Preghiera/Pregare nel segreto
Perseverando
di Frans Bakker
Ed ecco una donna cananea di quei luoghi venne fuori e si mise a gridare: «Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia è gravemente tormentata da un demonio». Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: «Mandala via, perché ci grida dietro». Ma egli rispose: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele». Ella però venne e gli si prostrò davanti, dicendo: «Signore, aiutami!». Gesù rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini». Ma ella disse: «Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle brìciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le disse: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita” (Mt. 15:22-28).
Talvolta chiediamo al Signore di aiutarci ma non riceviamo immediata risposta. La preghiera sembra rimbalzare indietro sulla terra: non c’è risposta, eppure il bisogno è così grande!
La donna Cananea del racconto evangelico aveva fatto esperienza proprio di questo. Il suo bisogno era veramente grande, perché sua figlia era gravemente tormentata da un demonio. Chi potrebbe immaginare che cosa significhi essere madre di una bambina siffatta, assistere impotente mentre il corpo della tua bambina viene sbattuto qui e là da potenze infernali? La donna aveva udito che Gesù era venuto nella regione di Tiro e di Sidone dove lei viveva, così andò da Lui con il suo grande bisogno. Quando trovò Gesù Lo implorò dicendo: “Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide”.
Certamente aveva già provato molte altre cose per ottenere la guarigione di sua figlia. Questo guaritore era la sua ultima speranza. Effonde così su di Lui tutto il suo cuore – non ha forse detto il Signore: “Confida in lui in ogni tempo, o popolo; apri il tuo cuore in sua presenza; Dio è il nostro rifugio” (Salmo 62:8)? Che delusione, però: Cristo non risponde alla sua preghiera!
Ecco una donna che prega e Gesù che se ne sta in silenzio. Tutta la speranza di lei era fissata su di Lui, ma Colui che di fatto poteva sovvenire al suo bisogno, non sembra volerlo fare. Egli aveva chiesto ad un uomo che era malato da trentotto anni: “Vuoi guarire?” (Gv. 5:6) e quello non gli aveva nemmeno chiesto di poter guarire. Ora, però, Gesù agiva come se non avesse udito o persino visto quella donna.
La situazione di questa donna non è un caso isolato. Anche il Salmista gridava: “Tu non rispondi!”. Se la nostra preghiera consistesse solo in faccende temporali, sarebbe per lui possibile sottomettersi alla saggezza di Dio. Potrebbe però essere che il Signore non risponda immediatamente quando si tratta di preghiere che riguardano questioni eterne?
Forse anche tu hai avuto la stessa esperienza. Preghi, ma non vedi la luce. Cerchi, ma non trovi. Bussi, ma la porta non si apre. Più il silenzio di Dio dura, maggiore diventa il tuo bisogno. Neanche una parola viene dal cielo, ed allora tu gridi come Giobbe: “Oh se Dio mi rispondesse!”.
I discepoli, ansiosi di mandare via la donna, erano dalla sua parte, e volevano che Cristo la aiutasse, ma a che serve se l’uomo è dalla tua parte e Dio è contro di te? Cristo qui va contro la richiesta dei Suoi discepoli: «Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele».
Che avrebbe potuto fare ora la donna canaanita? Noi avremmo pensato che lei se ne fosse tornata a casa delusa. Certo aveva udito Cristo che diceva di essere stato mandato solo per le pecore perdute di Israele, e lei era una pagana. Lei però non ritorna a casa! Il vero bisogno non può essere represso, perché non c’è altro luogo in cui andare.
Alcuni affermano di aver pregato abbastanza e di aver cessato di farlo. Questo prova che il peso che grava sulla loro anima non era abbastanza pesante. Coloro che davvero sono nel bisogno non si fermano, piuttosto muoiono ai piedi di Cristo, ma non si fermano.
Così era per questa donna. Leggiamo: “Ella però venne e gli si prostrò davanti”. Va da Cristo e si prostra ai Suoi piedi, così Egli non può procedere nel Suo cammino. Aveva già detto abbastanza, ora poteva solo dire: “Signore, aiutami!”.
Forse tu comprendi questa donna. Forse, come lei, anche tu hai comunicato a Dio tutta la tua miseria e disperazione. Molte sono le parole che vengono deposte di fronte al trono della grazia – molte parole, e non una sola risposta. Alla fine rimani senza parole, e gridi soltanto: “Signore, aiutami!”. Solo un grido, un lamento, un sospiro.
