Sionismo/Dio benedice cooloro che benedicono Israele e maledice chi maledice Israele

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Dio benedirebbe coloro che benedicono Israele e maledirebbe coloro che maledicono Israele?

La credenza popolare secondo cui Dio benedice o maledice persone, organizzazioni e nazioni in base al modo in cui trattano Israele è un fraintendimento di Genesi 12:3. La promessa fatta ad Abramo era incondizionata ed eterna. Tuttavia, il Nuovo Testamento applica la promessa a Cristo e insegna che le benedizioni di Dio vengono ricevute da coloro che Lo riconoscono come Signore e Salvatore. La Bibbia non supporta alcun privilegio razziale o status elevato per i discendenti fisici di Abramo nel regno di Dio. Le benedizioni di Dio giungono a tutti attraverso la grazia e la fede in Cristo, non attraverso le opere o l'etnia.

L’ipotesi popolare secondo cui Dio benedirebbe o maledirebbe persone, organizzazioni e nazioni sulla base di come trattano il popolo ebraico e lo Stato di Israele si basa su un malinteso di Genesi 12:3.

“Io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione: benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12:2-3).

La cosiddetta “Ambasciata Cristiana Internazionale a Gerusalemme” insiste sul fatto che la promessa fatta ad Abramo sarebbe incondizionata ed eterna, “un passaggio fondamentale per i cristiani che amano e sostengono Israele oggi”. Malcolm Hedding, ex direttore esecutivo dell'ICEJ, elabora questo dicendo: “Dio ha promesso di benedire coloro che difendono l'esistenza di Israele, riconoscendo il ruolo unico che sta svolgendo per il bene del mondo. Ciò non significa “cieco sostegno a Israele”, ma significa opporsi a coloro che cercano la sua liquidazione e negano la sua pretesa sulla Terra Promessa. Lo scopo di servitore di Israele a favore del mondo non terminò con la venuta di Gesù nel primo secolo. Essa mediarà ancora, nella sua pienezza, il grande patto finale della storia della redenzione con il mondo; il Patto Davidico” (Ezechiele 37:24-28; Apocalisse 22:12-17)”.

Ma cosa insegna realmente Genesi 12?

Innanzitutto notiamo che la promessa fu fatta prima ad Abraamo e poi ampliata per includere i suoi discendenti. “Io certo ti benedirò e moltiplicherò la tua progenie come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; e la tua progenie dominerà la porta dei suoi nemici. E tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua progenie, perché tu hai ubbidito alla mia voce” (Genesi 22:17-18)

In secondo luogo, osserviamo come non vi sia nulla nel testo che indichi che Dio intendeva che la promessa si applicasse ai discendenti fisici di Abramo incondizionatamente o per sempre.

In terzo luogo, e cosa più importante, notate come il Nuovo Testamento applica la promessa ad Abramo. L'apostolo Paolo, nella sua lettera ai Galati, sembra anticipare e confutare l'interpretazione sionista. Ci viene detto esplicitamente che le promesse fatte ad Abramo e ai suoi discendenti furono adempiute in Gesù Cristo e non in Israele, e che la benedizione di Dio è conferita a coloro che Lo riconoscono come loro Signore e Salvatore.

“Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua discendenza. Non dice: “E alle progenie”, come se si trattasse di molte, ma, come parlando di una sola, dice: “E alla tua progenie”, che è Cristo. (...) Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina, poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù. E, se siete di Cristo, siete dunque discendenza d'Abraamo, eredi secondo la promessa” (Galati 3:16, 28-29)

Nella visione che Dio diede all'apostolo Giovanni, vediamo le promesse fatte ad Abramo realizzarsi infine nella e attraverso la Chiesa di tutte le nazioni. “Dopo queste cose vidi una grande folla, che nessun uomo poteva contare, di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue, che stava in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, vestiti di vesti bianche e con delle palme in mano” (Apocalisse 7:9)

Questo è il motivo per cui è sbagliato mantenere le distinzioni razziali all’interno del Corpo di Cristo, o affermare che il popolo ebraico abbia una relazione separata con Dio basata sulla sua ascendenza o sulla legge mosaica. Le promesse fatte ai Patriarchi si stanno ora realizzando nella e attraverso il Signore e Salvatore Gesù Cristo e con Lui a coloro che Gli appartengono. Non dobbiamo quindi erigere ancora una volta quel muro di separazione che Gesù ha abbattuto con la sua morte al posto nostro (Efesini 2:14).

La Bibbia quindi non sostiene alcun privilegio razziale che conferisca ai discendenti fisici di Abraamo uno status preferenziale o elevato nel regno di Dio. Le benedizioni di Dio giungono a tutti per grazia attraverso la fede in Cristo, non per opere, o etnia (Efesini 2:8-9).