Sionismo/Il moderno stato di Israele non ha alcuna rilevanza religiosa

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Il moderno stato di Israele non ha alcuna rilevanza religiosa

Il moderno stato di Israele non ha alcuna rilevanza religiosa

I cristiani che sostengono che il moderno Stato di Israele non abbia rilevanza religiosa per loro fondano la loro posizione su diverse considerazioni teologiche, storiche e interpretative della Scrittura. Le principali argomentazioni che offrono si possono riassumere come segue:

  1. Distinzione tra Israele politico e Israele spirituale: Questi cristiani, spesso legati a tradizioni teologiche come il supersessionismo o teologia della sostituzione, vedono una distinzione tra l'antico Israele biblico (Israele spirituale) e il moderno Stato di Israele (una nazione politica). Secondo loro, le promesse fatte da Dio all'antico Israele nell'Antico Testamento trovano il loro compimento nella Chiesa, che è considerata il nuovo Israele spirituale. In questa visione, l'alleanza di Dio con Israele si compie attraverso la venuta di Cristo, che apre la via alla salvezza per tutti i credenti, e non più solo per i discendenti fisici di Abramo.
  2. Interpretazione delle promesse dell'Antico Testamento: Alcuni cristiani sostengono che le promesse fatte a Israele, come quella di ricevere la Terra Promessa, erano condizionali e specifiche per il contesto storico dell'Antico Testamento. Con la venuta di Cristo e l'istituzione del Nuovo Patto, queste promesse, secondo loro, si adempiono spiritualmente piuttosto che letteralmente. La "terra" promessa ora è interpretata come il Regno di Dio, che si realizza nella nuova creazione e non in un regno politico-territoriale.
  3. La centralità di Cristo: Per molti cristiani, il centro della rivelazione divina non è più legato alla geografia o a un particolare popolo, ma alla persona di Gesù Cristo. Pertanto, il moderno Stato di Israele non ha una particolare rilevanza escatologica, perché il piano di salvezza si è già compiuto attraverso la vita, morte e risurrezione di Cristo, che ha riconciliato tutti i popoli, non solo Israele, con Dio.
  4. Critica del Sionismo cristiano: Alcuni cristiani che non vedono un'importanza religiosa nello Stato di Israele odierno si oppongono anche al cosiddetto "sionismo cristiano", una corrente che interpreta il ritorno degli ebrei nella Terra Santa come l'adempimento delle profezie bibliche. Coloro che si oppongono a questa visione sostengono che essa mescoli indebitamente la teologia con la geopolitica e che interpreta in modo troppo letterale le Scritture profetiche, trascurando il messaggio universale del Vangelo.
  5. Implicazioni etiche e politiche: Infine, alcuni cristiani mettono in dubbio il legame religioso con Israele sulla base di considerazioni etiche e politiche. Essi sostengono che attribuire una rilevanza religiosa allo Stato di Israele moderno potrebbe giustificare atteggiamenti ingiusti nei confronti dei palestinesi e perpetuare un conflitto politico complesso e spesso violento. Ritengono che il messaggio cristiano di pace e giustizia non debba essere piegato a giustificare politiche o rivendicazioni territoriali.

In sintesi, la posizione di questi cristiani si radica nell'idea che il moderno Stato di Israele sia una realtà politica, priva di un particolare significato religioso nel contesto del Nuovo Patto in Cristo, e che le promesse fatte nell'Antico Testamento siano state adempiute spiritualmente nella Chiesa.