Preghiera/Come possiamo sapere se amiamo Dio veramente

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Come possiamo sapere se amiamo Dio veramente

del dott. Thomas Watson (1620—1686)

Chi ama Dio desidera la Sua presenza. Gli amanti non possono rimanere a lungo separati; presto essi hanno le loro fitte, per il desiderio di vedere l’oggetto del loro amore. Un’anima profondamente amante di Dio desidera godere di Lui nelle Sue ordinanze, nella parola, nella preghiera, e nei sacramenti. Davide era pronto a venir meno e morire quando non avvertiva la presenza di Dio. “La mia anima si strugge per Dio” (Sal. 84:2). Coloro che non hanno cura per le ordinanze, ma dicono, “Quando sarà finito il Giorno del Riposo?” rivelano chiaramente la loro mancanza d’amore per Dio.

Chi ama Dio non ama il peccato. “Voi che amate il Signore, odiate il male! (Sal. 97:10) L’amore per Dio e l’amore per il peccato non possono combinarsi insieme più del ferro e dell’argilla. Ogni peccato amato, è un colpo all’essenza di Dio; ma chi ama Dio, ha l’odio per il peccato. Chi vuole separare due amanti è una persona odiosa. Dio e l’anima credente sono sue amanti; il peccato s’interpone fra loro, e quindi l’anima gli è implacabilmente ostile. Provate il vostro amore per Dio in questo modo. Come poteva Dalila dire di amare Sansone, quando intratteneva una corrispondenza con i Filistei, che erano i suoi nemici mortali?

Chi ama Dio non ama molto le altre cose. Il suo amore è molto tiepido per le cose terrene. Il suo amore per Dio si muove rapidamente, come il sole nel firmamento; per il mondo esso si muove lentamente, come il sole sulla meridiana. L’amore per il mondo consuma il cuore della religione; mastica i buoni sentimenti, come la terra estingue il fuoco. Il mondo era una cosa morta per Paolo. “Il mondo è crocifisso a me, ed io al mondo.” (Gal. 6:14). In Paolo noi possiamo vedere sia l’immagine che il modello di un uomo mortificato. Chi ama Dio, usa il mondo ma sceglie Dio. Il mondo lo impegna, ma Dio lo delizia e lo soddisfa. Egli dice come Davide, “Dio il mio giubilo,” la felicità o crema della mia gioia (Sal. 43:4).

Chi ama Dio non può vivere senza di lui. Non possiamo rimanere senza le cose che amiamo. Un uomo può fare a meno della musica o dei fiori, ma non del cibo; così un’anima profondamente amante di Dio si considera incompleta senza di Lui. “Non nasconder da me la tua faccia, Sì che io sia reso simile a quelli che scendono nella fossa” (Sal. 143:7). Ho la luce delle stelle, voglio il Sole della Giustizia; mi compiaccio della dolce presenza del mio Dio. È Dio il nostro primo bene, e non possiamo vivere senza di Lui? Ahimè! Come dimostrano di non avere amore per Dio quelli che possono ben fare a meno di Lui! Lasciate che abbiano il frumento e l’olio, e non li sentirete mai lamentarsi della mancanza di Dio.

Chi ama Dio attraverserà ogni tormento pur di raggiungerlo. Quali difficoltà sostiene il mercante, quali rischi corre, per avere un ricco guadagno dalle merci! Giacobbe amava Rachele, e poteva sopportare la calura del giorno, ed il gelo della notte, perché potesse godere di lei. Un’anima che ama Dio sopporterà qualunque difficoltà per poter fruire di Lui. “La mia anima è attaccata dietro a te” (Sal. 63:8). L’amore è il pondus animae (Agostino). È il contrappeso cha fa funzionare l’orologio. Si trova molto nella preghiera, nell’afflizione, nel digiuno; si affanna come in agonia per poter ottenere Colui che la sua anima ama. Plutarco riporta che i Galli, l’antico popolo della Francia, dopo aver assaggiato il dolce vino dell’Italia, non si riposarono mai finché non arrivarono in quel paese.

