Predicazioni/Proverbi/L’impegno a promuovere ciò che è giusto davanti a Dio
L’impegno a promuovere ciò che è giusto davanti a Dio
“Un povero che opprime i miseri è come una pioggia che devasta e non dà pane” (Proverbi 28:3). Anche tradotto: “Un uomo povero, che opprime i poveri, è simile ad una pioggia violenta che prepara la carestia” (Martini).
Audio di questa meditazione: https://sfero.me/podcast/poveri-opprimono-altri-poveri
Ricorre anche nella Bibbia la condanna dei ricchi oppressori: “A voi ora, o ricchi: piangete e urlate per le calamità che stanno per venirvi addosso! ... Ecco, il salario dei lavoratori, che hanno mietuto i vostri campi e del quale li avete frodati ... sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti” (Giacomo 5:1-4). Ma che dire quando sono i poveri che opprimono altri poveri? Accade, e più spesso di quanto si creda, soprattutto quando un servo si dimostra più zelante dei suoi padroni verso un suo conservo. Una situazione di bullismo? Pensiamo a situazioni in cui persone con pochi mezzi e risorse, che lavorano in posizioni di autorità limitata o con scarsa sicurezza, sfruttano il potere che possiedono per sopraffare chi ha ancora meno. Questo può accadere sul lavoro, in comunità marginalizzate o in contesti di grave disuguaglianza economica. Ad esempio, un lavoratore con un minimo di potere può abusare dei colleghi più deboli, o un amministratore povero di una comunità può sfruttare la corruzione per proprio guadagno, danneggiando coloro che dovrebbe servire.
È ciò a cui si riferisce questo versetto, un’immagine vivida e forte di un danno causato da coloro che, pur essendo essi stessi poveri o vulnerabili, scelgono di opprimere chi è ancora più debole di loro, oppure dei loro pari. L'immagine della "pioggia che devasta e non dà pane" suggerisce una situazione di speranza tradita. Nelle terre agricole del tempo biblico, la pioggia era essenziale per la crescita dei raccolti e per il sostentamento della comunità. Tuttavia, quando la pioggia si trasforma in diluvi distruttivi, provoca danni, rovina i campi e nega il frutto sperato. Allo stesso modo, un povero che opprime altri poveri crea ulteriore sofferenza.
La parabola del servo spietato in Matteo 18:23-35 è un eccellente esempio del principio espresso in Proverbi 28:3. In questa parabola, Gesù racconta di un servo che riceve un perdono straordinario dal suo padrone: un enorme debito che non avrebbe mai potuto ripagare viene condonato interamente. Tuttavia, subito dopo, questo stesso servo rifiuta di mostrare misericordia a un collega che gli deve una somma molto più piccola, aggredendolo e imprigionandolo fino al pagamento del debito. Questa parabola evidenzia la dissonanza tra la grazia ricevuta e la durezza dimostrata verso gli altri, un comportamento che riflette l’oppressione di cui parla il versetto di Proverbi. Così come un povero che opprime altri miseri è una figura di devastazione e incoerenza, il servo spietato rappresenta l’incapacità di riflettere la misericordia di Dio che ha ricevuto. Tutto questo ci invita a riflettere su come, come cristiani, siamo chiamati a rispondere alla grazia e al perdono di Dio con compassione, giustizia e misericordia verso gli altri. La mancanza di misericordia, specialmente da parte di chi ha ricevuto misericordia, è una distorsione del carattere che Dio desidera nei Suoi figli. Essa porta non solo danno agli altri, ma anche giudizio su chi non vive all’altezza della grazia ricevuta.
Ci sono momenti in cui, pur avendo poca autorità o risorse, ho trattato con durezza o indifferenza chi era in difficoltà? Come posso mostrare maggiore compassione? Quando vedo situazioni di oppressione tra persone vulnerabili, come posso agire per promuovere giustizia e sostegno reciproco? In che modo posso diventare una “pioggia” che porta sollievo e speranza, piuttosto che danno e delusione, per chi mi circonda?
Preghiera. Signore Iddio: Tu sei giusto ed esigente, ma anche misericordioso. Lo hai dimostrato nella vita, morte e risurrezione di Cristo Gesù. Come Suo discepolo ti aspetti da me altrettanta tolleranza e misericordia verso i miei pari e dipendenti. Confesso di non averla sempre avuta. Con il Tuo perdono, dammi di vigilare attentamente sui miei rapporti con gli altri per poter sempre dare loro la buona testimonianza di coerenza con la Tua volontà ed esempio. Amen.