Ci saremmo aspettati che Colui che era più grande di Giuseppe non avesse potuto controllarsi e le avesse rivelato la Sua identità. Avrebbe mai potuto Colui che aveva pianto alla tomba di Lazzaro, e che si era commosso grandemente al bisogno della folla, ignorare del tutto questa donna?
La situazione, poi, era molto peggiorata quando Gesù le dice: “Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”, in altre parole: la Sua virtù guaritrice era per altri, non per lei.
La cameretta di preghiera può diventare così oscura! Non c’è nulla di peggio di un Dio che tace. E che avverrebbe se il Signore cominciasse a parlare di giustizia, invece che di grazia? E se la risposta fosse stata: “Per te questo io non lo posso fare”: Allora impareremmo che di per noi stessi noi non abbiamo alcun diritto: solo Dio può avere diritti.
Che cosa fa allora La donna cananita? La coglie l’amarezza? Forse che dice: “Io non sono peggio di altri?”, o forse anche: “…e che ci posso fare io se sono nata pagana?”. Forse che si offende perché viene paragonata ad una cagna? Non accade nulla di tutto questo! Concorda pienamente con Gesù. Ammette di non avere diritto da vantare. Ascoltate la sua risposta: “Dici bene, Signore”. Quando era stata chiamata un cagnolino, e non un figlio, lei è d’accordo, e dice che è vero. “Dici bene, Signore”: ecco l’atteggiamento giusto da avere nella preghiera. Ecco dove il Signore vuole il Suo popolo. Essi parleranno bene di Dio, anche se pare che sia una causa persa accostarsi a Lui. Potranno anche avere molta audacia e perseveranza nelle loro preghiere, ma essi non osano fare imposizioni alla giustizia di Dio. Quando si menziona la loro indegnità essi ammettono: “Dici bene, Signore”.
La Scrittura dice: “chiedete con perseveranza, e vi sarà dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà aperto” (Luca 11:9). Nessuno ha mai trovato che questo non sia vero, ma fra la preghiera e la sua risposta giace la sovranità di Dio. La lezione che un cielo che tace insegna, è che Dio non ha alcun obbligo verso il peccatore. La grazia insegna al peccatore ad implorare la grazia.
Che cosa fa poi la donna cananea? Non desiste, persiste! Persiste a fare cosa? Ad implorare a che anche solo una briciola cada dalla tavola del Signore: "…eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. In altre parole lei dice: “Signore, che il pane venga pure dato ai figli di Israele. Se posso però averne solo le briciole, io ne sarò soddisfatta”. Una briciola da Dio, un raggio della Sua luce, un segno del Suo favore, sarebbe sufficiente. Il minimo favore del cielo è sufficiente per gente che prega come questa donna.
Che cosa aveva fatto questa donna? Si era aggrappata a Cristo sulla base delle Sue stesse parole. Lo coglie in ciò che Egli stesso dice. Gesù le aveva parlato di cagnolini a cui venivano lasciati gli avanzi, e questo le aveva aperto uno spiraglio di speranza a perseveranza di questa donna serve di lezione a chi prega nel segreto, una lezione ed un incoraggiamento per coloro che nel bisogno supplicano il Signore di sovvenire loro.
Di ancora maggiore importanza, però, è la domanda: “Che cosa ha fato Gesù?”. Il Salvatore permette di essere come in fallo dalle Sue stese parole. Con la Sua mano sinistra Egli la scaccia, ma con la Sua mano destra Egli la trattiene. Il Signore ancora opera in questo modo. Egli fa si che noi vediamo l’impossibilità da parte nostra, e fa spazio per le possibilità che stanno dalla parte di Dio.
Cristo le dice: “Dona,la tua fede è grande”. Egli poteva dire questo perché la donna aveva pensieri elevati su Dio e pensieri umili di sé stessa. Si aspettava molto da poco e, nelle sue condizioni di estrema necessità, si era attaccata a Cristo con tutto sé stessa.
Da quel momento sua figlia era stata guarita. La donna non poteva ancora vederlo direttamente, ma la sua fede non poteva nutrire dubbi. Là dove il Signore parla vi è certezza, e nessuno, qualunque sia il suo stato di certezza, non ha mai chiesto a Dio, quando Egli parla: “E’ proprio vero quello che dici?”.