Chi ama Dio, non si riposa mai finché non ha una parte in Lui. “Io cercherò colui che l'anima mia ama” (Can. 3:2). Come possono dire di amare Dio, quelli che non si industriano nell’uso dei mezzi per ottenere Lui? “Il pigro nasconde la mano nel seno” (Pro. 19:24). Non è in agonia, ma in letargo. Se Cristo e la salvezza lasciassero cadere un fico maturo nella sua bocca, lui sarebbe contento di accoglierli; ma è riluttante a mettere se stesso in troppi guai. Ama il suo amico, chi non intraprenderà un viaggio per vederlo?

Chi ama Dio lo preferisce al suo patrimonio e alla sua vita. (1) Al suo patrimonio–”Per il quale ho sofferto la perdita di tutte le cose” (Fil. 3:8). Chi ama un ricco gioiello, non si separerebbe da un fiore per esso? Galeazzo, marchese di Vico, si separò dal suo grande patrimonio per godere di Dio nelle Sue pure ordinanze. Quando un Gesuita lo persuase a ritornare alla sua religione papista in Italia, promettendogli una grande somma di denaro, egli disse: “Lascia che il denaro perisca con quelli che stimano tutto l’oro del mondo valga quanto un giorno di comunione con Gesù Cristo ed il Suo Spirito Santo.” (2) Alla sua vita–”Non hanno amata la vita loro fino alla morte” (Apo. 12:11). L’amore per Dio conduce l’anima al di sopra dell’amore per la vita e della paura della morte.

Chi ama Dio ama i suoi favoriti, il popolo di Dio (I Gv. 5:1). Amare un uomo per la sua grazia, ed amarlo quanto più vediamo Dio in lui, è un infallibile segno dell’amore per Dio. I malvagi fingono di amare Dio, ma odiano e perseguitano la sua immagine. Ama il principe chi ne danneggia la statua o strappa la sua effigie? Sembrano mostrare una grande riverenza per i santi dipartiti; hanno grande riverenza per San Paolo, e Santo Stefano, e San Luca; canonizzano i santi defunti, ma perseguitano quelli vivi; ed essi amano Dio? Si può immaginare che ami Dio chi odia i Suoi figli perché essi sono come Dio? Se Cristo fosse di nuovo sulla terra, non scamperebbe ad una seconda persecuzione.

Se amiamo Dio non possiamo che avere il timore di disonorarlo, tanto quanto più un figlio ama il padre e più egli teme di dispiacergli, e ci addoloriamo e ci rammarichiamo quando l’abbiamo offeso. “Pietro uscì e pianse amaramente” (Mat. 26:75). Pietro poteva ben pensare che Cristo lo amasse quando lo condusse con sé sul monte dove Egli si trasfigurò, e gli mostrò in visione la gloria del cielo. Che Pietro dovesse rinnegare Cristo dopo aver ricevuto tali segni del Suo amore, questo gli spezzò il cuore dal dolore. “Egli pianse amaramente.” I nostri occhi sono pieni di lacrime per il peccato contro Dio? È una benedetta dimostrazione del nostro amore per Dio; e questi troveranno misericordia. “Egli mostra la misericordia a migliaia a coloro che Lo amano.”

Utilità. Siamo dunque amanti di Dio. Amiamo il nostro cibo e non ameremo Colui che ce lo dà? Tutta la gioia celeste in cui speriamo è in Dio; e Colui che allora sarà la nostra gioia, non sarà il nostro amore adesso? È un detto di Agostino, Annon pana satis magna est non amare te? Non è una punizione sufficiente, Signore, non amarti? E ancora, Animam meam in odia haberem. Io odierei la mia stessa anima se scoprissi che non ama Dio.

Pubblicato nell’opera A Body of Divinity nel 1692.