Predicazioni/Voi che avete lo Spirito
Voi che avete lo Spirito...
La differenza fra le ruote ferrate e le ruote rivestite di gomma degli pneumatici è evidente. I secondi sono elastici, leggeri e più efficienti. Sembra la differenza fra "la legnosità, la pesantezza e la lentezza" dogmatica della religione legalista e il dinamismo di quella pneumatica, quella, cioè, ripiena dello Spirito di Cristo. E' l'apostolo Paolo che, nella lettera ai Galati, letteralmente chiama "pneumatici" i veri cristiani, tradotto in "voi che siete spirituali" o "che avete lo Spirito". La superiorità degli "pneumatici" è evidente, e comporta responsabilità ma anche rischi. Vediamo.
Consideriamo oggi Galati 6:1-2 - "Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo".
Era il 10 giugno 1846 e lo scozzese Robert William Thomson brevetta un’invenzione che avrebbe cambiato la storia del mondo dei trasporti, quella dello pneumatico. L’idea, depositata a Londra si chiamava “Applicazione di supporti elastici intorno alle ruote di veicoli, allo scopo di diminuire lo sforzo necessario a trainarli, rendere il loro movimento più facile e attutire il rumore che fanno quando si muovono”. Era un'intuizione talmente rivoluzionaria che non fu minimamente considerata... Alcuni piantatori brasiliani, avevano intuito le proprietà e le capacità malleabili dell'albero della gomma e avevano spedito in vari continenti alcuni campioni di lattice lavorato a caldo. Gli oggetti che si potevano ottenere erano molteplici ma il materiale non era abbastanza solido e elastico per delle ruote. A rimediare è Charles Goodyear che, nel 1839, riesce, aggiungendo lo zolfo alla gomma ad ottenere un prodotto resistente ai cambi climatici che utilizza per rivestire i cerchi delle carrozze. Goodyear muore molto povero e il suo brevetto viene replicato senza che potesse far nulla e Thomson, possessore dell’unica carrozza con pneumatici, muore a 51 anni trascinando con se l’invenzione della “ruota aerea” che per molti anni viene scordata. L’uomo che inventa lo pneumatico moderno è John Boyd Dunlop (Scozia, 1840). Questi stava cercando di accontentare suo figlio che si lamentava di avere un triciclo lentissimo. Dunlop pensa così di riempire d’aria le gomme per alleggerirne il peso. L’esperimento funziona e Dunlop decide di depositare il brevetto (nel 1888). Il successo non tarda ad arrivare, un ciclista, William Hume decide di utilizzare questo prototipo e vince tutte le gare a cui partecipa. A Dublino nasce così la "Pneumatic Tyre and Booth’s Cycle Agency Limited". La disputa sui diritti di autore ne rendono difficile la diffusione. Nel panorama dei pneumatici appaiono inoltre i fratelli Michelin che hanno l’intuizione di inserire le gomme su un’automobile. Insomma finalmente lo pneumatico riesce a cambiare il mondo e la concezione del viaggio.
Questa mi sembra una buona illustrazione di ciò che dice l'apostolo Paolo quando parla dei veri cristiani come "pneumatici", pieni, cioè, dello Spirito di Cristo.
Fino a questo punto l'Apostolo ha condotto i cristiani della Galazia a comprendere lo sfondo storico e teologico della crisi in cui si trovano e ha esposto loro principi generali sulla "vita nello Spirito". Ora egli specifica quali siano le specifiche responsabilità che hanno coloro che sono condotti dallo Spirito di Cristo "Voi che avete lo Spirito", o "che siete spirituali" (1) [in greco οἱ πνευματικοὶ (oi pneumatikoi)] non è una speciale categoria di "super-credenti", ma cristiani autentici che vivono lo Spirito di Cristo, che vivono sotto il suo controllo, che me sono ripieni.
