Predicazioni/Salmi/Preghiera in un mondo corrotto

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Preghiera in un mondo corrotto

Di fronte all’incipiente degrado morale e spirituale del mondo in cui viviamo, dal popolo di Dio si eleva un’angosciata preghiera, un’angosciata richiesta di aiuto che a Lui rivolgiamo. I termini di questa preghiera sembrano sorprendentemente coincidere con quella del Salmo 12 nella Bibbia. Sono i “sospiri ineffabili” che lo Spirito di Dio ci mette in cuore ed attraverso i quali Egli ci risponde ed ammaestra. Vediamo oggi come.

L’impero della menzogna ?

Un grido si leva sempre più forte per la lamentevole situazione in cui cui troviamo come “paesi occidentali” che si allontanano sempre di più da quella che un tempo venivano considerati i valori fondanti della civiltà giudeo-cristiana. Ben lungi dall’essere una società libera e democratica, anche se se ne vanta come ne rimanesse la portatrice, il mondo denominato come occidentale sta degradando sempre di più in quello che è stato definito come “l’impero della menzogna”, vale a dire un mondo dominato da una cultura della menzogna e della disinformazione che cerca di manipolare l'opinione pubblica e di giustificare i suoi disastrosi interventi politici e militari. Di fatto accusa altri di fare ciò che esso stesso fa ampiamente. Lo fa almeno in tre modi: (1) con la propaganda. L'Occidente utilizza i media e le piattaforme sociali per diffondere notizie false e distorte, al fine di influenzare l'opinione pubblica e giustificare le proprie azioni politiche e militari. (2) Manipolazione dell'informazione: l'Occidente cerca sempre di più di controllare l'informazione e di limitare la libertà di espressione, al fine di impedire la diffusione di notizie scomode e di promuovere la propria narrativa e una versione unilaterale dei fatti. (3) Doppi standard: l'Occidente applica spesso doppi standard quando si tratta di valutare le azioni di altri Paesi rispetto alle proprie. Questo fenomeno può essere visto come una forma di manipolazione dell'informazione, poiché l'Occidente cerca di giustificare la propria egemonia politica e militare causando scontri con altri Paesi.

Questo grido di denuncia si trasforma in angoscioso appello rivolto a Dio in preghiera i cui termini ricalcano praticamente pari pari la situazione espressa dalla Bibbia nel Salmo 12, attribuito all’antico Re Davide e fatto proprio dal popolo di Dio in diversi momenti della sua storia. Ascoltiamolo.

"Salva, o Eterno, poiché l'uomo pio viene meno, e i fedeli vengono a mancare tra i figli degli uomini. Ciascuno mente parlando con il prossimo; parlano con labbro lusinghiero e con cuore doppio. L'Eterno recida tutte le labbra lusinghiere, la lingua che parla con arroganza, quelli che dicono: “Con le nostre lingue prevarremo; le nostre labbra sono per noi; chi sarà signore su di noi?”. “Per l'oppressione dei miseri, per il grido d'angoscia dei bisognosi, ora mi ergerò”, dice l'Eterno; “darò loro la salvezza alla quale anelano”. Le parole dell'Eterno sono parole pure, sono argento affinato in un crogiolo di terra, purificato sette volte. Tu, o Eterno, li proteggerai, li preserverai da questa generazione per sempre. Gli empi vanno attorno da tutte le parti quando la bassezza siede in alto tra i figli degli uomini" (Salmo 12).

Questo Salmo esprime il lamento e la preghiera dell’antico re Davide che si sente solo in mezzo “ad un mondo impazzito”, fatto non solo di gente empia ma pure di troppa religiosità ingannevole e incoerente, persino fra lo stesso popolo di Dio. Esso diventa così la preghiera dei fedeli di ogni tempo e paese quando si sentono smarriti ed impotenti a porre freno ad un incipiente degrado civile, morale e spirituale della società in cui vivono. Ciclicamente si ripropongono, infatti, quelli che la Scrittura chiama “tempi cattivi” o “difficili”. Chiedete in giro che cosa vi sia che renda “cattivi” i tempi che viviamo. Ciascuno avrà la sua diagnosi ma la Parola di Dio attribuisce la “difficoltà” dei tempi a cause di altra natura. L’apostolo Paolo sembra fare eco a questo Salmo quando scrive: “Ora sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili perché gli uomini saranno...” (2 Timoteo 3:1) e prosegue indicando le caratteristiche morali di questo declino.

In tempi di crisi, dunque, il popolo di Dio fedele lamenta la situazione che sta vivendo e si rivolge al Signore Iddio esprimendogli tutta l’angoscia che ha in cuore. Percorriamo versetto per versetto questo Salmo. Che cosa ci insegna?

