veracità e propositi, in fedeltà ed in giustizia (John Dick, 1850).
Note