Essi hanno la responsabilità di risanare e ricostruire i rapporti pregiudicati all'interno della loro comunità, riportandovi l'unità. L'intensa opera di proselitismo portata avanti dai legalisti affinché i cristiani della Galazia si sottoponessero alle regole della legge mosaica, infatti, non aveva fatto altro che creare dispute e divisioni (5:15; 5:26). Le responsabilità dei credenti l'uno verso l'altro sono qui strettamente legate a quelle che essi hanno verso sé stessi.
La via del ricupero. "Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa" . Ci si può ben attendere che in una comunità cristiana si facciano errori e si commettano peccati che causano problemi di vario tipo e arrecano danno sia ai singoli che alla vita comunitaria. Questo non deve sorprenderci: fa parte della nostra natura anche se siamo credenti. La cosa, però, non deve necessariamente essere considerata irreparabile: tutto sta in come vi si risponde. Il legalista dirà che chi sbaglia debba essere severamente condannato. Formalmente è giusto (le azioni disciplinari sono legittime), ma c'è una via migliore e più costruttiva. Chi è condotto dallo Spirito, coglie questa come un'opportunità per manifestare il frutto dello Spirito di Cristo al fine di risanare, ricuperare e riconciliare il peccatore. Senza per questo giustificare il peccato, la via di Cristo è quella della compassione per chi ha sbagliato e l'aiuto a "riparare i danni". Il peccato, inoltre, "causa dipendenza" e chi sbaglia deve essere sostenuto affinché questo non accada. Il motto del cristiano deve così sempre essere ricupero, ristabilimento, riparazione, riconciliazione, rialzare chi è caduto, e non, quando è a terra, ...mettere il piede sulla sua schiena affinché vi rimanga! E' soprattutto quanto mai necessario farlo, poi, "con spirito di dolcezza" o "mansuetudine" (uno dei frutti dello Spirito), umilmente, non come chi si crede superiore, ma consapevoli di essere passibili di sbagliare e cadere. Per questo Paolo passa al plurale al singolare: "vigila bene su te stesso", perché potresti cadere in tentazione prima di quanto tu creda. La consapevolezza della nostra vulnerabilità non solo ci fa stare in guardia ma anche ci fa essere compassionevoli e umili. Dipendiamo tutti dalla grazia di Dio.
La via della condivisione. Nella comunità cristiana abbiamo la responsabilità di condividere non solo i compiti ma anche di portare i fardelli (fisici, emotivi, mentali, morali e spirituali) l'uno dell'altro in spirito di volenteroso ed amorevole servizio reciproco. Molti di questi fardelli sono nascosti: per questo il cristiano è particolarmente sensibile ed attento agli altri. Può anche essere il fardello delle conseguenze del peccato. Il cristiano, così, non dirà mai, "è affar suo, ben gli sta!" ma, senza per questo condonare il peccato, sa stare accanto a chi ha sbagliato, confortarlo ed aiutarlo. Indubbiamente questo "adempie alla legge di Cristo" perché è esattamente lo spirito che Cristo aveva avuto nella Sua vita terrena, soprattutto quando sulla croce si fa carico Egli stesso dei peccati dei Suoi. Essere uniti a Cristo significa calcarne le orme. "Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi" (Giovanni 13:15).
Certo che essere "pneumatici" comporta anche dei rischi, come "le forature" od essere ripieni di "gas" inadatto che, invece di tenerci a terra, come dovremmo, ci fa "volare come palloni" (pieni di sé stessi e di spiritualità alienante). Gli "spirituali" corrono il rischio del fanatismo, e su quello debbono molto vigilare, ma si tratta di un'altra questione.
Preghiera. Signore Iddio, ispirami sempre meglio, Te ne prego, lo Spirito di Cristo, affinché io, con umiltà, sappia aiutare chi sbaglia a tornare sulla retta via. Rendimi sempre meglio disponibile ad aiutare gli altri a portare i loro pesi. Dammi però anche la disponibilità ad essere corretto io stesso ed aiutato, piegando il mio orgoglio. Amen.