Questo racconto è stato fato per quei lottatori scoraggiati che si chiedono se mai le benedizioni di Dio posano mai essere le loro, la cui paura aumenta in diretta proporzione al silenzio di Dio. Senti tu il tuo bisogno davanti a Dio? Se ti fosse detto: “Ti sia fato come vuoi”, che accadrebbe? Forse nulla, perché non hai mai deposto le tue necessità davanti al Signore. Che beato incoraggiamento, però, si trova qui per persone che sono consapevoli di essere indegni peccatori! E’ molto più facile credere per altri che non per noi stessi. Per diritto tu devi startene fuori, ciononostante coraggio e persevera, non importa quanto disperata posa sembrare la tua preghiera. Impara dalla dona cananea ad affidarti alla Parola di Dio.
Dio non ti può rispondere per la tua presunta dignità e preghiere. Egli può farlo, però, sulla base di ciò che Egli ha detto nella Sua Parola – per amore del Suo stesso nome – a causa di Cristo. Questo è il terreno di un’autentica preghiera. Questa è la base di ogni preghiera che si attenda di essere esaudita e non alcunché si trovi in te stesso. Quando dalla tua prospettiva sembra una causa perduta, per te c’è una speranza, una buona causa, dalla prospettiva di Dio. Allora la tua preghiera sarà: “Signore,non è forse possibile per amore del Tuo nome? Che miracolo di grazia che questo Dio si lasci trovare e si lasci cogliere dalle Sue stese parole! Questo dio non è come l’uomo che possa dimenticare o ritirare la sua parola. L’esperienza di un cielo che tace può essere di grande beneficio per il figlio di Dio. Si impara molto più speso al buio che nella luce. Se le preghiere fossero tutte esaudite immediatamente, noi penseremmo che è così perché noi preghiamo così bene! Allora cercheremmo delle basi nelle nostre stesse preghiere e vedremo meriti in noi stessi. E’ necessario, però, che il Signore ci mostri la Sua sovranità, e questo con tutto il pregare e chiedere e bussare noi non siamo nulla e non abbiamo nulla, a meno che noi non si diventi l’oggetto del beneplacito di Dio in Cristo. E’ in questo senso che Dio parla nel silenzio. Egli parla della sua giustizia, perché i peccatori devono ala fin fine cadere ai piedi di Cristo.
Se c’era uno in particolare che più di altri aveva fatto l’esperienza del silenzio di Dio, era il Cristo sulla croce. Egli gridava ad un cielo che era rimasto in silenzio che Dio lo aveva abbandonato. La sua perseveranza non gli dava alcun sollievo. Si aggrappò allora a Dio, ma Dio lo lasciò andare. Egli non fu respinto, come nel caso della donna cananea, da una mano di dio ed attratto dall’altra. No, Egli fu respinto da entrambe le mani di Dio, perché Lui doveva pagare per tutti i peccati del Suo popolo.
In tutto questo anch’Egli doveva dire: “Dici bene, signore!”, e lo disse perché Egli non voleva sottrarre nulla dalla santa giustizia di Dio. Per Lui non c’erano briciole che cadevano dalla mensa del Signore. Egli divenne meno che un cane, cosicché ci sarebbe stato abbastanza cibo per i pagani. Questa è la divina lezione che il cielo ci insegna quando eso tace. Non c’è alcuna dignità in coloro che pregano, nemmeno nelle loro preghiere perseveranti. Anche se ogni istante della tua vita tu pregassi - senza Cristo – Dio dovrebbe stare in silenzio per sempre. E’ solo per l’amore attraente di Cristo che un peccatore non può stare lontano dal trono di Dio. Quindi, guardandoci alle spalle, il salvato dice: “Signore non sono stato io ad afferrare me,ma sei stati Tu ad afferrare me”.
Per questo può anche cantare: “Con gioia l’umile vedrà la mia anima ristabilita. Il vostro cuore vivrà, voi santi che cercate il Signore; Egli sovviene al bisognoso e si prende cura del suo grido; coloro che sono afliti il Signore non disprezzerà”.
(Frans Bakker, Praying Always, Edimburgh: The Banner of Truth Trust, 1981, 1984, p. 19ss.).