I termini di questa preghiera 

Versetto 1: “Salva, o Eterno, poiché l'uomo pio viene meno, e i fedeli vengono a mancare tra i figli degli uomini”. Davide eleva a Dio una grido disperato: “Aiuto! La situazione sta precipitando! C’è una categoria di persone che sta scomparendo e che è essenziale per la nostra stessa sopravvivenza! È la sola nostra salvaguardia dall’imbarbarimento della nostra società, dal caos conseguente all’assenza di regole morali”. Qual’è questa categoria di persone? Quella de “l’uomo pio”. Non fraintendiamo o banalizziamo questo concetto. Non si tratta de “l’uomo religioso” in senso lato (perché c’è pure molta religiosità alienante). Nel senso biblico del termine che qui compare, una persona “pia” (in ebraico חָסִיד, khasid) è qualcuno che fa ciò che è giusto agli occhi di Dio e si comporta in maniera fedele al patto che ci lega a Dio. Il termine, infatti rimanda al termine hesed, che significa fedeltà al patto e devozione leale (amore) per Dio e per i Suoi comandamenti. Quello di Davide è un linguaggio iperbolico che lamenta e denuncia una situazione di grave declino del popolo di Dio. Questo concetto viene poi duplicato quando dice (nel tipico stile poetico ebraico) che “i fedeli”, la gente integra rispetto alla Legge suprema di Dio, “vengono a mancare”. Molti formalmente professavano di far parte del popolo di Dio, ma erano bugiardi e ambigui adulatori che avevano gradualmente prevalso su coloro che erano rimasti fedeli alla propria parola e ai propri impegni. Era capitato in certe fasi della vita del re Davide, ma queste situazioni ricorrevano e ancora ricorrono. Egli certo aveva dovuto affrontare molte volte battaglie di pettegolezzi e maldicenze di chiacchieroni oziosi e ingannevoli che gli si opponevano, ma in tempi e circostanze diversi, i fedeli riprendono questo suo lamento e lo trasformano in preghiera. Davide probabilmente avrebbe preferito combattere con spade e scudi chiari nemici piuttosto che contro pettegolezzi e maldicenze di falsi amici. Oggi le guerre sanguinose non mancano e vengono minacciate, ma la guerra fatta di parole e di pubbliche menzogne non è meno letale. Quanti oggi (anche nelle chiese) hanno veramente fatto l’esperienza della conversione (ravvedimento e fede vivente in Cristo)? Quanti cristiani vivono di fatto in maniera palesemente incoerente e per questo contribuiscono ad aggravare la situazione morale e spirituale del nostro mondo! Siamo noi la soluzione o parte del problema?

Versetto 2: “Ciascuno mente parlando con il prossimo; parlano con labbro lusinghiero e con cuore doppio” (2). Il nostro, come dicevamo all’inizio, è stato definito “l’impero della menzogna”. Dire la verità non è più una virtù. La menzogna è diventata uno strumento di lotta e di asserzione di potere, sia a livello individuale che sociale. Ci si dice menzogne l’un l’altro. Il governo mente. La stampa mente. Il fedele re Davide lo lamentava per il suo regno. Era diventato il regno dell’ipocrisia dove si pronunciavano parole “dolci”, cioè lusinghe: complimenti o parole gentili con il solo scopo di suscitare, per interesse personale, piacere o gratificazione nell'altro. Erano a adulazioni che spesso implicavano ipocrisia o esagerazione nelle lodi. Venivano usate per manipolare o guadagnare favore in modo non genuino. Il “labbro lusinghiero” è come il bacio di Giuda, il traditore: “Ma Gesù gli disse: ‘Giuda, tu tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?’” (Luca 22:48).  È quello anche delle persone apparentemente religiose che innalzano preghiere come molti al tempo di Gesù che diceva: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” (Matteo 15:8). Il “cuore”, di cui qui si parla, si riferisce alla mente, da cui hanno origine motivazioni e intenzioni. Esso è indicato come “doppio”. Il “cuore”, infatti che apparentemente viene mostrato attraverso le loro parole è molto diverso dal vero “cuore” che tengono nascosto. Le loro parole lusinghiere sembrano esprimere motivazioni e intenzioni gentili, ma questa manifestazione esteriore non riflette realmente le loro vere motivazioni. Il loro vero “cuore” è pieno di pensieri malvagi e intenzioni distruttive. Dicono una cosa e ne intendono un’altra, non ci si può fidare di loro. Si fanno vedere diversi da quel che sono. Spesso le lusinghe sono persino desiderate, come gli oracoli dei falsi profeti: “... dicono ai veggenti: 'Non vedete!' e a quelli che hanno delle visioni: 'Non ci annunciate visioni di cose vere! Diteci delle cose piacevoli, profetizzateci delle illusioni!” (Isaia 30:10), perché molti amano pascersi di illusioni. Anche al tempo del profeta Elia sembrava che le persone pie fossero quasi estinte: “Io sono stato mosso da una grande gelosia per l'Eterno, per l'Iddio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto solo io, e cercano di togliermi la vita” (1 Re 19:10). “Sono davvero brutti i tempi in cui non esiste la sincerità, quando un uomo onesto non sa a chi credere né di chi fidarsi, né osa confidare in un amico, in una guida. Guai a coloro che contribuiscono a rendere i tempi così pericolosi” (M. Henry).

