Storia/La chiesa dei padri
La Chiesa "dei Padri" fino al 500 d. C.
Fra il 100 d.C. e il 500 d.C. la chiesa cristiana cambiò così tanto da risultare alla fine quasi irriconoscibile. Nel 100 d.C. essa non era che una sparuta minoranza, perseguitata a più non posso. Gli Evangeli e le Epistole erano già in circolazione, ma non erano stati ancora raccolti e uniti insieme per formare il «Nuovo Testamento». Nonostante alcune brevi affermazioni di fede, tipo: "Gesù è il Signore", non esisteva però nessun credo formale da recitare. L'organizzazione della chiesa era ancora abbastanza fluida e variava da una zona all'altra, come ai tempi neotestamentari. Infine, non esistevano modelli fissi per il culto, anche se forse certe preghiere, come il Padre nostro, erano in uso.
Verso il 500 d.C. il quadro della situazione era ben diverso. La stragrande maggioranza delle persone all'interno dell'Impero Romano si definiva cristiana, e il cristianesimo era diventato religione ufficiale di Stato. Ma anche al di fuori dei confini dell'Impero, come in Etiopia o in India, vi erano delle chiese di considerevole grandezza. Le Scritture si componevano di due Testamenti: l'Antico e il Nuovo - quest'ultimo, a parte qualche variante locale, era identico a quello che abbiamo noi oggi. Erano due i «credo» maggiormente diffusi, e vi era una chiara comprensione dell'ortodossia in contrapposizione all'eresia, specialmente in riferimento alle dottrine della Trinità e della persona di Cristo. Il ministero della chiesa si espresse ovunque sotto la triplice forma dei vescovi, dei presbìteri e dei diaconi, anche se a livello locale potevano ancora sussistere delle lievi differenze. L'adorazione della chiesa aveva un carattere interamente liturgico, con forme fisse di preghiera.
La maggior parte di questi mutamenti avvenne in maniera graduale nel corso dei quattro secoli in questione; generalmente, erano per il bene della chiesa e ne rispecchiavano una crescita sana. Ma non tutti i cambiamenti migliorarono necessariamente la situazione. Oggi, per esempio, l'alleanza con lo Stato e la trasformazione del cristianesimo in "religione ufficiale" sarebbero da molti considerate al massimo come una benedizione mista, se non addirittura come una vera e propria maledizione. Tanti altri, poi, non sarebbero affatto entusiasti del tipo di ministero emerso nella chiesa ne della soppressione delle forme libere di adorazione.
Furono due le svolte più importanti nella vita della chiesa primitiva. La prima avvenne nell'anno 70 d. C.: fino a quel momento, i discepoli di Gesù erano prevalentemente giudei, e generalmente sarebbero stati considerati come un gruppo "deviante" (o "del dissenso") all'interno del giudaismo. I "nazareni" potevano essere considerati una setta giudaica, come quelle dei Farisei, dei Sadducei e degli Esseni (Atti 24:5). La chiesa-madre era quella di Gerusalemme. L'apostolo Paolo dovette combattere non poco perché la sua missione nei confronti dei "Gentili" (= pagani) fosse riconosciuta. Egli lottò fortemente per stabilire il principio secondo cui non era necessario che i Gentili convertiti "diventassero" giudei facendosi circoncidere. Ma nel 70 d.C. Gerusalemme fu saccheggiata dai Romani, come aveva profetizzato Gesù, e la chiesa di Gerusalemme cessò di esistere. Da allora in avanti, divenne dominante la chiesa gentile. La chiesa-guida ben presto divenne quella di Roma, capitale del mondo pagano. Mentre per la chiesa neotestamentaria il problema principale era: "I Gentili che si convertono devono o non devono essere circoncisi (cioè, diventare giudei)?", per la chiesa del II secolo il problema era un altro: "I cristiani giudei possono continuare a osservare le leggi giudaiche (cioè, rimanere giudei)?". Il cristianesimo si era trasformato da setta giudaica in una fede potenzialmente universale.
La seconda svolta importante si verificò nel 312, con la conversione al cristianesimo dell'imperatore Costantino. Fino a quel momento, la chiesa era una minoranza del dissenso, periodicamente perseguitata. La situazione cambiò rapidamente: Costantino pose fine alle persecuzioni e offrì ufficialmente alla chiesa il suo appoggio e il suo favore. Degli imperatori che gli succedettero, soltanto uno era pagano. Il cristianesimo divenne la "religione ufficiale" dello Stato.
L'unione chiesa-Stato fu subito accolta con entusiasmo da alcuni (Eusebio di Cesarea, per esempio) ed è tuttora difesa da molti. Altri nutrirono dubbi fin dall'inizio. Oggi è sempre più diffuso il pensiero che questo passo sia stato un errore gravissimo. Diverse questioni entrano in gioco. Prima di tutto, l'adozione del cristianesimo come religione di Stato portò a un massiccio afflusso di conversioni superficiali da parte dei pagani. Questo comportò di conseguenza un declino degli standard morali e l'introduzione di alcune pratiche pagane e idolatriche. In secondo luogo, la "chiesa perseguitata dei martiri" divenne ben presto la "chiesa di Stato perseguitante". La coercizione legale fu uno dei primi strumenti utilizzati contro quei gruppi di cristiani che "deviavano" o dissentivano dalla corrente principale della "Chiesa cattolica", e più tardi contro il culto pagano. La chiesa-serva-e-sofferente rischiava così di diventare la chiesa-opprimente. In terzo luogo, via via che l'Europa diventava cristiana, il cristianesimo correva il pericolo di trasformarsi nella religione tribale degli Europei, II legame con lo Stato comportò dei problemi particolari. Ma occorre ricordare che la corrente principale della storia cristiana si è svolta nell'Europa cristiana. È lì che la chiesa a più riprese ha subito dei rinnovamenti, ed è da lì che l'Evangelo si è sparso per tutto il mondo.
La chiesa primitiva, come pure l'Impero Romano, era suddivisa in due tronconi: quello orientale, dove si parlava il greco; e quello occidentale, dove si parlava il latino. Al di là delle differenze linguistiche vi erano ovviamente le differenze culturali fra il mondo greco e quello romano. Il cristianesimo più antico sviluppatesi fra i Gentili era greco, e il Nuovo Testamento, d'altra parte, era scritto in greco. Perfino in Occidente, nelle prime chiese si parlava il greco (nella chiesa di Roma l'uso prevalente del greco si protrasse fino al III secolo). È nell'Africa settentrionale che troviamo le prime tracce del cristianesimo latino, e l'africano Tertulliano (fine II secolo) fu il primo importante scrittore cristiano latino. Nel corso dei primi secoli le chiese di lingua greca e quelle di lingua latina coesistettero tranquillamente, nonostante alcuni occasionali motivi di tensione. Più avanti, dopo il crollo dell'Impero Romano d'Occidente avvenuto nel v secolo, le due chiese si separarono gradualmente, dando vita nel tempo rispettivamente alla Chiesa ortodossa orientale e alla Chiesa cattolica romana.