Predicazioni/Proverbi/Chi dice all'empio: Tu sei giusto

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Chi dice all'empio: Tu sei giusto ...

Il sostegno e la complicità, per altro non sorprendenti, dell'amministrazione Trump con i crimini di guerra commessi del governo israeliano, documentati e condannati dalla Corte Penale Internazionale, pregiudica quanto di buono sembrava intimare quell'amministrazione e suscita riprovazione in tutto il mondo. Disattendere un principio biblico ha il suo prezzo, come denuncia: “Chi dice all'empio: ‘Tu sei giusto’, i popoli lo malediranno, lo odieranno le nazioni” (Proverbi 24:24). Che cosa insegna questo versetto?

Proprio come il suo predecessore, Donald Trump ha invitato Netanyahu come ospite d’onore, mentre il 98% delle altre nazioni lo arresterebbe e lo consegnerebbe alla Corte Penale Internazionale (CPI) per affrontare la giustizia. Si è forse sbagliata questa corte o ha emanato una condanna sulla base di pregiudizi politici? Alcuni lo affermano, ma non è questa la persuasione della maggior parte delle nazioni al mondo che sostengono questa Corte.  La Bibbia dice:  “Chi dice all'empio: ‘Tu sei giusto’, i popoli lo malediranno, lo odieranno le nazioni” (Proverbi 24:24).  Che cosa significa questo testo?

Questa dichiarazione biblica sottolinea un principio fondamentale della giustizia: l’approvazione dell’ingiusto è un atto di corruzione che porta conseguenze negative non solo per il singolo, ma per l’intera società.  Nella Scrittura, il termine empio (rasha' in ebraico) indica colui che si oppone alla legge di Dio e pratica il male con deliberata ingiustizia trovando sempre la maniera di giustificarlo. Dichiarare un empio come giusto non è solo un errore di valutazione, ma un tradimento della verità e dell’equità. La giustizia biblica non è relativa né negoziabile: chiamare bene il male e male il bene (Isaia 5:20) è una distorsione che provoca indignazione e disordine. Il proverbio insegna che un giudizio falso sulla moralità delle persone porta a ripercussioni collettive: quando il male è giustificato o legalizzato, la società stessa ne soffre e reagisce con disprezzo verso chi favorisce l’ingiustizia.

Applicazione per oggi

Nella sfera politica e sociale. In molte nazioni moderne, l'ingiustizia viene spesso giustificata per convenienza politica o economica. Leader corrotti vengono difesi, azioni immorali vengono celebrate, e si cerca di normalizzare il male attraverso il linguaggio e la cultura. Questo versetto richiama il pericolo di una società che approva il male, poiché la sua tolleranza porta alla rovina morale e alla perdita della fiducia pubblica.

Nella giustizia legale. Le sentenze ingiuste, l’impunità dei potenti e la manipolazione della verità nei tribunali corrompono l’integrità della società. Quando chi commette crimini gravi viene dichiarato giusto attraverso leggi ingiuste o processi viziati, le nazioni si ribellano, e il risentimento sociale cresce.

Nella Chiesa e nella vita cristiana.  Anche nel contesto ecclesiale, questo principio è rilevante. Quando il peccato è minimizzato o giustificato in nome di una falsa misericordia, oppure con manipolazioni disoneste del testo biblico, la comunità di fede si corrompe. I leader spirituali hanno la responsabilità di non approvare dottrine errate o comportamenti peccaminosi per evitare conflitti o per convenienza personale.

Nella cultura e nei media. Oggi vediamo come il male venga spesso ridefinito come progresso, libertà o diritto. Quando la cultura celebra ciò che Dio condanna, il risultato è un degrado morale che porta inevitabilmente alla decadenza della società.

Conclusione

Proverbi 24:24 ci ammonisce quindi a non cadere nella complicità con il male. La giustizia non può essere falsificata senza conseguenze, e l’approvazione dell’iniquità porta all’indignazione collettiva e al giudizio divino. In un mondo in cui il relativismo etico è diffuso, i cristiani devono essere fedeli alla verità, resistendo alla tentazione di chiamare giusto ciò che Dio ha dichiarato empio.

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Ulteriori osservazioni su questo testo biblico

Nel versetto biblico indicato, le nazioni riprovano la compiacenza dell'ingiustizia. Nella Bibbia "le nazioni" di solito assumono un valore negativo. Com'è che qui la giusta reazione delle nazioni viene lodata?

In effetti, nella Bibbia, il termine le nazioni (ebraico: gôyîm) è spesso usato in senso negativo per indicare i popoli pagani, estranei al patto con Dio e inclini all’idolatria e all’ingiustizia. Tuttavia, in Proverbi 24:24 vediamo un uso differente: le nazioni non solo riconoscono l’ingiustizia, ma la riprovano, mostrando un senso morale corretto.

Possibili spiegazioni di questa apparente anomalia

La legge naturale e la coscienza universale

Sebbene le nazioni pagane non abbiano la rivelazione speciale di Dio (come Israele con la Legge mosaica), possiedono una consapevolezza innata della giustizia. Questo concetto è presente in Romani 2:14-15, dove Paolo afferma che anche i Gentili hanno la legge scritta nei loro cuori. Proverbi 24:24 potrebbe riflettere questa realtà: persino i popoli lontani da Dio provano indignazione quando l’ingiustizia viene legalizzata o approvata.

Un uso ironico o paradossale

Alcuni studiosi suggeriscono che il proverbio potrebbe contenere un elemento ironico: se perfino le nazioni pagane condannano chi giustifica l’empio, quanto più dovrebbero farlo coloro che conoscono la vera giustizia di Dio! È un modo per rimproverare Israele, mostrando che il discernimento morale può esistere anche tra i non credenti.

La saggezza come principio universale

Il libro dei Proverbi non parla esclusivamente a Israele, ma si rivolge all’umanità nel suo complesso, basandosi su principi di saggezza che valgono per ogni popolo. Il fatto che le nazioni reagiscano negativamente all’ingiustizia dimostra che ci sono leggi morali oggettive, riconosciute anche da chi non appartiene al popolo di Dio.

La corruzione morale ripudiata su larga scala

Un popolo può essere idolatra o lontano da Dio, ma comunque rifiutare certe forme di ingiustizia e corruzione. La storia ci mostra che molte rivolte e crolli di imperi sono avvenuti quando l’ingiustizia era troppo grande da sopportare. Il proverbio potrebbe riflettere una verità sociologica: anche le nazioni più corrotte non tollerano a lungo chi giustifica i malvagi.

Conclusione

Proverbi 24:24 sottolinea che la giustizia è un principio così fondamentale che persino le nazioni pagane, spesso criticate nella Bibbia, reagiscono con disgusto quando vedono il male essere dichiarato bene. Ciò dimostra che Dio ha stabilito nel cuore umano un senso di giustizia che non può essere facilmente cancellato. Questo versetto, quindi, non è una lode incondizionata alle nazioni, ma piuttosto una testimonianza della potenza della verità morale, che si impone anche su coloro che non conoscono Dio direttamente.