Versetto 3: “L'Eterno recida tutte le labbra lusinghiere, la lingua che parla con arroganza”. Una società dove prevale la menzogna, l’ipocrisia e l’arroganza, oltre che a mietere innumerevoli vittime innocenti, non ha futuro e, soprattutto, è sottoposta al giusto giudizio di Dio. Questo salmo, così, invoca Dio perché neutralizzi i malvagi ed impedisca loro di fare maggiori danni “recidendo”, “spuntando le armi” del loro malfare. È un’espressione imprecatoria comune a molti Salmi della Bibbia [1]. Il giudizio di Dio sui peccatori impenitenti alla fine sicuramente verrà, ma il fedele chiede a Dio che vengano neutralizzate le loro armi, che cadano nelle loro contraddizioni cadendo nella trappola che essi stessi avevano teso per altri, che siano svergognati già fin da ora. Spesso questo di fatto succede grazie alla provvidenza divina e la nostra preghiera, che Dio rende strumentale a quel fine.

La loro arroganza e presunzione è ribadita dal versetto 4: “... quelli che dicono: “Con le nostre lingue prevarremo; le nostre labbra sono per noi; chi sarà signore su di noi?”. Era l’arroganza del Faraone d’Egitto di fronte a Mosè: “Chi è l'Eterno che io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco l'Eterno, e non lascerò affatto andare Israele” (Esodo 5:2). L’avrebbe di fatto “conosciuto” e a proprio danno! Tali “potenti” si ritengono invulnerabili, onnipotenti, che nessuno possa resistere alle loro trame, all’efficacia propagandistica delle loro menzogne, al potere corruttore del loro denaro, ma si sbagliano. Come già profetizzava Ezechiele al riguardo della città di Tiro: “Le tue ricchezze, i tuoi mercati, la tua mercanzia, i tuoi marinai, i tuoi piloti, i tuoi riparatori, i tuoi negozianti, tutta la tua gente di guerra che è in te e tutta la moltitudine che è in mezzo a te, cadranno nel cuore dei mari, il giorno della tua rovina” (Ezechiele 27:27). Era avvenuto nonostante la loro arroganza e sicumera! C’è un Signore più potente di loro!

Ed ecco che a questo punto del Salmo, al versetto 5, troviamo la risposta di Dio: “Per l'oppressione dei miseri, per il grido d'angoscia dei bisognosi, ora mi ergerò”, dice l'Eterno; “darò loro la salvezza alla quale anelano”. L’oppressione qui è la violenza (verbale e fisica) sulle loro molte vittime. Un’altra possibile traduzione per: “darò loro la salvezza alla quale anelano” è “darò salvezza al testimone in loro favore”. In questo caso il Signore prometterebbe protezione a coloro che hanno il coraggio di sostenere gli oppressi in tribunale. Chi non si lascia intimidire dagli arroganti e sostiene la causa degli oppressi sarà sostenuto dal Signore perché agisce per la giustizia e la verità. Maria, la madre di Gesù, nel suo salmo riportato in Luca, dice, dimostrando “da che parte sta Dio”: “Egli ha operato potentemente con il suo braccio, ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore; ha detronizzato i potenti e ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati e ha rimandato a mani vuote i ricchi” (Luca 1:50-53).

In un mondo, così, di infidi ingannatori, di chi o di che cosa si si può ancora fidare? Lo ribadisce il versetto 6: “Le parole dell'Eterno sono parole pure, sono argento affinato in un crogiolo di terra, purificato sette volte”. Certo, in contrapposizione alle menzogne che circolano nel presuntuoso “impero” di questo mondo, le parole del Signore sono pure, cioè non contaminate dalla falsità o dall'inganno, assolutamente degne di fiducia. Certo, anch’esse gli arroganti e presuntuosi delle organizzazioni ecclesiastiche e delle sétte vorrebbero monopolizzare, condizionare e distorcere, mettendole al servizio del loro potere oppressivo. Nell’ambito però del libero movimento dei profeti dell’Antico Testamento (che non temevano di opporsi all’establishment) come pure nell’ambito del movimento cristiano libero, esse si sono comprovate sempre pure e sante, libere da ogni mescolanza estranea e da ogni frode e inganno. Come dice la lettera agli Ebrei, “la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli, penetra fino a dividere l'anima dallo spirito, le giunture dalle midolla e giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12). Lo stile di vita che esse prescrivono e promuovono sono promesse di Dio ferme e stabili. Su di esse si può sempre fare affidamento. Soprattutto esse si sono sempre adempiute, essendo “sì e amen” in Cristo Gesù. L’Evangelo e le sue dottrine sono le parole di Dio; quello è il latte sincero della parola, puro e incorrotto; com'è in sé stesso e come è dispensato dai suoi fedeli ministri. Esse incoraggiano e promuovono la purezza e la santità del cuore e della vita.

Per questo, coloro che si affidano ad esse, come si esprime il versetto 7 di questo salmo: “Tu, o Eterno, li proteggerai, li preserverai da questa generazione per sempre” secondo quel che scrive l’apostolo Paolo: “... affinché siate irreprensibili e schietti, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale voi risplendete come luci nel mondo, tenendo alta la parola della vita” (Filippesi 2:15).

Dice infine il versetto 8: “Gli empi vanno attorno da tutte le parti quando la bassezza siede in alto tra i figli degli uomini” (8). La situazione lamentevole della società in cui vive che pesa sul cuore di Davide quando scrive questo salmo, e che dà origine all’accorato appello rivolto a Dio di esserne liberato, è quella che quest’ultimo versetto chiama bassezza. Si tratta di degrado morale, mancanza senza scrupoli di integrità e dignità - in ultima analisi mancanza di conformità alla legge morale suprema di Dio. Egli la rileva come diffusa, accettata e riconosciuta come qualcosa di normale o accettabile nella società in cui vive. Essa non potrà che produrre caos e devastazione generalizzata. Peggio è quando tale bassezza “siede in alto” fra gli stessi funzionari della sua corte, quelli che dovrebbero dare il buon esempio alla popolazione. Così facendo, è inevitabile che “gli empi vadano attorno da tutte le parti”. Come abbiamo visto, questa bassezza è associata a un atteggiamento di arroganza o di superbia, in cui le persone si comportano in modo disonesto o scorretto per raggiungere i propri obiettivi o per affermare la propria importanza. In questo senso, il termine bassezza può essere visto come un sinonimo di corruzione o di immoralità, e la sua presenza “tra i figli degli uomini” indica che la società del tempo era caratterizzata da un'atmosfera di corruzione e di ingiustizia. Quale ne è la causa come evidenziata da questo Salmo? Che le persone integre e fedeli a Dio vengono sempre di più a mancare, sono sempre meno mentre molti, pur facendo parte del popolo di Dio, sono negligenti nei propri doveri verso Dio e la società.

Conclusione  

Potremmo pensare che questo salmo finisca con una nota triste e deprimente. Davide era assolutamente realistico nella sua visione. Egli certo non ha risolto qui il problema del male, ma ha riconosciuto che il male è sotto la piena sovranità di Jahvè che si prenderà cura dei Suoi eletti. Quando le persone perseguono una vita di vanità e di condotta vile, l’inganno verbale abbonda, ma Dio preserverà le persone fedeli che incoraggia a perseverare.

Molti vivono e lavorano in ambienti molto simili a quello raffigurato da Davide in questo salmo. Infedeltà alle promesse e corruzione abbondano a livello politico. Nei media oggi viene promossa ed esaltata la bassezza: l’immoralità, la brutalità, l’omicidio, la menzogna, l’ubriachezza, l’immoralità sessuale, l’amore per il denaro, l’abuso di autorità. Le cose che Dio condanna sono un mezzo di intrattenimento universale, e l’industria dell’intrattenimento premia le persone che producono queste cose. Tanti si vantano di cose di cui dovrebbero piuttosto vergognarsi (Filippesi 3:18-19).

Essere e fare quel che è giusto di fronte a Dio e perseverare in esso non è e non sarà mai, però, inutile. Dio preserva coloro che intendono seguirlo quando devono vivere in atmosfere inquinate dall’inganno e dal linguaggio corrotto. Sebbene la parola di nessun altro possa essere affidabile, la Sua lo è e ad essa siamo chiamati ad attenerci con fiducia.

Gesù disse: “Voi siete il sale della terra; ora, se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte non può rimanere nascosta e non si accende una lampada per metterla sotto un recipiente, anzi la si mette sul candeliere ed essa fa luce a tutti quelli che sono in casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:13-16).

Innalziamo così a Dio, facendola nostra, la preghiera del Salmo 12, magari anche cantandola perché meglio si imprima in noi. Dio risponderà ad essa perseverando noi nell’essere ciò che in Cristo Dio sta realizzando nella nostra vita.

Paolo Castellina, 10 Febbraio 2024

Note 

[1] https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Bibbia/Che_cosa_sono_i_Salmi_imprecatori